L’11 luglio 1982 l’Italia vinceva il mondiale di calcio
Il miracolo di Cenerentola si era avverato: Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!
>
La FIFA aveva deciso nel 1966 che il mondiale di calcio del 1982 si svolgesse in Spagna.
Per la prima volta scesero in campo 24 squadre e il torneo prevedeva due fasi eliminatorie.
La prima si svolgeva con sei gironi all’italiana di quattro squadre ciascuna. Ogni girone aveva una testa di serie, formata dalla squadra ospitante e da quelle che avevano vinto almeno una volta la Coppa del Mondo. Erano la Spagna, la Germania occidentale, l’Inghilterra, l’Italia, l’Argentina e il Brasile.
La seconda fase consisteva nella formazione di quattro gruppi a eliminazione diretta, dai quali uscivano 4 squadre che si battevano in due semifinali. Le squadre sconfitte si sarebbero battute per il terzo o quarto posto, le squadre vincenti si sarebbero battute per il primo e secondo posto.
Nella tabella che segue vediamo le composizioni.
Il gruppo dell'Italia, guidata da Enzo Bearzot, era capitata con Polonia, Camerun e Perù, che si rivelò il vero «gruppo di ferro».
Gli Azzurri giunsero in Spagna fra mille polemiche e incognite, non ultimo un Paolo Rossi reduce dalla squalifica di due anni per il noto scandalo del calcio-scommesse. Bearzot era inoltre contestato dalla stampa per aver escluso dalla rosa i romanisti Beccalossi e Pruzzo.
Il girone non era andato bene. L'Italia pareggiò tutti i suoi incontri e si qualificò in virtù della differenza reti a scapito del Camerun. In questi tre match, Rossi deluse le aspettative.
La stampa diede per spacciata l’Italia e arrivò a insultare squadra e CT, tanto che Bearzot impose il silenzio stampa, affidando un comunicato per volta a un solo giocatore.
Argentina e Brasile, qualificati in altri gironi, dissero alla stampa che avrebbe vinto il campionato la squadra che faceva più gol all’Italia.
Ma è qui che iniziò il miracolo.
Il 29 giugno l’Italia scese in campo contro la fortissima Argentina, che già poteva contare su Maradona. Bearzot gli mise alle costole il difensore Claudio Gentile, che riuscì a fermare il grande Diego, accumulando oltre 20 infrazioni ai danni del Pibe de Oro.
Fatto sta che l’Italia vinse per 2 a 1. Marcatori italiani Tardelli e Cabrini. Marcatore argentino Passarella.
L’Italia, convinta dalla stampa che saremmo usciti umiliati dalla partita, reagì alla vittoria, riscoprendo improvvisamente di avere una squadra capace di tener testa ai migliori. L'Argentina tornò a casa umiliata, sconfitta dalla squadra minore...
Magari avremmo perso la successiva partita contro il Brasile, ma intanto avevamo rialzato la testa. Saremmo usciti dal torneo a testa alta.
La partita con il Brasile fu giocata a Barcellona il 5 luglio 1982.
Stavolta quasi tutta l’Italia si mise davanti alla TV a tifare la propria squadra. A Rio davano per scontata la vittoria della propria squadra.
E fu una partita epica perché entrambe le squadre combatterono fino all’ultima goccia di sudore.
Il miracolo iniziò subito, con un gol segnato da Rossi al quinto minuto del primo tempo. Gli italiani saltarono in piedi e urlarono di gioia abbracciandosi.
La festa durò poco, perché Socrates segnò un gol all’Italia al 12esimo minuto. Ma eravamo ben lontani dal sentirci sconfitti.
E difatti, al 25esimo minuto Rossi segnò il secondo gol. Il paese andò in visibilio e all’intervallo non si riusciva a stare fermi. Come sarebbe andata a finire?
Il pareggio il Brasile lo segnò al 68esimo minuto per opera di Falcao.
Ma sapevamo che non era finita. E difatti, al 74esimo Rossi segnò il suo terzo gol. Il discusso Paolo Rossi aveva segnato ben tre gol. La partita l’aveva conquistata lui.
In Brasile ci fu qualche suicidio per questa sconfitta.
Gli italiani scesero nelle strade urlando di gioia. L’Italia non era più la Cenerentola che ci avevano dipinto i giornali. Avremmo venduto cara la pelle nelle prossime partite.
