«Achille Perenthaler: volontario dal cuore d’oro»
Il ricordo di Franco Panizza e di tutti coloro che gli hanno voluto bene
Sono trascorse ormai alcune settimane da quando lunghi e commossi applausi hanno accompagnato nella chiesa di Cavareno, gremita di tantissimi amici, i numerosi e toccanti interventi di ricordo nell’ultimo saluto ad Achille Perenthaler, un uomo e un amico che ha segnato la storia economica e sociale della Valle di Non.
Achille è stato uno dei principali promotori dello sviluppo dell’altipiano della Predaia, come ha ricordato, nel suo intervento ficcante e commosso fino alle lacrime, l’amico di sempre Lino Rizzardi.
Lo è stato a partire dalla gestione dell’Albergo Sores, che ha valorizzato e rilanciato facendolo diventare un punto di riferimento riconosciuto da tutti, fino all’impianto di risalita sciistico e a tutta una serie di iniziative finalizzate allo sviluppo dell’Altipiano.
Achille non amava mettersi in mostra e non ambiva a cariche: per lui contava il fare. Era anche un instancabile volontario, come recitano le belle e significative parole che ci ha lasciato:
«Tu, nella vita, dona agli altri sempre senza chiedere nulla in cambio. Ricordati che prima o poi, quello che tu hai dato, ti ritornerai indietro senza che tu lo chieda.»
A ricordarlo sono stati soprattutto i suoi affezionati Alpini, che ha guidato e sostenuto con convinzione, anche nelle sue apprezzate lezioni nelle scuole e negli asili e che pochi giorni dopo la sua morte hanno provveduto a consegnare ai bambini gli asinelli dolci che gli aveva preparato, come ogni anno.
Achille è stato anche un appassionato sportivo, in particolare del gioco del tamburello, e un generoso volontario della Charta della Regola di Cavareno.
Quando c’era bisogno, Achille c’era sempre, con una parola di incoraggiamento, con la sua sconfinata e disinteressata generosità, con la sua preziosa esperienza.
Specialmente con i bambini e i giovani, verso cui sentiva forte la responsabilità di trasmettere i valori del volontariato e dell’impegno civile.
Achille, infine, è stato anche un inguaribile idealista e uno dei primi coraggiosi autonomisti della Val di Non. Mi commuoveva ogni volta che mi raccontava, con orgoglio, della sua entusiasta partecipazione all’imponente manifestazione dell’ASAR a Trento nel 1948.
I tantissimi amici che, come me, hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo non lo dimenticheranno e sono oggi vicini, con affetto e sincera riconoscenza, ai figli Paolo e Cristina e ai suoi cari, nella certezza che il suo esempio di uomo generoso e sempre al servizio disinteressato della propria comunità ha lasciato tanti buoni frutti e altri ancora ne produrrà, in particolare per i giovani che oggi, spesso, si fanno sopraffare dalla delusione e dal disimpegno.
Franco Panizza