Abbiamo assaggiato per voi la grappa Segnana Anniversario
Gustata al termine di una cena alla Locanda Margon, firmata Alfio Ghezzi
Nella foto, lo chef Alfio Ghezzi e Matteo Lunelli alla
festa di anniversario.
In altro articolo abbiamo raccontato la parte istituzionale della
serata passata con la famiglia Lunelli per festeggiare il 150°
compleanno della Distilleria Segnana.
Ma dato che la festa è poi proseguita in una cena sopraffina a
Locanda Margon, conclusa con la degustazione della grappa Segnana
Anniversario, ci pare doveroso raccontare anche l'aspetto ludico
della serata.
Faceva parte della serata anche Francesca Negri, la collega che si
è prestata in un nostro fortunato servizio fotografico dedicato
alle donne in carriera. Francesca è una collega che si occupa
seriamente di piaceri del palato, non solo trentino.
Anche noi abbiamo il vizio di goderci la buona tavola e abbiamo la
debolezza di parlarne, nel bene o nel male.
D'altronde, che senso avrebbe farsi un buon pasto senza poi
parlarne (nel bene o nel male) con gli amici?
E allora parliamo della cena dell'Anniversario, che alla fin dei
conti è stata una scusa per arrivare preparati alla famosa
grappa.
Partiamo dall'antipasto: Scampo marinato.
Nella grappa Segnana Sherry Cask, porcini, crema di prezzemolo e
sandwich di milza.
Com'era? Poco.
Forse è il più semplice ed efficace commento mai scritto per
commentare un piatto.
Confessiamo di aver provato a mendicare allo chef un altro scampo
(provenivano dalla Sicilia), il quale però non si è fatto
intenerire dalle istanze di dolore provenienti dal nostro tavolo.
Niente da fare.
Quando uno scampo è eccezionale quasi crudo e senza condimento,
merita menzione.
Il sandwich (lillipuziano) andava mangiato alla fine, cosa che
abbiamo fatto puntualmente. Ma il discorso era lo stesso: poco.
Quindi il primo: Cannellone come una
carota. Ragout di coniglio e frutto della
passione.
Abbiamo notato che il coniglio è un tema ricorrente dello chef
Ghezzi.
Non ci siamo lamentati che fosse poco.
La seconda portata era il Coscio
d'agnello, con melanzane viola e pistacchi.
Si trattava di un roastbeef d'agnello (nella foto), cotto proprio alla
newyorkese. E qui abbiamo registrato diverse scuole di
pensiero.
Qualcuno non lo ha assaggiato perché era la creatura infante di una
perora. Rispettiamo questa sensibilità, ma amo ricordare un
aneddoto di mia madre, che era una brava cacciatrice e un'ottima
cuoca.
«Che belle che sono i fagiani…» Diceva in italiano con
sincerità femminile. Ma poi aggiungeva in lingua veneta da grand
gourmet «E che bóni che i sé!»
Taluni lo hanno trovato poco cotto, ma questo è il roast beef.
Altri un po' duro, questione di fortuna.
Noi l'abbiamo particolarmente gradito. Forse avrebbe potuto essere
più morbido anche il mio, ma era già vicino alla perfezione.
Giudizio il nostro che forse è viziato dalla passione che abbiamo
per le melanzane viola e per il pistacchio che lo
accompagnavano.
A seguire, il dessert, la Torta Foresta
Nera, un gelato al fiordilatte, emulsione al caffè
corretto con grappa Anniversario.
Decisamente non era male, ma visto che a latere sono stati portati
dei dolcetti al cioccolato che erano una vera delizia, forse il
ricordo del gelato è svanito un po' troppo in fretta.
Quanto ai vini, beh, i Lunelli giocavano in casa.
Ma con un appunto, e non da poco.
Si è partiti con il Ferrari riserva fratelli
Lunelli, per poi passare al Ferrari
rosé.
Un guaio, perché non si può scendere di qualità in un pasto.
Il rosé non regge al cospetto della riserva Lunelli. Se proprio non
si voleva condurre la cena con la sola riserva, ci sarebbe parso
opportuno gustare dei vini fermi, che fra l'altro la cantina
produce di ottima qualità.
Per finire in bellezza, eccoci alla grappa Segnana
Compleanno.
È l'espressione di vinacce di Chardonnay provenienti dal vigneto di
Maso Pianizza, da cui nasce il fuoriclasse Giulio Ferrari, e ha
respirato per ben 12 anni in botti dei migliori legni europei.
Nel ricordo della data di nascita, le eleganti bottiglie di Segnana
Anniversario, ognuna numerata, sono 1.860.
La nostra era la N. 0.189.
Il colore lo vedete anche voi nella sequenza dinamica dell'immagine
qui sopra.
Ma francamente non sappiamo come esprimere un giudizio su una
grappa come questa senza fare torto ai produttori e agli esperti.
Ma resta il fatto che l'abbiamo bevuta, vivisezionata e gustata.
Quindi dobbiamo parlarne.
Siamo certi che la famiglia Lunelli ci perdonerà se diciamo che
abbiamo fatto la prova del polso. È la stessa operazione
che si fa per il profumo: si sparge un po' di liquido sul polso, lo
si strofina per stimolare l'acido caprico e dopo un po' si chiudono
gli occhi e si respira il profumo che ne esce.
In questa maniera si riesce a ricostruire mentalmente com'era la
vinaccia iniziale, se era fresca, se stava fermentando, se aveva la
muffa, se era stata raffinata, se l'era col secio o col
forcon e così via. Una primitiva prova del nove, che
tuttavia è rivelatrice per chi ha il naso.
Risultato... non si riesce a ricostruire com'era la vinaccia
iniziale, punto.
E questo grazie a quei 12 anni in cui la grappa è stata
lasciata riposare nelle botti di rovere.
Ma il profumo espresso dalla prova del polso esprimeva ben
altri aromi, decisamente inebrianti, che mai avevo registrato prima
di quella sera.
L'aroma della Segnana Anniversario, che ha avuto modo di ricavare
dal rovere solo il meglio (grazie alla possibilità di farlo in 12
lunghissimi anni), è davvero unico e irripetibile. E
indescrivibile.
Chi respira quel profumo si formula l'immagine ideale di
un'orchestra di aromi provenienti da tutto il mondo, dai pregiati
legnami subequatoriali ai selvaggi boschi del Grande Nord, dalle
aristocratiche spezie orientali ai robustosi et forti
rovere dell'Europa Centrale, dai lacrimlosi aceri del Canada ai
profumi delle cortecce delle querce mediterranee.
Un piccolo appunto tuttavia lo dobbiamo fare, che non riguarda il
prezzo (sui 90 euro), più che giustificato quantomeno dai 12 anni
di indisponibilità aziendale.
Il nostro problema è la gradazione alcolica, 50 gradi. E non lo
diciamo per paura del palloncino, dato che uscendo da
Locanda Margon si dovrà comunque evitare di porsi alla guida
dell'automobile.
A chi piace centellinare il liquore (il vero buongustaio?),
l'Anniversario andrà benone.
Per chi (come il sottoscritto) adora riempirsi la bocca e gustare i
liquori, quasi masticandoli per diffonderli meglio
nell'intero cavo orale, la gradazione alcolica avrebbe dovuto
fermarsi a gradi 42.
Saremo grati a coloro che, dopo averla assaggiata, vorranno
esprimere il proprio parere.
G. de Mozzi
[email protected]