L’8 luglio scendemmo in campo contro la Polonia, che battemmo facilmente per 2 a 0. Inutile dire che i gol furono segnati da Rossi.
Per l’Italia questa vittoria era scontata, al punto che la maggior parte degli Italiani oggi neanche ricorda che prima della finale ci eravamo battuti con la Polonia.
L’altra semifinale aveva visto l’incontro della Germania Ovest con la Francia. Era finita con un pareggio non da poco: 3 a 3. Finì ai rigori e vinse la Germania.
La finale si sarebbe giocata tra i due antagonisti storici nel calcio: Italia - Germania.
Tutto il mondo sarebbe stato incollato davanti al televisore per assistere alla partita del secolo.
Gli immigrati italiani in Germania si attendevano un altro exploit come quello avvenuto in Messico nel 1970, dove l’Italia vinse ai supplementari per 4 a 3. Ma a Città del Messico era una semifinale.
Stavolta era una finale mondiale.
In Italia il clima era festoso. Il ricordo della partita di Città del Messico era ancora nei cuori. E, per una squadra che era data perdente prima ancora che scendesse in campo, lo spettacolo aveva raggiunto il settimo cielo.
Presidente del Consiglio dei ministri era Giovanni Spadolini, il quale decise di andare a vedere la finale. Se l’Italia avesse vinto, la sua presenza era doverosa nei confronti del Mondo intero.
Ma a questo punto accadde l’imprevisto. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini decise di andare lui di persona. Era il paese che si batteva con la Germania e lui doveva essere presente. E poiché uno dei due doveva rimanere in Italia, Spadolini dovette accontentarsi di guardare la partita alla televisione.
Pertini venne sistemato nella tribuna d’onore. Per la Germania c’era invece il cancelliere Helmut Schmidt e così il protocollo impose che i due non potessero stare sullo stesso piano. Schmidt, solo Cancelliere, fu fatto accomodare un po’ più indietro di Pertini.
La partita fu giocata allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid l’11 luglio 1982, con fischio d’inizio dell’arbitro Coelho alle ore 20.00.
Gli spettatori erano 90.000, i telespettatori collegati toccavano per la prima volta il miliardo di unità.
Gli Italiani trattennero il respiro. Quella sera non una sola vettura circolava per il nostro paese.
Le due squadre rimasero guardinghe per tutto il primo tempo, andando agli spogliatoi sullo zero a zero.
Ma, rientrati in campo, il solito Rossi segnò il gol al 57esimo minuto. L’Italia intera tremò di urla e salti.
Ma la strada era ancora lunga.
Non molto dopo, al 69esimo minuto, Tardelli segnò il secondo gol per l’Italia. Il vantaggio aumentava.
Riuscimmo addirittura a sciupare un rigore… la cui realizzazione non era stata affidata a Rossi.
La partita riprende e alll’81esimo minuto segna anche Altobelli.
A quel punto Pertini violò il protocollo e si girò verso Schmidt facendogli segno di no con la mano: «Non ci prendete più.»
Schmidt rimase impassibile.
Due minuti dopo, all’83esimo, Breitner segnò l’unico gol perla Germania. Era il gol della bandiera.
In Italia il paese impazzì. E impazzì per alcuni giorni. L’indomani nessuno andò a lavorare, se non per parlare di calcio. L'Italia intera era diventata il Bar Sport. I giornali stamparono tutte le copie che riuscirono a stampare e le vendettero tutte.
Molti italiani vollero indossare una maglietta blu e qualcuno correva per le strade gridando «devo fare un gol! devo fare un gol!»
Ricordo che chiesi a un anziano cittadino di fede fascista se la proclamazione dell’Impero fatta da Mussolini nel 1936 fosse stata più sentita di questa vittoria e mi rispose che la vittoria di questo Mondiale non aveva paragoni. Era stata la più bella vittoria dell'Italia intera.
Il miracolo di Cenerentola si era avverato: Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!
Pertini tornò in Italia portando nell’aereo presidenziale la squadra intera e giocò a scopone con Bearzot e altri.
Può sembrare irriverente dirlo, ma con questa vittoria l’Italia era uscita dagli Anni di Piombo ed era entrata nei favolosi Anni Ottanta.
Guido de Mozzi - [email protected]