Vini estremi e viti centenarie – Di Giuseppe Casagrande

Sarà uno dei temi dibattuti alla Stazione Leopolda di Firenze in occasione della presentazione del catalogo 2025 di Proposta Vini, l'azienda di Cirè di Pergine

Andrea e Gianpaolo Girardi, titolari di Proposta Vini a Ciré di Pergine.

Vini estremi e viti centenarie. Sarà uno dei temi che saranno dibattuti lunedì 20 gennaio alla Stazione Leopolda di Firenze in occasione della presentazione del catalogo 2025 di «Proposta Vini», una delle aziende leader in Italia nel mondo della commercializzazione di vini, spumanti e spirits.
Fondata nel 1984 da Gianpaolo Girardi, con sede a Cirè di Pergine, in attesa di ulteriore ampliamento nella vicina località delle Sille, l'azienda oggi può contare sull'ingresso in azienda del figlio Andrea, che con entusiasmo e lungimirante spirito manageriale sta portando avanti nuove iniziative imprenditoriali e nuovi progetti anche a livello tecnologico.

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Il brindisi augurale di Gianpaolo Girardi, patron di Proposta Vini, per il 2025.

 
 «La nostra mission: valorizzare i vini territoriali legati alla tradizione contadina» 

Quest'anno, dopo Verona, Roma e Parma, la presentazione del Catalogo 2025 di «Proposta Vini» avrà come prestigiosa location la Stazione Leopolda di Firenze. Una tre giorni (sabato 18, domenica 19 e lunedì 20 gennaio) all'insegna dell'amicizia e della convivialità (la giornata clou sarà lunedì 20 gennaio) che segnerà un'altra tappa importante per «Proposta Vini».

Dopo aver festeggiato, l'anno scorso, il traguardo dei 40 anni, l'azienda trentina può infatti guardare al futuro con giustificato ottimismo grazie ad un bilancio in costante crescita nonostante la non proprio brillante congiuntura economica e la contrazione dei consumi.
Lo staff aziendale oggi può contare sulla professionalità di 36 collaboratori e 130 agenti distribuiti in tutte le province italiane. Le referenze in catalogo sono 3.300 per 403 cantine: 241 produttori italiani e 162 stranieri.
 
«Proposta Vini - ha confessato Gianpaolo Girardi - nasce nel settembre del 1984 da un’idea a quei tempi innovativa: quella di dare vita ad un’azienda di distribuzione a supporto dei vignaioli con lo scopo di creare un filo diretto con il canale Horeca. Ci adoperiamo per permettere ai piccoli produttori di concentrarsi sul lavoro in vigna e di delegare a noi tutti gli aspetti di commercializzazione e distribuzione. La nostra mission è stata fin dall’inizio ed è tuttora quella di valorizzare al meglio la produzione di vini autentici, storici, territoriali, legati alla tradizione contadina.»

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L'enologo valdostano Gianluca Telloli, ricercatore e selezionatore per Proposta Vini.

 
 I «Vini dell'Angelo», il recupero di quei vitigni storici destinati all'oblio 

Il territorio, la geografia, le scienze storiche hanno sempre suscitato grande interesse in Gianpaolo Girardi. E lo dimostrano i 18 progetti che ha sviluppato nel corso degli anni, progetti che hanno come priorità quella di valorizzare gli aspetti storici, evocativi e paesaggistici che stanno dentro e oltre un calice di vino.
A questo proposito va ricordato che risale al lontano 1988 l'idea di dar vita ai «Vini dell’Angelo», progetto ampelografico incentrato sul recupero di vitigni storici trentini ormai dimenticati e destinati all'oblìo. A suggerirgli il titolo del progetto è stata l'immagine gioiosa del famoso Angelo che sorride sulla facciata principale della cattedrale gotica di Reims.

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Il pluripremiato sommelier altoatesino André Senoner.

 
 I vini estremi, i vini delle isole, i vini vulcanici, i vini delle abbazie, i vini delle città 

Nel corso degli anni Proposta Vini ha valorizzato diversi progetti: i Vini Estremi (vini eroici, figli della fatica e del sudore dell'uomo prodotti in zone geograficamente impervie), i Vini delle Isole Minori, i Vini Vulcanici, i Vini Franchi (da viti franche di piede, non innestate su vite americana), i Vini delle Abbazie, i Vini delle Città Italiane, i Vini Piwi (da vitigni resistenti), i Vini del Vecchio Impero austro-ungarico, le Bollicine da uve italiane.
Nel 2021 un'ulteriore novità: il varo del progetto legato al boom degli Spirits: grappe, gin, rhum, whisky, wodka, cognac, armagnac, calvados, vermouth, amari.

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Viticoltura eroica nel Parco delle Cinque Terre.

