«Il Popolo scomparso»: i Trentini nella Grande Guerra
Mercoledì 8 settembre alle 17.30 all’Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia di Trento in via Tommaso Gar 14
Seconda conferenza del ciclo «La Grande Guerra: storia e storie» promossa dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento in collaborazione con Iprase Trentino, con il contributo della Provincia autonoma di Trento e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Unità di missione per i grandi centenari Mercoledì 8 settembre alle 17.30 a Trento, Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia (via Tommaso Gar 14), con Diego Leoni (Laboratorio di Storia, Rovereto) e Camillo Zadra (Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto). Introduce: Marco Bellabarba (Università di Trento). |
La conferenza avrà come argomento il Trentino e i trentini nella Grande guerra.
Il titolo «Il popolo scomparso» richiama un fortunato e bel libro fotografico di qualche anno fa. Il Trentino e la sua pacifica popolazione, fatta in generale di sudditi leali o comunque prioritariamente interessati a campare in una condizione economica non facile, ancora prevalentemente rurale, venne a trovarsi allo scoppio della guerra, lacerato e scosso da drammi profondi.
Decine di migliaia di giovani (e meno giovani) furono richiamati alle armi nelle prime giornate di guerra e spediti a combattere sul lontano fronte della Galizia.
Lì, poche settimane dopo, la gran parte di loro sarebbe stata coinvolta dalla pesante sconfitta dell'armata austro-ungarica: decine di migliaia di prigionieri e di caduti: intere generazioni scomparse.
Nel maggio/giugno dell'anno seguente la situazione si aggravò ulteriormente, con l'entrata in guerra dell'Italia.
Il Trentino divenne zona di combattimenti. La prima conseguenza fu l'evacuazione forzata di decine di migliaia di civili (soprattutto donne, bambini e anziani) verso le regioni interne dell'impero.
Un altro pezzo della popolazione civile trentina che spariva, anche se solo per due-tre duri anni di profumato.
Questa drammatica e lacerata storia è stata oggetto, negli ultimi decenni, di approfondite ricognizioni storiografiche da parte di una nuova generazione di studiosi.
Diego Leoni e Camillo Zadra, roveretani, sono fra i più esperti e autorevoli rappresentanti di questa storiografia trentina, così attenta alle fonti soggettive.
Saranno loro i relatori della serata, l'uno concentrando la sua attenzione sui civili e l'altro sui combattenti.
IL CICLO
Dieci lezioni per guardare alla Grande Guerra da dieci angolature diverse. Per approfondirne il carattere globale, ma anche il rapporto con la letteratura e con la scienza e l'impatto sull'economia.
Per rileggerla attraverso i canti o le lettere e i diari dei soldati. Per capire cosa comportò per i trentini. Per analizzare il ruolo che in essa ebbero intellettuali e politica. Per studiare il diffondersi della violenza di massa.
È quanto propone il ciclo di conferenze «La Grande Guerra: storia e storie», che è iniziato il 24 settembre all'auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento (via Tommaso Gar, 14).
Sede dove si terranno tutte le lezioni. Il ciclo si chiuderà il 20 maggio 2015, quando si terrà anche un concerto del coro della SAT per la cittadinanza all'auditorium Santa Chiara (via Santa Croce, 67).
Organizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia in collaborazione con Iprase Trentino, con il contributo della Provincia autonoma di Trento e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Unità di missione per i grandi centenari, il ciclo è articolato in dieci conferenze che saranno tenute da studiosi e storici italiani e stranieri, ognuna delle quali sarà introdotta da un docente dell'Università di Trento.
Le lezioni sono destinate a studenti, insegnanti (valgono anche ai fini dell'aggiornamento) e a tutte le persone interessate.
«Le conferenze – spiega Gustavo Corni, coordinatore delle attività di Dipartimento per il centenario – toccheranno alcuni dei temi cruciali della storia di quella guerra, che cento anni fa ha insanguinato il continente e ne ha profondamente mutato i connotati: dalle conseguenze economiche della guerra, ai rapporti fra scienza, tecnologia militare e guerra, dal coinvolgimento degli intellettuali e in particolare dei letterati alle scritture soggettive di soldati e civili, involontari protagonisti e prime vittime della guerra.»
More info.