«Le donne in montagna sono artefici della resilienza»

Oggi per i «Dialoghi con le minoranze», il dibattito dedicato alle donne di montagna e alle donne di minoranza


Oggi la sala delle Marangonerie del Castello del Buonconsiglio ha ospitato il dibattito organizzato nell’ambito dei «Dialoghi con le minoranze», un ciclo di incontri pensato partendo dalla presenza sul nostro territorio di comunità linguistiche minoritarie storiche, quelle dei Ladini, Cimbri e Mòcheni.
A dialogare su «Donne di montagna e donne di minoranza: il ruolo delle donne nelle comunità fragili» c'erano Anna Simonati, docente di Diritto amministrativo presso l'Università degli Studi di Trento, Anna Maria Trenti Kaufman, già direttrice dell'Istituto Cimbro di Luserna e attuale coordinatrice del Comitato Unitario delle isole linguistiche storiche germaniche in Italia e Michela Zucca, antropologa, presidente dell'Associazione Sherwood.

A moderare il giornalista e scrittore afgano di minoranza hazara Alidad Shiri, che ha raccontato la drammatica condizione delle donne nell'Afghanistan di oggi.
Al confronto ha partecipato anche l'assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità, famiglia e pari opportunità, Stefania Segnana che ha evidenziato il ruolo fondamentale svolto negli anni dalle donne nella gestione familiare, economica, nell’educazione dei figli e nell’insegnamento delle tradizioni, in generale e in particolare nei territori dove vi sono le minoranze linguistiche, come anche nelle comunità di montagna.
L'assessore ha poi posto l'accento sul progetto Coliving che punta proprio a contrastare il fenomeno dello spopolamento delle zone di montagna, tema particolarmente sentito dalla Giunta provinciale.
 
Nel corso del dibattito Anna Simonati ha ricordato come le donne hanno spesso gestito loro «le economie di montagna» e, in questo senso, sono «vulnerabili ma non deboli», possono ancora svolgere un ruolo «di forza e di resistenza» e sono «artefici della resilienza».
Concetto rafforzato da Michela Zucca che ha evidenziato come lo «spopolamento della montagna sia una questione di genere», ovvero dovuto in larga parte alle donne come risposta alla società patriarcale.

Infine Anna Maria Trenti Kaufman ha spiegato che mòcheni, ladini e cimbri sono collocati in un'area di montagna e, seppur con caratteristiche e storie diverse, sono stati tutti interessati da emigrazione.
«In questa organizzazione sociale erano le donne ad occuparsi dell’economia di montagna, dell’educazione dei figli e del governo della famiglia. La donna ha rappresentato il genitore unico per lunghi periodi dell’anno, era lei che educava i figli e trasferiva le tradizioni e la lingua ai propri figli.»
 
Drammatico infine il quadro rappresentato dal giornalista Alidad Shiri che, partendo dal suo difficile viaggio dall'Afghanistan verso l'Italia, ha ricordato i progressi fatti dalle donne dopo il 2000, con la possibilità di studiare e lavorare, la loro presenza in parlamento e nelle forze dell'ordine, quando prima «non avevano nemmeno un nome ed erano solo la moglie di, la figlia di, la mamma di.
E poi la situazione odierna con le donne che «non possono più uscire, lavorare, studiare», la profonda crisi del paese, la povertà fortissima che investe soprattutto le donne costrette a scelte disperate.
L’incontro è stato trasmesso anche in diretta televisiva sul canale 642 di TML-Tele Minoranze Linguistiche e viene riproposto in replica nelle giornate a seguire.