Fondo territoriale al via. Olivi: «Un modello per il paese»
Nel Jobs Act valorizzata la nostra autonomia con uno strumento unico in Italia
«Finalmente si parte. E con un modello che valorizza la nostra autonomia su cui il Governo stesso ha deciso di scommettere.»
Lo dice con soddisfazione il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi commentando l'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, dei decreti attuativi del Jobs Act.
Il riferimento particolare è alla norma, dedicata espressamente alle Province autonome di Trento e di Bolzano che permette di istituire il fondo di solidarietà territoriale intersettoriale.
Uno strumento atteso, unico in Italia, che garantirà ai lavoratori di tutte le imprese, anche quelle piccole (e qui sta la novità), una integrazione del salario qualora dovessero essere sospesi dal lavoro per crisi temporanea o altri fatti non imputabili al datore.
«La norma riguarda tutti i settori - spiega Olivi - ma interessa, in particolare, quelli dell'artigianato, del commercio e del turismo, ambiti nei quali non sono presenti strumenti previdenziali utili a sostenere la continuità dei rapporti di lavoro e dei versamenti contributivi nei periodi di difficoltà aziendale e, di conseguenza, la conservazione dei patrimoni di professionalità.
Nell'industria inoltre si potranno finanziare interventi per la qualificazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori, ma anche per la gestione non traumatica degli esuberi di personale e per la sperimentazione di percorsi di accompagnamento alla pensione.»
Una scommessa, insomma, per tutto il Paese: «Ora - conclude Olivi - è importante che imprese e lavoratori facciano la loro parte.»
Nel resto d'Italia come detto non esiste una simile opportunità.
Lì operano i fondi istituiti a livello nazionale, per singola categoria contrattuale, dalle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro ovvero, in alternativa, il fondo di integrazione salariale costituito e gestito esclusivamente dallo Stato.
Per i lavoratori della provincia di Trento, invece, si prospetta la possibile partecipazione ad un fondo unico intersettoriale gestito a livello locale.
I contributi versati nel fondo unico dalle aziende e dai lavoratori trentini rimarranno sul territorio trentino e saranno gestiti presso l'Inps da un apposito comitato direttivo rappresentato dalle parti stipulanti l'accordo costitutivo del fondo e da rappresentanti dello Stato e della Provincia.
Lo stesso fondo consentirà ai lavoratori di beneficiare anche dei contributi validi per la pensione per tutto il periodo di sospensione dal lavoro.
Le prestazioni del fondo territoriale sostituiranno, dal 1 gennaio 2017, quelle riconducibili alla cassa integrazione guadagni in deroga, ormai prossima alla soppressione e che, dal 2009 ad oggi, in piena crisi economica ha consentito di arginare i licenziamenti nelle piccole imprese non industriali.
«Importante per i suoi effetti pratici - aggiunge Olivi - il fondo ha anche un'altra valenza, squisitamente istituzionale, perché la sua nascita va letta come un rafforzamento della nostra autonomia e contrasta la tendenza in atto che vede la centralizzazione presso lo Stato di tutte le politiche pubbliche. E' un altro esempio insomma di quell'esercizio dinamico e responsabile che altre volte ha qualificato il Trentino come laboratorio. Responsabilità e concertazione saranno ora i motori che accompagneranno l'evoluzione del modello di sviluppo socio-economico del Trentino, che sappia essere sostenibile e inclusivo.»
In questo percorso «di avanguardia» per la costruzione di un modello efficiente e innovativo di convivenza sociale, vanno ricordati anche altri due strumenti importanti: Laborfonds, istituito per sostenere la previdenza complementare, e Sanifonds, costituito per sviluppare la sanità integrativa.
«Ad essi - spiega Olivi - può ora affiancarsi il nuovo fondo territoriale di solidarietà, che opererà sul piano della previdenza obbligatoria.»
Il prossimo passo sarà ora la stipulazione di un accordo collettivo territoriale per stabilire le regole di funzionamento del fondo.
Tale accordo dovrà essere quindi recepito dallo Stato con decreto ministeriale.
Quanto ai contenuti della norma approvata, essa prevede che siano soggetti alla disciplina del fondo territoriale i dipendenti di imprese che non hanno la cassa integrazione e che occupano almeno il 75 per cento dei proprie addetti sul territorio provinciale.
Possono aderire al Fondo anche i datori di lavoro che abbiano già aderito a fondi di categoria nazionale e quelli rientranti nell'ambito di applicazione della cassa integrazione guadagni.
Per questi ultimi, il beneficio sarà costituito dalla possibilità di far fruire ai propri dipendenti tutele integrative dell'indennità di disoccupazione, piani di gestione degli esodi di personale anziano vicino alla pensione, piani formativi nell'ambito delle riorganizzazioni aziendali.
Si dispone anche che i datori di lavoro che aderiscono al fondo possano successivamente svincolarsi per aderire a quello nazionale, qualora istituito.
E' prevista un'aliquota di finanziamento minima dello 0,45 per cento dell'imponibile retributivo, da suddividersi, per due terzi, a carico dell'azienda e, per un terzo, a carico del lavoratore.