Il salvagente a chi ha creduto nell’aiuto della Gran Bretagna
Come si fa a chiedere a un Paese che non è nell'Euro di investire per sostenere l'Euro?
Per la verità, più che i politici
sono stati più i giornalisti (anche di testate di altissimo
livello) a meravigliarsi del rifiuto fatto dal Ministro dello
Scacchiere britannico alla richiesta di partecipare alle iniziative
per sostenere l'Euro.
La domanda, di prammatica, andava fatta. Ma la risposta era
scontata.
La Gran Bretagna, non solo non ha mai voluto entrare nell'Euro, ma
il mantenimento della sterlina come moneta del Paese è stato uno
dei cavalli di battaglia di tutti i tre partiti che sono scesi
nella recente campagna elettorale.
La Grande crisi del 2008 ha affaticato non poco la Sterlina,
proprio perché i mercati più piccoli risultano molto più esposti
alle speculazioni. Tuttora il cambio è favorevole all'Euro, eppure
il Regno Unito preferisce «fare da solo».
Non siamo in grado di dire se sia stata una scelta oculata o meno,
ma comunque va rispettata.
L'accordo europeo (che, come abbiamo scritto ieri è stato il primo
grande passo fatto dall'Europa da quando ha la moneta unica),
dovendo prevedere massicce azioni finanziarie contro qualsiasi
azione che ne possa inibire il valore, potrebbe trovarsi costretta
a muoversi contro la stessa Lira Sterlina.
Allora ci domandiamo: come si fa a chiedere a uno stato che non
vuole aver nulla a che fare con la nostra moneta di sottoscrivere
un'intesa che lo impegni a investire sterline in caso di attacco
speculativo contro l'Euro?