Altro balzello che penalizza un settore produttivo importante

Giovanni Galluccio, segretario UILA UIL del Trentino, esprime un parere sull’ipotesi di tassare bibite gassate che condividiamo in pieno

«La nuova tassa sulle bevande analcoliche zuccherate, proposta dal governo, rischia di mettere in crisi aziende, già oggi in difficoltà, infliggendo un ulteriore balzello a un settore che vale 1,9 miliardi di euro e che conta diverse decine di migliaia di addetti, questo il nostro commento all’articolo 11 della bozza di decreto legge che sarà sottoposta alla prossima riunione del consiglio dei ministri.»
Questo il messaggio inviato alle redazioni da Giovanni Galluccio, segretario UILA UIL del Trentino, in merito all’idea del Ministro della Salute di introdurre una tassa sulle bevande gassate.
 
Siamo dello stesso parere: al governo interessa solo raccogliere altri quattrini dalla gente. L’idea di imporre un calo dei consumi di bevande che secondo la Sanità incidono sulla salute è del tutto antieconomica, e quindi folle in un momento come questo.
Non solo, abbiamo visto in altri paesi che le tasse non riducono i consumi.
In Inghilterra le sigarette vennero portate a 7 sterline quando una sterlina valeva 2.500 Lire. Il governo britannico non aveva ottenuto alcun effetto positivo, salvo il raccogliere più soldi da quelli che improvvisamente si sono sentiti disperati perché non riuscivano né a smettere né a trovare i soldi per fumare.
 
Questi balzelli ci ricordano troppo antiche vergogne, come la tassa sul macinato.
Allora la logica era che «dato che la gente deve continuare a mangiare…».
Oggi non siamo molto distanti: «Tanto, la gente continuerà a bere lo stesso…»
Solo nuove imposizioni, mascherate da obbiettivi demagogici.
 
«Imprese e sindacato, insieme, devono respingere con forza questa iniziativa del Governo – prosegue giustamente il comunicato UIL – e spiegare ai consumatori la verità di un provvedimento che, con la scusa della prevenzione dell’obesità, mira solo a fare cassa, facendo pagare di più i cittadini e riducendo il consumo di queste bevande che è stabile (50 litri pro/capite l’anno) da oltre 10 anni
«Se si vuole realmente combattere l’obesità, non servono tasse di scopo, peraltro della durata di soli tre anni, ma occorrerebbe, al contrario, promuovere una corretta dieta alimentare e a tal fine finanziare dei programmi stabili di informazione nelle scuole. Se invece servono risorse economiche aggiuntive, il governo vada a cercarle negli stanziamenti per nuovi armamenti del ministero della difesa.»