Informatica Trentina: «L'Assurdo non ha limiti»
Fim e Fiom pronte allo sciopero con i tecnici informatici
Pubblichiamo di seguito l’accalorato comunicato diffuso dalle rappresentative sindacali di Fim e Fiom sulle vicende di Dexit e Informatica Trentina. |
Sempre più assurdo e confusionario lo scenario che emerge sul destino di Dexit e di Informatica Trentina. Dopo un incontro in provincia alla presenza di Comper, Nicoletti e Boschini eravamo rimasti sconvolti alle comunicazioni di perseguire la strada di bandire a breve una gara in Consip, di durata di solo un anno con l'impegno per noi non sufficiente, di inserire il massimo delle clausole sociali al fine di privilegiare la ricollocazione dei lavoratori coinvolti.
Questo ha dato modo alle OO.SS. di Fiom e Fim di riaprire lo stato di agitazione chiedendo, come previsto dagli accordi sui servizi essenziali, un incontro urgente con le due aziende coinvolte.
Tra ieri ed oggi si sono svolti sia in Dexit sia in IT i tavoli per il tentativo di prima conciliazione.
«Siamo davanti all'assurdità più estrema, – è il commento dei dirigenti sindacali presenti. – Dopo pareri di professionisti incaricati dalla provincia, presentazione di decreti e regole nazionali, mesi di discussione, che hanno smontato ogni spiraglio di inserire clausole sociali nel bando, oggi ci vengono a dire che Informatica Trentina si rende disponibile ad inserire pari pari l'accordo del 2009 in gara.
«Il bando di punto in bianco non è più previsto per un anno ma per almeno 36 mesi. A detta della direzione non è la proprietà ( PAT), a decidere ma Informatica, sul fatto di andare in Consip invece di rimanere sul territorio. Dexit non solo viene esclusa dalla possibilità di partecipare alla gara, ma apre alla possibilità di dover ricorrere ad una procedura di licenziamento collettivo.»
«Più di 50 famiglie sono coinvolte direttamente in Dexit, a queste dobbiamo aggiungere fornitori e collaboratori a vario titolo che ruotano intorno alla commessa in questione. I tempi sono strettissimi, le dichiarazioni di Boschini indicano un paio di settimane per uscire con il bando e un paio di mesi per rendere operativo il nuovo aggiudicatario.»
«Inseriamo tutte le clausole che volete» sono le parole di Informatica Trentina, consapevole che se verrà impugnato il bando, quelle clausole non varranno nulla, consapevoli che i pareri hanno già spiegato che è impugnabile l'inserimento di vincoli troppo rigidi.
A che gioco stiamo giocando? Palese il fatto che la responsabilità di illegittimità della gara voglia essere scaricata ad altri.
Altrettanto trasparente è il piano di mal organizzazione e la volontà di emergere per interesse politico o di poltrona e non per salvaguardia reale di persone e servizi.
Se Dexit apre una procedura di mobilità sarà l'assessore Olivi, incaricato di delega, a convocare la proprietà? Si siederà al fianco del sindacato a chiedere che intenzioni ha il Presidente Rossi e il suo Staff?
Chiederà responsabilità di impresa sull'impatto sociale come giustamente chiediamo alle aziende che decidono di andar via? Perché Dexit non rivendica la propria sopravvivenza?
Ad oggi ci dicono che comunicazioni ufficiali non sono state portate alla direzione di Dexit.
Assurdo che a pochi giorni dalla scadenza di un servizio considerato essenziale, la proprietà non abbia comunicato a Dexit che non potrà partecipare nuovamente al bando e che probabilmente il servizio sarà passato ad altri in pochi mesi.
Dov'è la logica in tutto questo? Chi gestisce ci può spiegare dove è il vantaggio?
Perché la guerra tra aziende e politica e poltrone deve ricadere sui lavoratori? Come possiamo appoggiare una politica di rispetto delle regole e potenziamento del territorio quando la provincia stessa esegue il contrario di ciò che impone al territorio?
Ai sindacati di Fim e Fiom importa la salvaguardia dei posti di lavoro. Non accettiamo di essere usati per guerre politiche o colpevoli di aver provocato licenziamenti.
Siamo ai tavoli e siamo consapevoli che la partita è delicata, ma siamo fermamente convinti che non vi è la volontà di risolvere il problema, ma la ricerca di un pretesto per accusare sindacato e lavoratori, che si trovano coinvolti nella partita, di essere causa di questo fallimento.
Non accettiamo tutto questo, non siamo disponibili ad accettare la mancanza di responsabilità di una provincia che ha voluto tutto questo ed ancor oggi gioca con le poltrone dei propri dirigenti e scarica sui lavoratori i propri errori.
Chiediamo urgente proroga in tempo dei servizi, prendiamoci tutti il tempo per trovare soluzioni che portino ad un equilibrio e non ad uno scontro, prendiamoci tutti le proprie responsabilità e scriviamo una soluzione esigibile.
Fim e Fiom del Trentino non si fermano, in accordo con i dipendenti perseguiremo tutte le strade possibili per salvaguardare i posti di lavoro e le professionalità del territorio.
Lo stato di agitazione diventerà azione di sciopero se non vi sarà una conciliazione in breve tempo.
Sarà forse questo il modo di riorganizzare le partecipate?
Fiom - Aura Caraba
Fim – Luciano Remorini