Trionfo del Nuoto alle Olimpiadi giovanili di Nanchino (Cina)

Ne parliamo con il CT azzurro, il trentino Walter Bolognani – Di Nadia Clementi

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Si è conclusa lo scorso 28 agosto la seconda edizione delle Olimpiadi giovanili (Youth Olympic Games) in programma a Nanchino in Cina.
Trenta le discipline sportive che hanno animato le due settimane di gara, con la presenza di 3.800 atleti in rappresentanza di 204 Paesi.
Il bilancio per la missione italiana è stato più che positivo, con il piazzamento complessivo al terzo posto nel medagliere con 17 medaglie di cui sette ori, cinque argento e cinque bronzi.
Considerevole l’apporto del nuoto al bottino azzurro, con 4 medaglie d’oro, 1 argento e 2 bronzi, ai quali si aggiungono anche 4 primati italiani delle categorie juniores e cadetti.
Anche in Cina sembra aver trovato conferma il momento d’oro del nuoto italiano: se infatti proprio in simultanea i giganti della vasca, Pellegrini, Dallapè e Cagnotto tra tutti, hanno portato a casa una pioggia di medaglie dall’Europeo di Berlino, anche i giovani delle Olimpiadi di Nanchino non sono stati da meno.
Si dice più che soddisfatto il responsabile tecnico Walter Bolognani, storico allenatore trentino alla guida delle Nazionali Giovanili da sette stagioni.
Nella sua carriera da tecnico di club a Trento, Modena e Reggio Emilia, le sue mani hanno forgiato atleti di alto calibro come il velocista René Gusperti, il fratello Andrè, la ranista modenese Sara Giovannoni ed un’altra dozzina di talenti che hanno indossato la maglia azzurra .
Bolognani ha accompagnato a Nanchino i giovanissimi atleti (nati tra il 1996 ed il 1998), in questi giorni è di ritorno a Trento per qualche giorno di riposo ed ha condiviso con il nostro giornale questa sua importante esperienza Olimpica, una tra le tante che si aggiunge al suo prestigioso curriculum.

Walter Bolognani, nato a Trento nel 1959, è stato uno dei sei Allenatori della squadra nazionale di Nuoto e Membro dello staff Olimpico ai XXX Giochi Olimpici di Londra 2012.  
 
Ha recentemente guidato la delegazione italiana alle Olimpiadi giovanili di Nanchino, portando a casa 4 medaglie d’oro, 1 argento e 2 bronzi, ai quali si aggiungono anche 4 primati italiani delle categorie juniores e cadetti.

Coach Bolognani, innanzitutto complimenti per il successo ottenuto in queste Olimpiadi, sembra che il nuoto italiano stia vivendo un momento, è il caso di dirlo, d’oro.
Man bassa di medaglie a Nanchino e grandi risultati anche a Berlino con gli Europei.
«Abbiamo vissuto una stagione che ricorderemo a lungo: dai Mondiali di Dubai, alle Gymnasiadi di Brasilia, gli incontri internazionali di Ucraina e Mosca, la Mediterranean Cup in Israele e l’europeo junior in Olanda. Una serie difficilmente ripetibile di successi, conclusa con l’Olimpiade cinese in modo formidabile. Il suggello di un grande lavoro svolto dai club e dai tecnici in sinergia con la Federazione.
«Quanto al nuoto dei grandi, l’Europa dice che il nostro Paese ha quantità, qualità e ricambio. Tutti ottimi presupposti per auspicare un futuro più che decoroso quando il panorama agonistico sarà più impegnativo ancora (Mondiali 2015 e Olimpiadi 2016).»
 
