Johann Baptist Alton: l'eredità immortale di un pioniere
Importante studioso e pioniere della ricerca linguistica ladina, viene omaggiato dal Museum Ladin Ciastel de Tor in occasione del 125° anniversario della sua morte

Alton è stato il primo ladino a condurre ricerche sulla propria lingua madre a livello universitario, utilizzando i moderni metodi di studio della lingua romanza.
Grazie al suo instancabile impegno, ha contribuito in modo significativo all'affermazione del ladino come lingua scritta e alla sensibilizzazione della propria cultura e identità.
Ha lavorato con passione e dedizione per preservare il patrimonio ladino e trovare nuovi modi per esprimerlo e riconoscerlo.
Alton nacque a Colfosco in Val Badia nel 1845.
Dopo aver studiato a Bressanone e a Trento, proseguì gli studi a Innsbruck e alla Sorbona di Parigi, dove si specializzò in lingue classiche e francese.
La sua carriera professionale lo portò a Praga, Vienna e Rovereto come insegnante.
Dal 1885 insegnò come docente privato all'Università di Vienna.
Nonostante la delusione per la mancata nomina alla neonata cattedra di filologia romanza di Innsbruck nel 1899, Alton rimase uno studioso molto apprezzato.
La sua eredità accademica comprende lavori innovativi sulla lingua, la letteratura e gli studi regionali ladini. Particolarmente degne di nota sono le sue tesi di laurea «Die ladinischen Idiome in Ladinien, Gröden, Fassa, Buchenstein, Ampezzo» e «Beiträge zur Ethnologie von Ostladinien».
Con opere come «Proverbi, tradizioni ed anneddoti delle valli ladine», «Rimes ladines» e «Stories y cianties ladines», ha dato un contributo decisivo alla conservazione della lingua e delle tradizioni culturali ladine.
Tuttavia, la vita di Alton non fu caratterizzata solo dal lavoro scientifico.
Nel 1900, lui e la nipote Maria, che lo assisteva come governante, furono vittime di una brutale rapina nella loro casa di Rovereto.
Questo episodio non solo fece notizia, ma ispirò anche la letteratura: Robert Musil lo utilizzò per creare il personaggio di Christian Moosbrugger nel suo romanzo «L'uomo senza qualità».
«In occasione del 125° anniversario della sua morte, desideriamo onorare questa straordinaria personalità e concentrarci sul suo prezioso lavoro, – spiega la direttrice le Museum Ladin, Katharina Moling, – i suoi instancabili sforzi e i suoi servizi alla ricerca sulla lingua e la cultura ladina hanno avuto un impatto duraturo e continuano a formare la coscienza della nostra regione fino ad oggi.»