Cortaccia sfida i «Super Red Wine» – Di Giuseppe Casagrande

L'annata 2016 di Tres (70% Merlot, 25 Cabernet Franc e 5% Cabernet Sauvignon) ha superato la sfida con i mostri sacri bordolesi e con i grandi Merlot toscani

La nuova Cantina Kurtatsch con la facciata realizzata in lastre di dolomia.

Una scelta coraggiosa, una scommessa o una sfida al limite dell'impossibile? Ce lo siamo chiesti nel momento in cui il presidente della Cantina altoatesina Kurtatsch (Cortaccia) Andreas Kofler e l'enologo kellermeister Othmar Donà hanno proposto ad un panel di degustatori il confronto tra l'ultimo gioiello della cantina, Tres, con alcuni mostri sacri dell'enologia mondiale.

Il responso ha dato loro ragione visto che, al termine della degustazione alla cieca dell'annata 2016 di due blasonati bordolesi francesi e di due altrettanto blasonati Merlot toscani, il Tres 2016 della Cantina altoatesina (70% Merlot, 25% Cabernet Franc e 5% Cabernet Sauvignon) ha superato alla grande la sfida meritando l'ingresso e la consacrazione nell'Olimpo dei «Super Red Wine».
 

L'enologo Othmar Donà, Carmen Maria Alber e il presidente Andreas Kofler.
 
 La soddisfazione del presidente della Cantina Andreas Kofler 
Giustificata la soddisfazione del presidente della cooperativa della Bassa Atesina (nata nel 1900) che si avvale dell'apporto di 200 soci che coltivano 200 ettari di vigneto dislocati tra i 220 metri del fondovalle e i 900 del Monte Corno di Tres.
«Questa cuvée - ha dichiarato Andreas Kofler - rappresenta la nostra visione, rivolta al futuro, e la nostra passione per i grandi vini rossi con un'attenzione particolare per le varietà bordolesi. Vitigni che stiamo valorizzando con fiducia da diversi anni poichè crediamo fortemente nelle potenzialità del Merlot e dei Cabernet anche come risposta ai cambiamenti climatici. Lavoriamo - ha aggiunto - avendo come bussola il rispetto della natura e del territorio limitando il più possibile l'impatto ambientale.»
 

L'enologo-kellermeister della Cantina Kurtatasch Othmar Donà.
 
  Othmar Donà: «L'annata 2016 la migliore degli ultimi anni» 
«L’annata 2016 si contraddistingue per essere stata la migliore degli ultimi anni grazie alle condizioni climatiche ideali, che hanno favorito la maturazione ottimale delle uve, specialmente per il Cabernet» ha spiegato Othmar Donà, storico enologo della cantina dal 1992 e padrino di questa cuvée, che con la vendemmia 2022 ha passato il testimone al giovane Erwin Carli.
«Un autunno caldo, la giusta quantità di precipitazioni e il terroir hanno creato le condizioni idali per esaltare questa varietà. Di conseguenza il Cabernet con la sua struttura ha incrementato la propria presenz nel blend di Tres rispetto all’annata precedente, arricchendone ulteriormente la complessità e la profondità.»
 

La suggesiva barricaia Dolomite della Cantina Kurtatsch.
 
  Quelle microaree attorno al paese di Cortaccia e nella zona Brenntal 
A partire dal 2010 la Cantina Kurtatsch si è dedicata allo studio delle microaree nei vigneti di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot delle zone intorno a Cortaccia e soprattutto nella zona Brenntal, situata a nord del paese, una delle zone più soleggiate dell’Alto Adige.
Tra queste sono state selezione le viti più vecchie – spesso anche solo pochi filari all’interno di una singola parcella – delle tre diverse varietà e vinificate separatamente per la prima volta nel 2015.
 

Il kellermeister della cantina Othmar Donà con il presidente Andreas Kofler.
 
  La rotondità del Merlot e l'eleganza dei Cabernet Franc e Sauvignon 
Tres 2016 - dicevamo - è il risultato di un blend di Merlot (70%), Cabernet Franc (25%) e Cabernet Sauvignon (5%) e assembla in maniera armonica le caratteristiche di ogni singolo vitigno: la rotondità del Merlot, la speziatura del Cabernet Franc, l'eleganza del Cabernet Sauvignon. Fiore all'occhiello della cantina, questo gioiello è prodotto solo nelle annate migliori.
Con l'annata 2016 la Cantina Kurtatsch ridefinisce i confini del possibile: tre valori, simboleggiati da tre cipressi e il meglio di tre varietà riunite in un unico vino. Il progetto, lanciato nel 2022 con il primo millesimo (Tres 2015) esprime i valori di una cantina sociale dalla storia gloriosa: il legame con il terroir, l’impegno del lavoro e la cura maniacale dei dettagli.
 

