Il salvagente alla mobilità urbana di Trento – Di Francesca Gerosa
Per l'assessore comunale Marchesi, «bastonare i cittadini significa dare loro un'alternativa»
In
una famiglia media con due figli, la«giornata tipo» è così
strutturata.
Ci si alza la mattina presto e ci si prepara a uscire, dopo aver
organizzato nei minimi particolari (magari la sera prima) la
gestione dei tempi della giornata.
I genitori si dividono i figli per quanto riguarda il loro
accompagnamento a scuola (perché uno magari va alla scuola materna
e l'altro alle elementari dall'altra parte della città), per poi
svettare in ufficio come degli indiavolati, nella speranza di non
arrivare in ritardo.
Tra l'ora di pranzo e il primo pomeriggio vanno a riprendere i
figli a scuola, li portano dai nonni o a qualche corso
extrascolastico (solitamente, perché la fortuna in questi casi non
aiuta mai, dislocati nelle parti più distanti tra loro della
città).
Poi tornano in ufficio, lavorano ancora qualche ora, per poi
andarli a recuperare. Li caricano in macchina per andare a fare la
spesa e poi, se sopravvissuti, tornano a casa lottando tra la
stanchezza e lo stress causati dalla giornata passata tra le
gincane riservate loro dalla quotidianità della vita.
Cari lettori, genitori o futuri tali, sappiate che presto dovrete
fare tutto questo in bicicletta o con i mezzi pubblici, perché il
Piano di Mobilità Urbana del Comune di Trento prevede di
incentivare (quasi come un obbligo) gli spostamenti urbani proprio
con questi mezzi, ostacolando l'uso del mezzo privato.
«Non di certo per accanimento nei confronti degli automobilisti, -
sostiene l'assessore alla mobilità del Comune di Trento
Michelangelo Marchesi, quasi sulla difensiva. - Se non voglio
bastonare gli automobilisti devo dare loro un'alternativa!»
Forse è proprio per non bastonare gli automobilisti che il Piano di
Mobilità Urbana del Comune di Trento (PUM) prevede meno soste sulle
strade con tariffe più alte avvicinandosi al centro storico…
Ho sempre pensato, forse ingenuamente, che il concetto di
«bastonare i cittadini» avesse un unico significato oggettivo e
cioè quello di punire (attraverso sanzioni o limitazioni) i
cittadini che compiono determinate azioni per portarli a compierne
altre.
Oggi invece, a quanto sembra, secondo l'assessore Marchesi togliere
parcheggi e aumentare le tariffe di quelli esistenti non significa
«bastonarli», bensì «dare loro un'alternativa».
È però anche corretto dare i giusti meriti all'assessore e ai suoi
tecnici, che hanno previsto la possibilità di utilizzare delle
biciclette messe a disposizione dal Comune, munite di un cestino
per portare la spesa.
Questo, iniziativa lodevole, per andare incontro alle mamme che
dopo avere fatto i salti mortali come trottole da una parte
all'altra della città, saranno costrette, pena la denutrizione di
marito e prole, a fare la spesa (senza auto)
Dato però che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, caro
assessore, mi viene da chiederle dove pensa che potremo mai mettere
i nostri figli mentre ci muoviamo in bici con il cestino pieno di
spesa!?
Forse sarebbe ora che l'assessore alla mobilità Michelangelo
Marchesi, con tutti i colleghi di giunta, provasse a mettersi nei
panni di una famiglia media, che lotta tutto il giorno con il conto
alla rovescia delle ore che passano inesorabilmente e i molteplici
impegni familiari e lavorativi che incombono.
Renderci la vita ancora più complicata sarà per lui lontano
dall'idea di bastonamento, forse vorrà stimolare in noi lo sviluppo
di innate capacità di sopportazione dello stress (dopo aver
introdotto anche il porta a porta che si sta rivelando un disastro
e che sta portando la città nel degrado e nello squallore).
Non mi resta che rivolgere all'assessore un appello.
«Caro assessore Marchesi, torni con i piedi nella realtà incasinata
che tutti noi viviamo ogni giorno e abbandoni le ideologie
irragionevoli che poco hanno a che vedere con la gestione concreta
della vita quotidiana!»
Francesca
Gerosa
[email protected]