Profughi, dagli studenti lezioni di convivenza
La «straordinaria normalità» dell'accoglienza degli studenti del Da Vinci di Trento
Accanto al dibattito nazionale e internazionale, c'è un'”altra dimensione” del fenomeno profughi, meno evidente ma non per questo meno concreta.
In Trentino associazioni, volontari, famiglie, singoli cittadini si adoperano quotidianamente, accanto all'impegno delle istituzioni, per tradurre nella pratica la tradizione di solidarietà di cui questa comunità ha dato tante dimostrazioni e di cui è legittimamente orgogliosa.
E se ogni tradizione necessita, per restare viva, di un costante «passaggio del testimone» di generazione in generazione, il territorio offre, anche di fronte alla delicata questione profughi, segnali decisamente incoraggianti.
Capita anche, fra i tanti esempi, che un gruppo di studenti del Liceo Da Vinci di Trento avverta il desiderio – forte e spontaneo – di «fare qualcosa» per dimostrare proprio quel consolidato spirito di solidarietà.
I ragazzi decidono quindi di partecipare (con successo) ad un concorso di idee per un'iniziativa di carattere sociale e filantropico.
Ne nasce, in collaborazione col Cinformi, un piccolo ma significativo progetto del quale sono protagonisti, accanto ai ragazzi, anche diversi richiedenti protezione internazionale accolti in Trentino.
Partite di calcio, momenti conviviali, passeggiate in montagna: ogni occasione è buona per dialogare, conoscersi e vivere la convivenza come una «straordinaria normalità».
Recentemente l'Oratorio di Sant'Antonio a Trento ha ospitato la seconda tappa di questo percorso.
Studenti e profughi insieme hanno preparato dolci trentini e dei Paesi d'origine dei migranti accolti.
Mani bianche e nere, vicine, hanno cucinato fra l'altro strudel e pietanze del Mali, dalla ricetta alla cottura e dall'impasto ai fornelli.
Forse le diverse tradizioni culinarie non hanno trovato un fedele riscontro nei piatti preparati, ma nella merenda conclusiva nel piazzale dell'Oratorio le pietanze hanno rappresentato solo uno strumento di condivisione.
Uno «stare insieme» che non ha avuto bisogno di discorsi, premesse, interpreti, mediatori o facilitatori. Momenti che potranno essere vissuti nuovamente anche attraverso le immagini e le testimonianze raccolte – dagli stessi studenti – nel corso dell'iniziativa.
Il progetto proposto dagli studenti del Da Vinci, intitolato «Scarpe allacciate», intende fra l'altro creare legami, insegnare la lingua italiana e promuovere la condivisione di culture differenti coinvolgendo i richiedenti protezione internazionale.
Sono queste, infatti, le priorità individuate dai ragazzi nel rispondere al bando indetto dall'Associazione di promozione sociale «Il Conto dei Sogni».
L'associazione è intestataria di un conto bancario le cui risorse sono destinate, come suggerisce il nome, alla realizzazione di «sogni», iniziative e progetti di carattere sociale proposti e realizzati dai giovani. Idee che diventano concreta realtà, proprio come la «straordinaria normalità» della convivenza fra cittadini del mondo che a Trento ha fatto un altro piccolo, grande passo verso una piena armonia sociale.