Com’è stata l’esperienza cinese? Ci racconti la composizione del suo staff, la preparazione degli atleti, una giornata tipo insomma.
«La spedizione era composta, oltre che da me, dal collega Luca Corsetti e dagli atleti Alessandro Bori, Giacomo Carini, Nicolangelo Di Fabio, Simone Sabbioni, Claudia Tarzia, Simona Quadarella, Rachele Ceracchi e Ambra Esposito.
«Conclusi i Campionati Italiani, dopo un breve raduno collegiale a Roma, ci siamo spostati a Nanchino l’ 11 agosto ed abbiamo proseguito la preparazione sino al 17, giorno di inizio delle gare.
«La giornata tipo in Cina prevedeva due allenamenti al giorno con una importante attenzione all’adattamento al fuso orario (+ 6 ore) ed alla vita del Villaggio Olimpico, del tutto diversa dalle esperienze abituali in Hotel. A questo proposito mi è servita molto l’esperienza fatta ai primi Giochi Giovanili di Singapore nel 2010 ed alle Olimpiadi di Londra del 2012.
«Qualche difficoltà con il clima (caldo e umido) e con il cibo non del tutto abituale per i ragazzi. Cose comunque del tutto superabili e che (vedi i goffi tentativi di utilizzo dei bastoncini per mangiare) hanno suscitato anche momenti di ilarità.
«Vivendo in un villaggio olimpico protetto e super sorvegliato non è stato possibile entrare subito in contatto con cultura e costumi cinesi se non attraverso l’interazione con i numerosissimi (20 mila) volontari.
«A questo abbiamo ovviato nei giorni dopo le gare, visitando Nanchino, Shanghai e partecipando al ricco programma culturale e di integrazione tra usi e costumi diversi. Questa la peculiarità delle Olimpiadi Giovanili, dove sport e condivisione del tempo libero vanno a braccetto.»
 

Olimpiadi Giovanili di Nanchino 2014.

Un identikit dei suoi giovani atleti: età media, da dove provengono e soprattutto in che modo un esperto come lei individua un atleta di talento?
«I ragazzi di Nanchino sono nati tra il 1996 ed il 1998 ed in questa occasione provengono da Lazio, Campania, Liguria, Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia. Sono 4 maschi e 4 femmine, come richiesto dal regolamento dei Giochi e la selezione avviene sulla scorta dei tempi conseguiti in occasione dei Campionati Italiani.
«La fascia giovanile di cui mi occupo comprende tre categorie diverse e spazia dai 13 ai 18 anni di età. A queste fasce d’età sono dedicati diversi circuiti internazionali che vedono contesti sempre più allargati e confronti sempre più impegnativi (Meeting Internazionali, Mediterranean Cup, Festival Europeo, Campionati Europei, Gymnasiadi, Campionati Mondiali e Giochi Olimpici).
«Il monitoraggio sul movimento è la parte più impegnativa e stimolante del mio lavoro: è necessario un continuo spostamento nella Penisola, una grande interazione con club e tecnici ed una importante presenza nei momenti agonistici, dove si esaltano le qualità dei ragazzi e dove è possibile osservarne un grande numero.»
 
«L’individuazione, la gestione e la programmazione di lavoro per un talento o per un giovane che dimostra buone attitudini per il nuoto è argomento delicato e di grande dibattito in tutte le discipline sportive in maniera trasversale.
«Coinvolge aspetti extra-tecnici e tutto l’universo che ruota attorno al giovane atleta è un mix tra abilità tecnico-prestative, attitudini psicologiche e potenzialità fisiche. Partner inderogabile nello sviluppo del talento è la famiglia, spesso considerata a torto un ostacolo, da me giudicata una risorsa unica.
«Un piccolo rammarico è la mancanza (più frequente che saltuaria) di una interazione reale tra il mondo scolastico e quello sportivo. Una latenza di attenzione secondo me grave sul significato di una vita sportiva agonistica per un giovane.
«Chi sceglie di fare sport va compreso e sostenuto, che non significa giustificato e/o cassato a priori.»



Che tipo di allenamento segue un giovanissimo, a Nanchino abbiamo visto atleti di 15-17 anni, in preparazione di una gara così importante? Quale tipo di alimentazione devono seguire, stile di vita e altro?
«I ragazzi si allenano una volta al giorno nel corso del periodo invernale con un paio di sedute a secco settimanali. D’estate e nei periodi di vacanza scolastica gli allenamenti diventano due al giorno. Spesso i fine settimana sono dedicati a gareggiare. Nel lavoro in acqua molta enfasi viene data all’affinamento della tecnica e ad altri particolari importanti per una corretta gestione delle energie/risorse in gara.
«Il nuoto richiede una dedizione particolare. Spesso si dimentica che è una attività fisica svolta in orizzontale e in un mezzo, l’acqua, che non ci è proprio familiare. Noi nasciamo per stare in posizione eretta e muoverci nell’aria, usando per lo più le gambe per spostarci, con una respirazione naturale ed un campo visivo molto ampio. Queste due o tre cosette fanno capire che nuotare può richiedere qualcosa in più, ma soprattutto della profonda differenza rispetto ad altre attività motorie.»
 
