Rovereto non dimentica questo suo eroico figlio
La Città di Rovereto ha celebrato la memoria dell'avvocato socialista Angelo Bettini, assassinato dai nazisti 81 anni fa
28 giugno 1944 - 28 giugno 2025: 81 anni fa veniva vigliaccamente giustiziato nel suo studio di Rovereto l'avv. socialista Angelo Bettini.
Questa mattina una partecipata e toccante cerimonia ha ricordato, come avviene ogni anno, l'eroica figura di Bettini e il suo vile assassinio da parte delle SS tedesche.
L'iniziativa è stata organizzata congiuntamente dal Comune di Rovereto, dal Consiglio cittadino dell'Ordine degli Avvocati e dall'ANPI del Trentino.
La cerimonia si è svolta in una affollata Sala conferenze di Palazzo del Ben, aperta dall'avv. Paolo Mirandola, a cui è seguito il saluto e una prima intensa riflessione da parte della Sindaca Giulia Robol, che ha sottolineato quanto il giusto ricordo della vita, degli ideali e dell'estremo sacrificio di Angelo Bettini debba continuare ad essere da monito per tutte e per tutti noi nel coltivare e nell'affermare, sempre e ovunque, i valori universali della Libertà, dell'Uguaglianza e della Giustizia, in quanto Diritti che una volta conquistati non lo sono per sempre.
Dal Presidente dell'ANPI trentina Mario Cossali, è stata puntualmente ricostruita quella drammatica giornata del 28 giugno 1944.
Le temute SS tedesche, grazie alle informazioni a loro riportate da una rete di spie fasciste locali al servizio della Gestapo, come il noto Fiore Lutterotti, fin dal primo mattino diedero vita ad una vera e propria retata, che parti da Arco, per proseguire a Riva del Garda e Nago, poi a Rovereto e infine a Trento.
Decine le persone arrestate, tutte dichiaratamente antifasciste e vicine attivamente alla Resistenza. Furono sottoposte a brutali interrogatori, autentiche torture, che portarono alcuni al suicidio, come Giannantonio Manci.
A Rovereto l'obiettivo era molto chiaro e drastico. Entrare nello studio dell'avv. socialista Angelo Bettini e giustiziarlo sul posto. E così fu.
L’avv. Andrea Tomasi, Presidente dell’Ordine forense roveretano, ha ribadito come Angelo Bettini permanga ancora oggi per tutti i colleghi e per i magistrati del locale Tribunale, un’esemplare integerrima figura per la quale l’Uguaglianza innanzi alla Legge è sempre stata un diritto e un dovere di intangibile moralità professionale e politica.
Al prof. Francesco Filippi, stimato ricercatore della Storia trentina e prezioso collaboratore con il Museo Storico del Trentino, il merito di un'originale toccante «lectio» sulla persona Angelo Bettini, dalla quale si è chiaramente evidenziato come l'avvocato roveretano sia stato «un uomo irriducibile, coraggioso, che incuteva timore così grande e sempre vestito di abiti neri, politicamente sempre contro il vento che soffiava in Italia e in Europa in quei primi decenni del Novecento, una persona da evitare per i suoi ideali alti ma poco condivisi, da non abitarci vicino, stanti le frequenti visite della polizia fascista a casa sua, certamente da non far fidanzare con la propria figlia».
Immagini, quelle proposte con grande trasporto dal prof. Filippi che inizialmente hanno sorpreso i presenti, ma che con il procedere delle sue parole hanno descritto Angelo Bettini come un uomo eroico, sempre dalla parte dei più deboli e dei più poveri, un politico fiero del suo essere socialista, in sintesi un nemico per l’imperante nazi- fascismo e che proprio per questo, doveva essere eliminato. E così fu quel 28 giugno 1944.
Rovereto non dimentica questo suo eroico figlio.
La cerimonia è proseguita nella stretta che unisce Piazza Rosmini con Corso Bettini, dove sopra lo storico portone che porta, oggi come 81 anni fa, allo studio legale di Angelo Bettini, è stata posta una corona d'alloro in suo perenne ricordo.
Paolo Farinati