Trentino, torna alla luce la nuova statua stele di Mezzolago
Recuperata dalla Soprintendenza e dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale una statua stele dell’età del Rame
È stata presentata al Castello del Buonconsiglio la statua stele risalente all’età del Rame, consegnata da un privato e recuperata nel luglio 2024 a Mezzolago di Ledro dall’Ufficio beni archeologici dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Nucleo di Venezia del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
L’analisi condotta dagli esperti dell’Ufficio beni archeologici ha confermato la natura di bene archeologico e in quanto tale da sottoporre a tutela come stabilito dal Codice dei beni culturali.
All’incontro sono intervenuti Francesca Gerosa assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento, il Maggiore Emanuele Meleleo Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, Franco Marzatico dirigente generale dell'UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento e Elisabetta Mottes direttrice dell’Ufficio beni archeologici.
L’eccezionale reperto è una statua stele maschile in marmo che rientra nel fenomeno europeo della statuaria antropomorfa, diffuso dall’Ucraina all’Atlantico, nel III millennio a.C. Tale fenomeno è documentato in Trentino - Alto Adige dal ritrovamento fino ad ora di ventidue esemplari che rientrano nel Gruppo atesino.
Otto di essi sono stati scoperti a Arco tra il 1989 e il 1990 durante gli scavi per la costruzione del nuovo ospedale.
L’esemplare consegnato trova particolare attinenza con le statue stele del Gruppo atesino, in particolare con il reperto denominato Arco II.
«Ancora una volta il nostro territorio mostra come la conoscenza nell’ambito del patrimonio culturale sia costruita tassello dopo tassello, scoperta dopo scoperta, ricerca dopo ricerca, e questo vale ancora di più quando ci si riferisce al sapere archeologico che necessita di un ripensamento continuo proprio per i costanti ritrovamenti, di cui spesso abbiamo dato notizia, – ha dichiarato l'assessore Gerosa. – Quest’ultimo oggetto, una statua stele dell’età del rame (III millennio a.C.), recuperata dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia e dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di Venezia, non fa che ribadire quanto la nostra storia sia ricca e quanto ancora sia necessario scavare nel nostro passato per avere quadri di civiltà sempre più completi.
«Un lavoro assiduo, quotidiano, costruito sul valore professionale di saper ricercare per riportare alla luce testimonianze che costruiscono la nostra identità di uomini e donne e di comunità sociali.
«Ci tengo a ricordare quanto sia importante, in questa cornice di crescita della conoscenza specialistica, l’azione sinergica di collaborazione tra competenze e ruoli: compiti di sicurezza e di salvaguardia a livello nazionale si coniugano con quelli di conservazione e valorizzazione a livello locale mettendo in risalto come sia fondamentale lavorare a braccetto, ognuno con la propria funzione, ruolo e specificità professionale, ma tutti orientati alla costruzione di un sistema organico di tutela del patrimonio culturale affinché le future generazioni possano continuare a godere di questa ricchezza.
«Ringrazio – ha concluso Gerosa – le tante persone che hanno reso possibile oggi portare questo nuovo oggetto del patrimonio culturale accanto agli altri otto già esposti al Mag di Riva del Garda creando una conoscenza sempre più approfondita del nostro passato.»
Questi straordinari monumenti, scolpiti a tutto tondo e forse dipinti, in origine erano eretti all’aperto in un’area a probabile destinazione cerimoniale, nei pressi di un antico canale del fiume Sarca.
Nel Gruppo di Arco sono presenti personaggi maschili, riconoscibili in base alle maggiori dimensioni e caratterizzati dall’ostentazione di armi, figure femminili, contraddistinte dalla raffigurazione dei seni e da alcuni particolari dell'abbigliamento e un personaggio privo di elementi distintivi, di piccole dimensioni, che probabilmente rappresenta un soggetto non adulto.
Ad eccezione della statua stele più grande, che è in materia prima locale, tutti gli altri esemplari sono in marmo proveniente dalla Val Venosta (Alto Adige).
La particolare attenzione rivolta alla raffigurazione di armi, ornamenti e elementi dell'abbigliamento che si connotano come simboli di potere, suggerisce alcune ipotesi interpretative su chi fossero i soggetti rappresentati.
Le statue stele potevano raffigurare personaggi di rango elevato realmente esistenti oppure immagini di divinità, anche se l’ipotesi più probabile è che siano figure commemorative di antenati illustri che con la loro imponente presenza legittimavano il potere dei gruppi dominanti dell’età del Rame.
Le statue stele di Arco esposte al MAG
Il nuovo reperto si aggiunge alle otto statue-stele preistoriche rinvenute finora in Trentino, nella zona di Arco, ed esposte al MAG Museo Alto Garda a Riva del Garda.
Si tratta di otto splendidi esempi - sette dei quali realizzati in marmo, proveniente dalle cave di Lasa in Alto Adige, e uno in pietra locale - della statuaria antropomorfa preistorica, il maggiore dei quali raggiunge i 215 centimetri di altezza.
Rappresentano figure maschili, femminili e asessuate accompagnate spesso da raffigurazioni di ornamenti, di elementi del vestiario, di dettagli anatomici e di armi, in particolare pugnali triangolari che permettono di datare le statue stele nella piena età del Rame, nella prima metà del terzo millennio avanti Cristo.
Chi erano le figure rappresentate su questi manufatti? Diverse ipotesi sono state proposte: divinità appartenenti ad un pantheon composito, oppure personaggi realmente esistenti che ostentavano la forza delle armi, oppure, e questa è l’ipotesi più accreditata dagli archeologi, antenati mitici che con la loro semplice ma imponente presenza giustificavano l’acquisizione del potere da parte di un determinato gruppo sociale.
Dovevano quindi essere degli strumenti di rivendicazione e di identità sociale, eretti probabilmente in luoghi strategicamente centrali e ritualmente significativi.