Caso Pedri, il pensiero di Lucia Coppola
«Oltre la sentenza, una riflessione necessaria sulla gestione del rischio stress lavoro correlato in APSS»
La recente assoluzione dell’ex primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu nel caso legato alla scomparsa della dottoressa Sara Pedri non cancella il tema centrale di questa vicenda: la gestione del rischio da stress lavoro-correlato negli ambienti sanitari, in particolare nei reparti ad alta complessità come Ostetricia e Ginecologia.
Nonostante l’assenza di una legge specifica sul mobbing, la normativa per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro esiste già.
Il D.Lgs. 81/2008 impone la valutazione e gestione dei rischi, compreso lo stress lavoro-correlato, per tutti i lavoratori, primari inclusi.
È quindi necessario che l’APSS assicuri una valutazione approfondita di questo rischio aggiornata e costantemente monitorata in ogni unità operativa, reparto e servizio.
Se si è giunti a processi, dimissioni, licenziamenti e commissioni di inchiesta, è evidente che la gestione del rischio da stress lavoro-correlato in Ginecologia è stata deficitaria.
Il «clima difficile» e l’ambiente percepito come «tossico» dai dipendenti non possono essere ignorati. Il numero significativo di parti offese indicate dalla procura e delle ginecologhe costituitesi parte civile lo dimostra.
Questa vicenda deve diventare un punto di svolta: è necessario un intervento concreto e immediato per rafforzare il monitoraggio del rischio stress lavoro-correlato in tutta la sanità trentina.
Solo così sarà possibile prevenire future situazioni critiche e garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutti.
Lucia Coppola
Consigliere Alleanza Verdi e Sinistra