600 frutticoltori a Cles per la «giornata tecnica»
Grande affluenza di agricoltori al 14° incontro «La frutticoltura nelle valli del Noce»
Circa 600 frutticoltori hanno
partecipato oggi, all'auditorium del polo soclastico di Cles, alla
tradizionale giornata tecnica organizzata dall'Istituto
Agrario di San Michele all'Adige in collaborazione con Melinda.
Un appuntamento ormai consolidato e molto atteso dal mondo
agricolo, come dimostra la grande affluenza anche di
quest'anno.
Dalla corretta esecuzione dei trattamenti fitosanitari alla
confusione sessuale che interessa nelle Valli del Noce più di 3.400
ettari, dal monitoraggio scopazzi che finalmente fa tirare un
sospiro di sollievo ai frutticoltori, alla moria del melo che
invece richiede una certa particolare attenzione, per arrivare alla
ticchiolatura ed alle strategie per affrontarla.
Queste le principali tematiche affrontate dai tecnici del Centro
Trasferimento Tecnologico che hanno fornito anche quest'anno al
mondo frutticolo importanti suggerimenti ed indicazioni pratiche
per affrontare la nuova annata agricola.
L'incontro, introdotto dal presidente Francesco Salamini, è stato
moderato dal tecnico Fabrizio Dolzani.
Seguono i cinque temi affrontati nel corso della mattinata
Moria del melo, ridurre lo stress della
pianta
La moria del melo è senza dubbio uno dei
problemi più attuali e una delle relazioni più attese oggi dai
frutticoltori.
La malattia si è manifestata a metà anni Novanta aggravandosi in
queste ultime annate, ma è nel 2010 che il problema è esploso in
Valsugana.
Anche nel centro e bassa Valle di Non i frutteti sono interessati
da questo fenomeno, ma con morie generalmente inferiori..
I tecnici e gli sperimentatori stanno effettuando numerose
osservazioni ed analisi negli impianti colpiti e raccomandano di
adottare una serie di pratiche colturali che favoriscano la salute
della pianta e ne riducano lo stress.
Andrea Branz, Gianluca Giuliani e Massimo Prantil hanno spiegato
che nei primi anni di impianto occorre limitare la produzione per
consentire l'accrescimento della pianta.
Sono stati suggeriti alcuni accorgimenti orientati a prevenire
queste anomale morie: «Sul fusto eseguire l'imbiancatura con
prodotti specifici per ridurre gli sbalzi termici a fine inverno;
per prevenire la penetrazione di funghi e batteri da eventuali
lesioni sul fusto intervenire in maniera localizzata con prodotti
rameici, contenere il bostrico con trappole ad alcol, ridurre il
compattamento del terreno e rimuovere il ristagno di acqua».
Ticchiolatura, trattare prima della pioggia
Cristian Defant, Fabrizio Dolzani e Mario Springhetti hanno parlato
di ticchiolatura e delle strategie di difesa.
Le infezioni di metà maggio e metà agosto quelle hanno dato i
maggiori problemi nelle valli del Noce, ma una attenta e razionale
difesa fitosanitaria ha permesso al frutticoltore di arrivare alla
raccolta con una produzione senza danni significativi (da 0 a 0,3%
di mele con macchie).
I tecnici ribadiscono, pertanto, l'importanza di intervenire con
validi prodotti di copertura immediatamente prima di una
pioggia.
«Nel periodo di massima sensibilità della pianta alla malattia,
qualora iniziasse a piovere e la vegetazione fosse scoperta da più
di 2-4 giorni, valutare l'opportunità di intervenire con prodotti
di contatto ad inizio pioggia anche su piante bagnate.
I trattamenti vanno effettuati in modo razionale, utilizzando
macchine efficienti, adeguatamente controllate da personale
competente e soggette a regolare manutenzione.»
Trattamento fitosanitari, quando il meleto lo
favorisce
Eseguire correttamente i trattamenti fitosanitari risulta
fondamentale per la difesa. Piergiorgio Ianes, Maurizio Chini e
Matteo de Concini hanno spiegato che una distribuzione corretta ed
efficiente consiste nel riuscire a coprire bene le piante, ma
contestualmente ridurre al minimo le dispersioni ambientali.
Questo risultato è possibile ponendo la massima attenzione alle
seguenti condizioni: intervenire in condizioni climatiche
favorevoli (assenza di aria e temperature non troppo elevate),
conoscere e mantenere funzionali le macchine irroratrici ed infine
utilizzarle correttamente.
Scopazzi del melo, positivo il monitoraggio
Dopo anni di difesa dalle psille e di forte rinnovo degli impianti,
che ha interessato il 60% della superficie delle valli del Noce, il
risultato del monitoraggio scopazzi 2010 è molto positivo.
Stefano Bott, Matteo de Concini e Andrea Branz hanno spiegato che
la percentuale di piante colpite è scesa allo 0,45% e negli
impianti di M9, che rappresentano la maggior parte dei frutteti, è
pari allo 0,2%.
Alla luce dei buoni risultati ottenuti dalle esperienze senza
trattamento specifico sulla Cacopsilla melanoneura, e del positivo
riscontro del monitoraggio scopazzi 2010, la proposta tecnica per
la stagione 2011 non prevede il trattamento generalizzato specifico
contro questa psilla, mentre continueranno ad essere proposti
quelli contro Cacopsilla picta.
Tuttavia la problematica degli scopazzi rimane molto complessa;
risulta fondamentale il costante impegno del frutticoltore nel
completare le operazioni di rinnovo dei vecchi impianti e
nell'eliminare tutte le piante infette.
Confusione sessuale, 3400 ettari coinvolti
Confusione sessuale al centro della relazione di Roberto Torresani,
Luigi Tolotti, Gianluca Giuliani.
Nelle valli del Noce, dopo una prima fase di sperimentazione e
validazione a metà anni Novanta, le superfici in confusione sono
progressivamente aumentate.
Oggi, su 6500 ettari totali, sono 3400 gli ettari con diffusori per
carpocapsa (Cydia pomonella), 600 ettari per rodilegno giallo
(Zeuzera pyrina), 10 ettari per Cydia molesta (erano 800 nel 2006)
e circa 100 ettari per i tortricidi ricamatori.
Già dalle prime esperienze la confusione è risultata molto
interessante e dopo alcuni anni d'impiego ha permesso di ridurre e,
in qualche caso, di eliminare i trattamenti insetticidi contro
questi parassiti.
In un panorama di maggiore eco-sostenibilità questo metodo troverà
sempre più considerazione nella difesa dai lepidotteri dannosi.