L’educazione al rispetto – Di Nadia Clementi

Il Senso della Relazione, il tempo delle parole: incontro con Gino Cecchettin e Barbara Poggio

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Il 13 marzo scorso a Trento, presso l’Auditorium S. Chiara, si è svolto un evento di forte intensità emotiva: «Il senso della relazione, il tempo delle parole».
Protagonisti dell'incontro sono stati Gino Cecchettin, padre di Giulia, la studentessa veneta di 22 anni brutalmente uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta l'11 novembre 2023, e la professoressa Barbara Poggio, sociologa del lavoro e dell'organizzazione, prorettrice alle Politiche di equità e diversità dell'Università di Trento e membro del comitato scientifico della Fondazione Giulia Cecchettin.
A moderare la serata, il giornalista Alberto Faustini, responsabile della comunicazione del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli.
L’evento è stato organizzato dall’Istituto Comprensivo TN 5 in collaborazione con il Comune di Trento.
 
L'incontro è iniziato con un caloroso applauso del pubblico, un segno di solidarietà e vicinanza a Gino Cecchettin.
Con voce commossa, Gino ha dedicato questo applauso alla figlia Giulia, «la vera motrice di tutto questo», sottolineando come la sua vicenda abbia generato un movimento di consapevolezza e cambiamento.
Si emoziona nel vedere il volto di Giulia sul manifesto, riconoscendo che, per quante volte l'abbia vista, la sua immagine suscita sempre una profonda emozione.
«Lei, con due parole, riusciva a far scomparire lo stress, la rabbia, qualsiasi fatica», – ricorda, evocando il suo «Ciao Papino», pronunciato con una voce ancora fanciullesca, ma piena di grazia.

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Gino Cecchettin.

 
 Un Padre, il Dolore e la Ricerca di un Senso  

Gino Cecchettin ha condiviso con il pubblico il suo percorso di dolore, che ha segnato la sua vita negli ultimi anni.
Ha parlato della difficoltà di perdonare, un processo complesso e doloroso, e dell'importanza dell'amore, un sentimento che ha segnato profondamente la sua vita, sia attraverso il legame con Giulia che con la moglie Monica, scomparsa prematuramente un anno prima della figlia.
«Non la sogno spesso, ma è come se fosse sempre presente», – ha raccontato Cecchettin, evocando la figura di Giulia in tutta la sua naturale solarità.
Ha descritto il ricordo di piccoli gesti quotidiani, come spazzolarle i capelli da bambina, e del suo profumo, ancora presente sul cuscino e le lenzuola della sua stanza, che non ha mai cambiato. Nemmeno l’ordine della scrivania è stato alterato, tutto è rimasto fermo nel tempo, come quando Giulia è uscita di casa senza fare ritorno.
 
 L'Importanza delle Relazioni e del Tempo Dedicato ai Cari  

Cecchettin ha sottolineato l'importanza di dedicare più tempo alle persone care, un insegnamento che ha tratto dalla sua esperienza personale.
«Ora cerco di stare più con i miei figli, Davide e Elena, vivo ogni istante e dico loro quanto li amo», – ha affermato, un cambiamento radicale rispetto al passato, quando la fretta del lavoro e della palestra lo portava a trascurare i momenti di condivisione.
«Rimpiango e cerco di recuperare tutti quegli attimi che prima erano quotidiani e che ora sono vitali», – ha confessato, invitando il pubblico a riflettere sul valore del tempo e sull'importanza di vivere pienamente ogni momento.

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Copertina del libro Libro «Cara Giulia».

 
 L'Educazione dei Figli e l'Apertura verso gli Altri  

Cecchettin ha parlato dell'importanza di educare i figli all'unicità, incoraggiandoli a essere se stessi e a non conformarsi ai modelli imposti dalla società.
«Non tutti dobbiamo avere le scarpe firmate», – ha affermato, sottolineando il valore dell'autenticità e della semplicità. Ha spiegato quanto sia stato educativo non acquistare subito il cellulare a suo figlio solo perché lo avevano tutti.
Nonostante la sua visione agnostica, Cecchettin ha raccontato dell'amicizia con don Davide e di una passeggiata insieme, un simbolo della sua apertura verso gli altri e della sua capacità di trovare conforto e sostegno in diverse forme di spiritualità.
 
 Giulia, un Esempio di Generosità e Altruismo  

Il ricordo di Giulia è stato al centro della serata.
Cecchettin ha descritto la figlia come una persona molto generosa, sempre pronta ad aiutare gli altri.
«Giulia era speciale, lo dicono tutti quelli che l'hanno conosciuta», – ha affermato, ricordando episodi di altruismo e di amicizia disinteressata.

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 Il Libro «Cara Giulia» e la Fondazione Giulia Cecchettin  

Gino Cecchettin ha sentito la necessità di scrivere il libro «Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia» come una lettera d'amore, un modo per perpetuare la memoria di Giulia attraverso le parole e condividere gli insegnamenti appresi dalla sua esperienza.
Questo impulso è stato strettamente connesso alla volontà di creare la Fondazione Giulia Cecchettin, un'istituzione nata per tradurre il dolore in azione concreta.
Cecchettin ha delineato gli obiettivi della Fondazione: «Desideriamo fornire gli strumenti a chi, come Filippo, si trova disarmato di fronte alla fine di una relazione, incapace di accettare un no.
«Attraverso il dialogo con esperti, abbiamo compreso l'importanza di promuovere la cultura e l'educazione, per diffondere la consapevolezza sulla violenza e fornire gli strumenti per difendersi.
«Questo è il progetto che ci siamo prefissati. Incontri come questo rappresentano un piccolo contributo a un'opera più ampia, che prenderà sempre più forma grazie al lavoro del comitato scientifico.»
 
 Un Impegno per il Futuro  

L'incontro si è concluso con un palpabile senso di speranza, unito a un impegno che ha toccato il cuore di tutti i presenti.
Gino Cecchettin, con voce carica di emozione, ha ribadito l'urgente necessità di combattere la violenza di genere attraverso l'arma più potente: l'educazione e la cultura.
Ha invitato ciascuno a diventare parte attiva di questo cambiamento, sostenendo la Fondazione Giulia Cecchettin, (https://fondazionegiulia.org/) un faro di speranza nel buio della violenza.
«Condividete le pagine web della Fondazione, anche solo un like, un piccolo gesto per dare un segnale, per combattere insieme questo nemico invisibile che ci circonda.»
Un invito a trasformare il dolore in azione, a far sì che la memoria di Giulia diventi un simbolo di rinascita e cambiamento. La sua testimonianza, unita all'analisi lucida di Barbara Poggio, ha acceso una luce di speranza, ricordandoci che il cambiamento è possibile, che la forza dell'amore e della cultura può superare l'oscurità della violenza.

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La serata trascorsa a Trento, con le testimonianze di Gino Cecchettin e Barbara Poggio, ha lasciato un'impronta indelebile.
Più che un evento, è stata un'esperienza di condivisione profonda, un momento di riflessione collettiva sul valore delle relazioni umane e sull'urgenza di contrastare la violenza di genere.
Le parole di Gino Cecchettin, intrise di dolore e di amore, hanno toccato le corde più intime dell'anima, invitando ciascuno a interrogarsi sul proprio ruolo nella costruzione di un futuro migliore.

Nadia Clementi - [email protected]
https://fondazionegiulia.org/