Oggi di 40 anni fa iniziava «La Grande nevicata del 1985»

Dopo due settimane di gelo polare, nevicò per 4 giorni consecutivi, raggiungendo in città anche i 145 centimetri

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Il gatto del nostro Marco Oss, fotografato da lui mentre prova a districarsi.

La mattina di 40 anni fa, la grande nevicata che aveva iniziato a imbiancare l’Italia nord settentrionale si portò sul Trentino e iniziò a scaricarsi.
Milano aveva deriso Roma messa in difficoltà da 5 centimetri di neve, poi i Trentini derisero i milanesi messi in difficoltà da 30 centimetri. Infine toccò a noi.
La neve è sempre amata in Trentino, ma quella volta si incrociarono degli eventi decisamente straordinari anche per il nostro territorio.
Le vacanze di Natale appena concluse erano state caratterizzate da un freddo polare nel vero senso della parola. Una massiccia ondata di gelo proveniente dall'artico russo (più precisamente dal mare di Kara) raggiunse il mar Mediterraneo, avanzando con estrema velocità.
Per quindici giorni la temperatura si mantenne sui 17 gradi sotto lo zero.

La popolazione seppe cavarsela abbastanza bene, ovviamente spendendo molto di più di riscaldamento e prestando attenzione alle auto diesel, il cui gasolio in quei tempi si congelava molto facilmente.
Ma fu un disastro per le piante mediterranee. Sulle sponde del Garda morirono oleandri giganteschi e gli agrumeti rischiarono di sparire.
Il fiume Adige iniziò a trasportare lastroni di ghiaccio, che le persone anziane - avendoli visti più volte - aveva imparato a definirli «zelteni». Quando l’Adige trasportava i zelteni il freddo era «polare». Gli anni più recenti così freddi risalivano al 1944, il 1946 e 1947.
In quei giorni del 1985 i lastroni si incastrarono tra loro coprendo tutta la superficie del fiume. L’acqua scorreva sotto.
Questa situazione va doverosamente premessa, perché è stata questa la causa vera della grande nevicata del 1985.
 
Quando nevicava a Trento, la temperatura si portava sugli zero gradi e poi, man mano che si imbiancava il suolo, la temperatura tendeva ad alzarsi e la neve faceva posto alla pioggia.
Ma dopo due settimane ai 17 gradi sotto lo zero, la temperatura non riusciva ad alzarsi. E continuò a nevicare.
Nevicò per 4 giorni consecutivi.
A Trento città cadde quasi un metro e mezzo di neve. Una cosa mai vista. Il comune, per liberare le strade, dovette creare piramidi gigantesche di neve in piazza Duomo, alte quasi come il Nettuno. Non fu una cosa semplice, perché allora le auto erano posteggiate in tutte le strade del centro.
Poi, con calma, la neve venne trasportata dalla piazza del Duomo alle sponte dell’Adigetto e la city fu rimessa in funzione.

Ma nessuno pensò a come liberare la neve dalle zone periferiche, sicché i disagi della popolazione rimasero a lungo.
La gente usciva di casa solo per comperare il pane e il latte che, miracolosamente, si trovavano sempre.
Come si può immaginare, le attività economiche si fermarono e i giornali dovettero fare a meno dei fuori sacco. L’unica tecnologia funzionante era il telex.
Quando, alla fine del quarto giorno, la neve si trasformò in pioggia, qualche solaio cedette.
A ricordo di quel periodo furono scritti romanzi e sceneggiature da teatro.
Questo perché in Trentino, comunque la si voglia vedere, la neve porta felicità e allegria.
Ricordo che telefonai sul Bondone per chiedere come se la stavano cavando e mi risposero: «Fantastico! Un’altra nevicata così e siamo a posto per tutto l’inverno!»

GdM