Quindici anni fa moriva Silvius Magnago

Messa in duomo e convegno in tre lingue per ricordare Silvius Magnago

A 15 anni dalla morte, esponenti della politica dei tre gruppi linguistici dell'Alto Adige sottolineano l'attualità del pensiero del padre dell'autonomia altoatesina.
Magnago è stato l’autore della «Notte dei fuochi» che diede il via alla rivolta dell’Alto Adige contro la Regione autonoma del Trentino Alto Adige, perché era inevitabilmente espressa da una maggioranza di lingua italiana.
Cambiò lo slogan da «Los von Rom» in «Los von Trient».

La lotta non fu incruenta, perché nei 361 attentati che seguirono persero la vita 21 persone e ne rimasero ferite 57.
La fine della rivolta coincise con l’approvazione del «Pacchetto Trentino Alto Adige» che portò al secondo statuto di autonomia, quello che sancì la separazione del Trentino dall’Alto Adige.
Per questo Magnagus è considerato il Padre dell’Autonomia dell’Alto Adige. E contemporaneamente quella del Trentino che conosciamo oggi.
Durnwalder amava dire che Magnago aveva costruito la Casa dell’autonomia e a lui non restava che arredarla.

Il commissario del governo Vito Cusumano, il presidente della giunta altoatesina Arno Kompatscher, il sindaco di Bolzano Claudio Corrarati e l’ex primo cittadino Renzo Casamaschi hanno partecipato alla cerimonia di oggi e alla messa celebrata in sua memoria dal vescovo Ivo Muser in tre lingue, tedesco, italiano e ladino.
Il vescovo lo ha definito «costruttore di ponti».
«La pace nella nostra terra, l'identità culturale, la libertà individuale, la convivenza dei diversi gruppi linguistici, – ha sottolineato Muser. – Tutto questo per lui non era un valore astratto, ma un compito concreto.»
In realtà il ponte lo hanno costruito i membri della Commissione dei 19 che hanno esaudito i sogni di Magnago cercando la giusta soluzione per tutti.