Profughi: «Il Trentino si confermi esempio di accoglienza»
L'assessora Borgonovo Re interviene sul tema dei richiedenti protezione internazionale
«Il Trentino ha l'esperienza, il cuore e la competenza per accogliere chi, di diverso, ha solo il colore della pelle. Lo Stato ha fatto una precisa scelta di solidarietà nazionale e la Provincia ha responsabilmente risposto con un progetto di accoglienza strutturato secondo standard qualitativi che superano la dimensione emergenziale.
«Un progetto che si distingue con una risposta che va oltre i bisogni primari dei profughi, con costi peraltro inferiori a quelli sostenuti in altre realtà del Paese. Ciò lavorando quotidianamente, giorno dopo giorno, grazie all'alleanza delle istituzioni con il cuore pulsante di questa comunità, come i mondi dell'associazionismo e del volontariato".»
Così l'assessora provinciale alla Salute e Solidarietà sociale, Donata Borgonovo Re, interviene sul tema dell'accoglienza dei profughi in Trentino, mentre la Provincia autonoma di Trento è quotidianamente impegnata a cercare delle soluzioni abitative per accogliere i migranti in fuga da guerre, violenze e persecuzioni.
«Queste realtà incarnano i valori più profondi della solidarietà trentina, – continua l'assessora. – Un patrimonio che, più o meno visibile, è di tutti noi, anche di chi dimostra chiusura, e quindi indifferenza, verso persone che hanno vissuto drammi, dolori e trattamenti disumani.
«L'ospitalità verso i profughi non può dipendere solo da quello che, peraltro, è un dovere istituzionale; è importante che l'intera comunità colga il loro dramma e il loro desiderio di ricostruirsi una vita.
«In Trentino la rete dell'accoglienza, da parte propria, si è impegnata ed è tuttora fortemente attiva nell'affiancare e sostenere efficacemente le strutture e le comunità che hanno ospitato e che ospiteranno i profughi.
«Da diverso tempo ci siamo attivati per trovare delle strutture idonee. Abbiamo rivolto un accorato appello agli enti locali sul territorio per rispondere alle puntuali richieste di accoglienza che lo Stato ci rivolge inviando in Trentino, come in tutta Italia, i profughi soccorsi nel Mediterraneo.
«A parte la positiva risposta del Comune di Rovereto, della Comunità e degli altri Comuni della Vallagarina – e prima ancora dei Comuni di Castelfondo e Trento – questo appello, che ambiva ad una distribuzione omogenea e concertata sul territorio secondo criteri non calati dall'alto, è purtroppo caduto nel vuoto. Ma accanto ai soggetti istituzionali, l'appello, oggi come ieri, è rivolto a tutti i cittadini, anche alla luce della recente, vivace reazione di parte della comunità di Borgo Sacco di fronte al possibile utilizzo dell'immobile demaniale denominato Scuola materna ex Monopoli di Rovereto.
«Ipotesi questa – prosegue l'assessora Borgonovo Re – che non si è concretizzata solo per alcune difficoltà di natura squisitamente tecnico-amministrativa, nonostante l'impegno e la dedizione dei diversi soggetti (espressione della stessa comunità di Borgo Sacco) che sono stati coinvolti e che si sono subito attivati.
«Il Trentino – conclude l'assessora Borgonovo Re – ha saputo sinora rispondere al fenomeno migratorio con competenza e senso di responsabilità; questo approccio ha proiettato la nostra comunità ai primi posti nelle classifiche degli studi e delle ricerche che fotografano il livello di convivenza e l'inclusione sociale dei nuovi cittadini.
«Oggi abbiamo l'opportunità - ma prima ancora il dovere - di confermare questo impegno col contributo di tutti, ognuno secondo le proprie possibilità. Sono certa che da una diffusa assunzione di responsabilità possa nascere una comunità più coesa e solidale non solo verso chi arriva da terre lontane, ma anche fra tutti coloro che già ne fanno parte.»