«Una solidarietà internazionale che va rivista completamente»

Lo ha dichiarato oggi mons. Bressan rispondendo al collega Diego Andreatta

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del convegno «Nelle rotte del Mondo» (vedi articolo) sono emersi alcuni aspetti sconcertanti che vale la pena riportare proprio in occasione di questo avvenimento impostato sulla solidarietà internazionale.

Anzitutto va ricordato che la Provincia autonoma di Trento qualche anno fa ha approvato una legge che impone che venga destinato lo 0,25% del bilancio provinciale a iniziative di solidarietà internazionale. Tale cifra, secondo la legge, non potrà comunque scendere mai sotto i 10 milioni di euro. L'importo è davvero considerevole, se si pensa che tutte le regioni italiane, nell'insieme, mettono a disposizione una cifra complessiva di soli 50 milioni.

Ma il vero punto della questione sta nel modo in cui questi soldi vengono spesi per aiutare i paesi che hanno bisogno di aiuto.
Rispondendo a una domanda del collega di Vita Trentina Diego Andreatta (nella foto di destra), monsignor Bressan ha dichiarato senza mezzi termini che la legge sulla cooperazione internazionale va rivista completamente.

«Nella migliore delle ipotesi, - ha detto Bressan - arrivano a destinazione solo un terzo delle somme stanziate. Gli altri due terzi vanno in stipendi e in organizzazione. Ma ci sono iniziative che danno risultati inaccettabili, quando le spese di organizzazione raggiungono il 90 e perfino il 95%, bruciate per far sì che quel miserabile 10 o 5 percento arrivi ai soggetti cui i fondi sono stati destinati.
«Diverso il caso della Provincia autonoma di Trento - Ha aggiunto. - Qui si parla di fondi realmente investiti nella cooperazione internazionale. La maggior parte della gente è volontaria, mentre le spese di viaggio e alloggio vengono fatte ricadere su altri voci di spesa.»

Insomma, si assiste a tante iniziative che - conti alla mano - sono più un business per chi le promuove che un atto di vera solidarietà.
Andare in un paese del terzo mondo non ha prezzo, dice chi lo fa, perché è davvero dura. Quindi, o sei pagato fior di quattrini, oppure tanto vale rinunciare anche alla paga base. Che è quello che accade normalmente per i nostri volontari.