Sono mascalzoni e hanno il coraggio di chiedere l’asilo politico

La polizia di Stato di Bolzano ha fermato tre energumeni che, provenienti da altre aree, provavano a nascondersi in Alto Adige – Chiesta la revoca dello status

Nel pomeriggio di ieri giungeva una chiamata alla Centrale Operativa della Questura, attraverso il numero di emergenza 112 NUE, per una segnalazione di persone sospette all’esterno di un Istituto Bancario di Via Laurin.
Gli equipaggi Squadra Volanti della Polizia di Stato, giunti in pochi attimi nel luogo segnalato, individuavano subito e procedevano a bloccare 3 soggetti corrispondenti alle descrizioni fornite nella segnalazione.
 
Sulla base delle prime informazioni assunte nella immediatezza dell’intervento, gli Agenti potevano appurare che i 3 individui stavano cercando di convincere i passanti a entrare in Banca e cambiare 250 franchi svizzeri.
Tale azione aveva insospettito la Guardia Giurata in servizio presso l’Istituto bancario, tanto da indurlo a contattare la Polizia.
 
Dal momento che tutti costoro sono risultati essere privi di documenti, venivano accompagnati in Questura ove venivano compiutamente identificati per un 26enne marocchino, un 26enne tunisino e un 33enne marocchino, tutti quanti con a proprio carico numerosi precedenti penali e di Polizia per reati di svariata natura e gravità, nonché tutti e 3 con lo status di richiedenti asilo politico.
 
I tre mascalzoni, tutti richiedenti spudoratamente asilo politico, riferivano di essere appena arrivati da Verona per usufruire dei «Centri emergenza freddo», e di aver voluto cambiare i franchi per poter poi eventualmente proseguire il viaggio.
Le successive perquisizioni personali, tuttavia, per due davano esito positivo: in loro possesso, infatti, venivano rinvenuti e sequestrati a uno un cacciavite occultato sotto la giacca, mentre all’altro al momento di entrare in Questura, tentava di disfarsi di due telefoni cellulari, prontamente recuperati dagli Agenti.
 
Benché i cellulari risultassero bloccati, gli Agenti sono stati in grado di risalire ai proprietari dei telefoni cellulari, risultati rubati a un ragazzo e ad una minorenne residenti a Verona: il primo aveva denunciato un furto su autovettura commesso il giorno prima a Verona, mentre la seconda, una ragazzina di 16 anni, aveva denunciato di essere stata rapinata del telefono cellulare, sempre nella città scaligera, all’esterno della Stazione Ferroviaria di Porta Nuova.
 
Nell’occasione la ragazzina aveva provato a rincorrere lo straniero che l’aveva rapinata, ma costui, per potersi dare alla fuga, le aveva sferrato un violento pugno sul naso che la faceva cadere in terra tramortita.
Fatta giungere in Questura a Bolzano per la riconsegna dello smartphone, la ragazzina, in lacrime, riconosceva senza alcun dubbio l’uomo che l’aveva picchiata nel soggetto fermato dalla Polizia.
 
Al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, veniva sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per il reato di rapina aggravata e condotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione della Procura della Repubblica di Bolzano e della Autorità Giudiziaria di Verona.
Gli altri due individui, invece, venivano denunciati per i reati di ricettazione e di porto abusivo di oggetti atti a offendere.
 
Il Questore della Provincia Autonoma di Bolzano Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente sollecitato la competente Commissione Territoriale per i Rifugiati al fine di poter emettere nei confronti di tutti altrettanti Decreti di Espulsione dal Territorio Nazionale.