Il 25 aprile 2025 ricorre l'80° anniversario della Liberazione

La Seconda guerra mondiale tuttavia per l'Italia finì sette giorni doppo, il 2 maggio

L'anniversario della liberazione d'Italia è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.
 
Questo il testo del proclama:
«Arrendersi o perire!» fu l'intimazione che i partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi diedero ai nazifascisti ancora in armi.
«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»
 
In realtà quel 25 aprile la situazione era decisamente confusa.
I tedeschi avevano trattato l’armistizio in tutta segretezza (sia con Berlino che con gli Italiani) grazie all’intermediazione del Cardinale Schuster di Milano con gli alleati. La resa avrebbe dovuto essere incondizionata, ma i tedeschi ottennero di potersi ritirare in Germania con le proprie armi. In Germania avrebbero deposto le armi.
Ritirandosi avrebbero usato le armi e non solo per difendersi, generarono altre inutili stragi, anche in Trentino.
Fatto sta che alle 17.30 del 25 aprile i tedeschi firmarono l’armistizio.
 
Ovviamente Mussolini si imbestialì perché stavolta erano stati i tedeschi a tradire.
Ma se Mussolini non sapeva nulla, il maresciallo Graziani, capo di stato maggiore dell’esercito della Repubblica Sociale, era stato coinvolto. Se avesse firmato anche lui, le truppe repubblichine si sarebbero ritirate nelle caserme in attesa della fine del conflitto con l’arrivo degli alleati ai quali avrebbero consegnato le armi.
Ma poiché oltre ai militari c’erano anche le brigate nere da coinvolgere e sulle quali Graziani non aveva alcuna giurisdizione, attese il benestare di Mussolini, il quale però aveva lasciato Milano ed era irreperibile. Quindi l’occasione fu irrimediabilmente perduta.
 
Quando il CNLAI emise il proclama «arrendersi o perire», alcuni fascisti cercarono di dileguarsi per salvarsi la vita e altri decisero di combattere fino alla morte.
Molti cecchini si postarono sui tetti per sparare sui partigiani che stavano invadendo Milano bene accolti dalla popolazione.
Fu una tragedia ma, a parte gli inutili caduti di quel 25 aprile, Milano fu presto nelle mani del Cominato di Liberazione.
Mussolini e i gerarchi scapparono a nord di Milano, ma la loro fine sarebbe avvenuta giorni dopo. Ne parleremo.
 
Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile).
La Liberazione mise così fine all'occupazione tedesca, a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra.
La data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti, che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.

Il termine storico della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, si ebbe solo il 2 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo, durante la cosiddetta resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945; tali date segnano la sconfitta definitiva del nazismo e del fascismo in Italia.
Su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d'Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all'articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per ogni anno:
«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»

GdM