Storie di donne, letteratura di genere/ 572 – Di Luciana Grillo

Emma Fenu, «In cerca di te» – La protagonista affronta con coraggio le sfide di un viaggio fatto di attese, esami medici e trattamenti dolorosi per divenire madre

Titolo: In cerca di te – La storia di una donna
            segreta. Non è la parte più vera di me: è
            solo la più nascosta
 
Autrice: Emma Fenu
Editore: PubMe, 2023
Pagine: 120, Brossura
Prezzo di copertina: € 9

 
Diventare madre è il sogno di Emma, fin da giovanissima: si dichiara pronta a modificare «il perimetro del mio corpo», sapendo che una gravidanza per lei sarà difficile, essendo affetta da endometriosi come sua madre.
Si racconta con tenerezza e lucidità, lei, «la sposina bianca e rosa, la studentessa di Lettere e Filosofia che colleziona trenta e lode, l’amica sincera…, la fidanzata innamorata e spensierata, la figlia adorata, la principessa che crede nelle fiabe… Sono io, la ragazza con l’endometriosi e il camice candido. Sono io, cresciuta facendo da madre a mia madre».
 
È Emma che conta i giorni e i mesi, che si sottopone ad accertamenti e analisi, che monitora l’ovulazione, che ricorre a termometri basali per sapere quali siano i giorni più fertili, che si sottopone all’isterosalpingografia – esame doloroso che si effettua senza anestesia… ma per fortuna dura poco.
È Emma che dal lettino di un ospedale sogna di volare in un cielo popolato di cicogne, che pensa al borsone di Mary Poppins, in cui non si è annidato un bambino, e all’isola che non c’è di Peter Pan, dove forse lo troverà.
È sempre Emma che sogna «il giorno perfetto in una vita imperfetta e bellissima, che non segue il sentiero di una fiaba, ma sfida il labirinto di un’avventura con un finale inatteso».
 
Fenu ha una scrittura ricca di metafore, di espressioni fiabesche, di ricordi e tradizioni. Parla di sé con semplicità luminosa e racconta i suoi amori, i due matrimoni, le lunghe chiacchierate in chat con Pietro, il ragazzo che «emanava un profumo meraviglioso» con cui ha attraversato terre lontane, dal Medio Oriente all’Europa del Nord. E ci presenta sua sorella Stefania, non nata dalla stessa madre, ma scelta «costruendo un cordone fatto  dalle nostre mani, dalle nostre storie, dalle nostre parole e dai nostri silenzi».
 
Emma sogna un bambino, ma è Stefania che ne attende una - Laura - mentre lei si ribella contro un Dio crudele… «Non si bara così. Non lo perdono».
Nelle ultime pagine, in una sorta di lettera a Stefania, Emma scrive: «Se davvero avessi potuto scegliere una creatura nata dallo stesso grembo in cui mi sono formata, avrei scelto te, mille volte… Tu non volevi figli, io mi tormentavo in fecondazioni assistite. Tu sei diventata madre senza volerlo e il mio ventre è rimasto vuoto, senza volerlo».
Si immerge nelle tradizioni, attende «il 24 giugno…, la festa di un Santo, nato da un grembo ormai sterile, e delle streghe; il momento propizio per fare premonizioni, raccogliere erbe per gli amuleti, saltare il fuoco e legarsi per sempre come amici. Io, in questa data magica, farò il test di gravidanza».
 
Ancora una volta, nulla da fare. Emma scrive a Pietro, ricorda che «il viaggio nell’infertilità lo abbiamo intrapreso insieme… E sappiamo cosa vuol dire sentirsi sempre esclusi dalla meta, fuori dal luogo in cui tutto trova un senso nel premio. Ma la vita non è un premio, è un’opportunità».
E con altre parole tenere e dolenti, Emma conclude il suo memoir rivolgendosi alla Bambina mai nata «con immenso amore, Mamma».
 
Luciana Grillo - [email protected]

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