Morti bianche gennaio - agosto 2017: 682 vittime
Una tragedia senza fine – Emilia e Lombardia le regioni italiane più colpite – Anche il presidente Mattarella commenta il triste fenomeno
Il fenomeno delle morti bianche continua ad aumentare registrando un incremento della mortalità del 4,8% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (da Gennaio ad Agosto 2016 erano 651 i casi registrati).
«Il nostro Paese non può rassegnarsi a subire morti sul lavoro. È indispensabile che le norme sulla sicurezza nel lavoro vengano rispettate con scrupolo e che i controlli siano attenti e rigorosi.»
Sono le parole che Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, ha pronunciato dopo gli ultimi casi di infortunio sul lavoro avvenuti in Italia.
Infatti, nell’ambiente lavorativo attuale le norme non vengono sempre rispettate e i lavoratori si trovano ad operare privi di formazione e senza ispezioni e controlli sanzionatori.
Ciò trova riscontro nell’ultima analisi dell’Osservatorio Sicurezza Lavoro di Vega Engineering sulla base di dati INAIL, che prende in considerazione il periodo Gennaio – Agosto 2017.
Il numero di vittime registrate è di 682 di cui 491 in occasione di lavoro e 191 in itinere.
Emilia Romagna e Lombardia contano rispettivamente 60 e 51 decessi (dati con esclusione di infortuni in itinere) guidando così la classifica a livello regionale.
Al terzo posto ancora il Veneto con 45 morti. Seguono Sicilia (38 casi) e Piemonte (37).
La fascia d’età più colpita è quella dei 45-54 anni. In questo caso, l’indice di incidenza sugli occupati è pari al 23,4 con 162 casi registrati (33% del totale).
Seguono i lavoratori con età compresa tra i 55 e 64 anni con un indice di incidenza sugli occupati di 38,6 e 145 casi registrati (29,5% del totale).
Esaminando le statistiche, il Sud e il Nord Est risultano essere le aree d’Italia maggiormente colpite con un indice rispettivamente di 33,2 e 23,5. Seguono le Isole con un indice di 22,9.
Sono 459 i lavoratori maschi che hanno perso la vita (93,8% del totale), mentre le donne coinvolte sono 32 (6,5%).
Gli stranieri vittime sul lavoro: sono 74 (15,1%) soprattutto nella zona Nord-Ovest dell’Italia.
Infine, il settore economico non è determinabile per il maggior numero di infortuni mortali (180 casi), pari al 36,7%.
Gli altri settori maggiormente colpiti sono le Costruzioni e le Attività Manifatturiere (68 e 66 casi).