«L’alimentazione è la stessa di chi segue una dieta equilibrata, assumendo cibi e pietanze in modo vario e senza scordare le verdure e la frutta, alimenti per i quali i ragazzi hanno spesso idiosincrasia come l’aglio per un Vampiro.
«Lo stile di vita per un teen-ager che studia e fa attività sportiva è del tutto simile per le varie discipline sportive. Svolti i compiti relativi scuola e sport, rimane poco tempo per altre attività, cosa che comunque non pregiudica una perfetta integrazione con l’universo adolescenziale.
«Lo sport viene praticato assieme ad altri coetanei/amici e quindi non ostacola tutte le situazioni comuni alla vita giovanile.»
 
Gli atleti Simone Sabbioni e Nicolangelo Di Fabio hanno conquistato entrambi una medaglie d’oro a queste Olimpiadi, che futuro vede per loro?
«Anche Ambra Esposito e Simona Quadarella hanno vinto un oro, ma comunque ritengo la domanda pertinente per tutti ed 8 gli atleti che erano con me: non si arriva per caso ad una Olimpiade Giovanile (più della metà degli 8 azzurri presenti a Singapore con me nel 2010 sono poi entrati a far parte della Nazionale Assoluta).
«Sono tutti sulla soglia della Nazionale maggiore, qualcuno l’ha già sperimentata in occasioni anche prestigiose (es. Esposito nei Giochi del Mediterraneo).
«Dopo questa esperienza i ragazzi hanno raggiunto una maturità tale da poter gestire impegni assoluti
 
Una promessa del nuoto è anche l’atleta Giacomo Carini, medaglia d’argento alla staffetta 4x100 stile libero e bronzo nei 200 farfalla.
«Carini veniva da alcune settimane problematiche, fatte di qualche noia fisica e di antibiotici. E’ riuscito a cogliere un risultato davvero grande nonostante tutto, quindi doppiamente bravo.
«Come detto prima, anche per Rachele Ceracchi, Claudia Tarzia ed Alessandro Bori che completavano la spedizione e che hanno brillato anche senza salire sul podio individuale, siamo alle porte di una carriera con tutti i presupposti per essere luminosa e lunga.»
 
Come avete festeggiato questo importante successo olimpico?
«Quello che mi è piaciuto è stata la maturità ed equilibrio con cui i ragazzi hanno gestito i successi. Nessun atteggiamento sopra le righe, cosa purtroppo non episodica in molte manifestazioni giovanili di profilo decisamente inferiore, ma la sana felicità e soddisfazione di chi ha portato a termine nel migliore dei modi l’appuntamento agonistico più importante (fino ad ora) della propria giovane carriera.
«Sorrisi che in realtà non sono mai mancati, abbracci e un pizzico di goliardia che ci hanno fatto vivere con leggerezza le tre settimane cinesi, anche nei momenti di difficoltà che comunque abbiamo avuto.»
 

Olimpiadi giovanili di Nanchino - Chiusura. 
 
Qual è il ricordo che porterà con sé delle Olimpiadi di Nanchino?
«Molti quelli legati alle gare ed al magnifico rapporto con gli atleti ed il collega che ha condiviso con me l’esperienza. I più belli sono quelli più privati e per la maggior parte riferiti alla grande opportunità di conoscere sia pure in modo superficiale un mondo totalmente diverso dal nostro. »
 
Quali sono i prossimi impegni in programma per il nuoto giovanile italiano?
«La nuova stagione è dietro l’angolo e per la prima parte di essa, sino a fine anno, avremo un periodo di lavoro presso i club di appartenenza che prevede, dopo la ripresa, la partecipazione al circuito federale di manifestazioni nazionali e forse la presenza in una tappa di World Cup o ai Mondiali di vasca corta di Doha per qualcuno dei partecipanti alle Olimpiadi di Nanchino.
«Quanto al movimento giovanile in generale, sono pronti i raduni del Progetto Talenti 2020 con sede a Rovereto (il prossimo ottobre) e la partecipazione ad un paio di meeting Italiani con altri giovani selezionati. Il calendario delle visite itineranti sul territorio è in fase di realizzazione.»
 
Nadia Clementi - [email protected] - (precedenti)
Walter Bolognani - [email protected] - [email protected]
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