 
 Quelle viti centenarie coltivate in minuscoli fazzoletti di terra in montagna e al mare 

Ai vini estremi e alle viti centenarie è dedicato uno degli appuntamenti più attesi dell'evento fiorentino: la Masterclass condotta lunedì 20 gennaio da Gianluca Telloli.
Dall’estremo Nord al profondo Sud della nostra Penisola, si producono vini coltivati in vigneti situati in zone sconosciute e impervie, spesso in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna, alla roccia e al mare. Talvolta sono vini prodotti a partire da viti a piede franco, sopravvissute all'arrivo a fine Ottocento della fillossera nel continente europeo.
Questa Masterclass farà scoprire ai wine lover delle autentiche «chicche»: vini figli della fatica, del sudore e della laboriosità dell’uomo.

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Pietro Pancheri, viticoltore eroico in Val di Non, patron dell'azienda Laste Rosse.

 
 La Spagna, un crocevia vitivinicolo tra il Mediterraneo e l'Atlantico 

Molto atteso è anche l'appuntamento (sempre lunedì 20 gennaio) con la Masterclass sulla Spagna, condotta dal gardenese André Senoner, miglior sommelier d'Italia.
Tra il Mediterraneo e l'Atlantico, la Spagna è un avamposto climatico europeo verso l'Africa. La produzione vitivinicola, terza a livello mondiale dopo Italia e Francia, vanta un'eredità storica prevalentemente latina con influenze caucasiche, mediorientali, greche e con un'interessante appendice etnico-culturale nelle regioni più a Nord della Penisola iberica: in Cantabria e nei Paesi Baschi in particolare.
 
In un territorio chiamato ad affrontare un clima sempre più torrido, la vite, spesso coltivata ad alberello, risponde producendo vini di grande struttura e personalità: i vini rossi della Rioja, della Ribera del Duero, del Priorat, ma anche le leggiadre bollicine catalane (Cava), i vini bianchi di straordinaria freschezza come l'Albariño della Galizia e delle Rías Baixas o i vini dolci di Jerez. Questa Masterclass sarà l'occasione per scoprire una realtà, vicina e lontana - fate voi - di grande fascino che molti pellegrini conoscono per aver conosciuto e assaggiato alcuni di questi vini lungo il Cammino di Santiago de Compostela.

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Albino Armani con la moglie Egle nei vigneti storici della Valdadige.

 
 Oltre ad assaggiare i vini si potrà visitare la mostra del pittore trentino Roberto Perini 

Quest'anno, oltre ad assaggiare in degustazione libera le bottiglie più esclusive di 200 cantine italiane ed europee e le 175 referenze del pianeta «spirits» selezionate tra 35 realtà nazionali e internazionali, i wine lover potranno ammirare la mostra d'arte del pittore trentino Roberto Perini.
Nato il 23 dicembre 1952 a Cles, ha vissuto a Cavalese e in seguito a Pergine, paese d’origine della famiglia. L’interesse per l’arte gli viene trasmesso dal nonno paterno Lino, che spesso incontrava nell’antica villa a Serso con l’amico Renato Perini archeologo e artista, dalla nonna Giuseppina, che aveva lavorato nell’atelier fotografico del padre Eduino Paoli, dalla mamma Mariella che dipingeva e dal maestro Renato Perini che lo portava nella sua casa-studio e nei cantieri degli scavi archeologici.
 
La sua predisposizione artistica si definisce alle Scuole Medie e viene notata dal suo insegnante di disegno, il pittore Argo Castagna. Terminata la scuola dell’obbligo, Roberto Perini si iscrive e frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Trento, dove ha modo di incontrare numerosi artisti. Inizia allora ad indagare tutte le tendenze espressive artistiche, poetiche e letterarie e a studiare le opere d’arte di ogni epoca e civiltà.

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L'artista Roberto Perini nello studio-atelier di Pergine Valsugana.

 
 Il legame artistico e l'amicizia con alcuni maestri e pittori trentini 

Negli ultimi anni alle Scuole Superiori la sua abilità pittorica-grafica gli consente di attirare la stima e l’ammirazione dei suoi maestri e con alcuni di essi (Degasperi, Fruet, Vitturini) stringe un forte legame artistico e d’amicizia. Decide così di dedicarsi totalmente all’arte e va a vivere in una casa-studio d’arte a Trento assieme agli amici artisti Paolo Decarli e Piermario Dorigatti, ma utilizza anche la dimora del nonno a Serso come luogo di creazione artistica per dar forma ai propri stimoli espressivi in compagnia degli amici artisticamente più vicini: Giordano Chini, Giovanni Bortolini, Piermario Dorigatti, Roberto Marzadro, Paolo Tait, Sandro Libardi.

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La storica Stazione Leopolda di Firenze, sede dell'evento di Proposta Vini.

 
 Le sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’estero 

Dopo aver conseguito la maturità artistica con il massimo dei voti, la sua formazione prosegue nell’ambito della conservazione e valorizzazione dei beni storico-artistici a Bologna e a Verona, dove risiede per alcuni anni. Tornato in Trentino si dedica per lavoro al restauro e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico e dal 1991 è funzionario della Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici di Trento.
Dal 2001 al 2005 ha anche insegnato Teoria del Restauro per la specializzazione in Scienze dei Beni Culturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento.
Nel corso degli anni ha partecipato a diverse collettive ed è entrato nel gruppo di artisti «Guernica». Le sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’estero. Il suo studio è a Pergine, dove vive.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]

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