«Giustizia e carità, sono i valori indivisibili»
L'analisi di Guido Tallone, del Gruppo Abele di Torino, al Convegno annuale Caritas dedicato ai giovani
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Giustizia e carità per i giovani vanno di pari passo, quindi alla giustizia dobbiamo ancorare una cultura della solidarietà praticata nella quotidianità dagli adulti che vivono a contatto con i ragazzi.
Lo ha detto oggi pomeriggio Guido Tallone, esperto di politiche giovanili del Gruppo Abele di Torino, al Convegno annuale Caritas che si è svolto al Centro Mariapoli di Cadine.
«Noi adulti – ha aggiunto Tallone – abbiamo una grande responsabilità: i nostri figli ascoltano e interiorizzano ciò che diciamo, soprattutto quando crediamo che non ci prestino attenzione. Dobbiamo imparare anche ad ascoltare i giovani e parlare con loro non quando vogliamo farlo noi, ma quando ce lo chiedono loro.
«I ragazzi di questa generazione – ha detto poi Guido Tallone – ci presentano una sfida inedita: avranno un benessere inferiore ai loro genitori e il passaggio dal più al meno sarà faticoso. Per questo abbiamo il compito di trasmettere loro i veri valori attraverso testimonianze di concreta solidarietà, perché i giovani ci chiedono giustizia, cultura, prossimità e, appunto, testimonianza.»
Il Convegno Caritas, principale momento formativo, di incontro e confronto con i tanti collaboratori e volontari sul territorio, era intitolato quest'anno «Incontrare i giovani nella Carità».
Prima dell'intervento di Guido Tallone, i lavori del Convegno erano stati aperti con un momento di preghiera dall’Arcivescovo di Trento.
Nel proprio saluto, mons. Luigi Bressan ha rivolto al pubblico del convegno l'auspicio che i giovani siano «imprenditori della loro vita», perché i ragazzi non si limitano alla semplice «conservazione» ma sanno e vogliono guardare avanti.
Il direttore della Caritas diocesana, Roberto Calzà, ha ricordato alcune fra le iniziative nelle quali i giovani si sono impegnati con particolare entusiasmo.
Fra queste, le «72h senza compromessi» e il «Capodanno insieme», senza dimenticare anche il contributo dei ragazzi ai negozi «Altr'Uso» e i percorsi nelle scuole.
In tutte queste occasioni – ha affermato – abbiamo incontrato dei giovani desiderosi di mettersi in gioco, di provare, di costruire qualcosa di interessante per loro e per la comunità.
«Questo – ha detto Roberto Calzà – con estrema disponibilità, con un entusiasmo e con un protagonismo che davvero ci ha colpiti e ha dato anche a noi uno stimolo per continuare su questa via.
«Proviamo a capire con umiltà e nell'ascolto quali vie percorrere per dare spazio, nel nostro promuovere la carità nelle comunità, a queste nuove generazioni che non possono essere descritte solo come un problema, come un'emergenza educativa, ma che sono risorsa per tutti.»
Il Convegno è proseguito con l'attività dei gruppi di lavoro, nei quali i giovani volontari hanno parlato delle loro iniziative e dei loro progetti in Caritas, ma soprattutto hanno raccontato le loro motivazioni, i loro stimoli e le loro soddisfazioni nello spendersi per la comunità.