Le etichette disegnate a mano da Carmen Maria Alber.
 
  Tres 2016: 2.990 bottiglie e 150 Magnum. Le etichette dipinte a mano 
Il legame con il territorio è visibile anche attraverso l’etichetta di Tres: tre cipressi, tre valori, tre varietà. Tutte le 2.990 bottiglie prodotte e le 150 Magnum dell’annata 2016 sono dipinte a mano da una giovane artista ventiduenne di Cortaccia, Carmen Maria Alber, neolaureata in graphic design a St. Pölten (Austria). Carmen si è ispirata alla parete «Milla», la caratteristica e suggestiva parete di roccia dolomitica simbolo di Cortaccia e che aveva ispirato anche la realizzazione in lastre di dolomia della facciata dell’enoteca della cantina, dalla cui terrazza si può godere una vista straordinaria sulla Vallata dell'Adige e sulla dirimpettaia Egna con Castel d'Enna che si scorge tra i boschi.
 

La materia prima per la realizzazione delle etichette Tres 2016.
 
 Le etichette di Carmen Maria Alber realizzate con la terra della zona 
Tutte le etichette di Carmen Maria Alber - la disegnatrice era all'opera anche durante la nostra visita in cantina e durante le degustazioni - sono realizzate con una miscela della terra dei vigneti d’origine delle uve con del legante acrilico. Uno stile espressivo che si ritrova nei vari livelli del dipinto, enfatizzati dalle diverse texture dovute alle modalità di applicazione del colore (stesura, tamponatura o graffiatura) e nella tecnica stessa, a mano, con il dito indice.

Le aree più chiare con meno terra sono in tensione con quelle più scure e pastose, che grazie alla loro consistenza permettono di creare una vera e propria esperienza tattile, in un gioco di contrasti, proporzioni e prospettive.

Le tre sezioni triangolari che risultano dalla disposizione del motivo si ricollegano ai valori dell'azienda: le viti simboleggiano il lavoro dei soci, la parete il legame distintivo con il terroir e il cielo, lo sguardo e l'aspirazione verso il futuro della giovane e dinamica Cantina altoatesina, recentemente riammodernata. Una «chicca» dal punto di vista architettonico con la facciata che costeggia la Strada del Vino realizzata con lastre di dolomia.
 

Milla, la suggestiva parete di roccia dolomitica simbolo di Cortaccia.
 
  Uno sguardo al passato della cantina e uno sguardo al mondo 
Ma torniamo alle degustazioni che si sono svolte in due fasi distinte: dapprima con uno sguardo al passato attraverso una carrellata di alcune etichette simbolo della cantina altoatesina (annata 2016) e successivamente con uno sguardo al mondo. Elegante, con note calde di cioccolata, il Merlot Cabernet Soma. Di buona struttura, freschezza e sapidità la Riserva Brenntal. Piacevolmente speziato il Cabernet Riserva Kirchhügel. Un'esplosione di note balsamiche con piacevole sottofondo minerale il Cabernet Sauvignon Freienfeld.

Emozionante la degustazione di quattro etichette del mondo (annate 2016) messe a confronto con il Tres della Cantina di Cortaccia. Due i vini francesi sul red carpet: il bordolese Château la Mission Haut-Brion della denominazione Pessac-Léognan (58% Merlot, 42% Cabernet Sauvignon) e il bordolese Château Pavie - 1er Grand Cru Classé «A» Saint Emilion Grand Cru (65% Merlot, 25% Cabernet Franc, 10% Cabernet Sauvignon).
Due i toscani in passerella: due grandi Merlot in purezza: il Redigaffi di Tua Rita, vino che nasce sulle Colline Metallifere della Toscana e il Masseto della Tenuta dell'Ornellaia (Bolgheri).


Tres, il gioiello della Cantina Kurtatasch-Cortaccia.
 
  Cena a quattro mani: Ristorante Tilia e Locanda Alpina Dorfner 
Smaltite le emozioni per gli assaggi di alcuni «Super Red Wine» e dopo una aperitivo nella nuova splendida barricaia «Dolomite» con gli «amuse bouche» accompagnati dalle bollicine Pas Dosé 600 annata 2016 sempre della Cantina Kurtasch (uno dei miglior spumanti altoatesini che abbia mai assaggiato, straordinario per freschezza e sapidità) tutti a tavola per la cena conclusiva a quattro mani realizzata dalla coppia Chris Oberhammer del ristorante stellato Tilia di Dobbiaco e Anton Dalvai, patron della Locanda Alpina Dorfner di Casignano (Montagna di Egna).
 
Si parte con un patè di pollo biologico con olivello spinoso e cavalo rosso accompagnato dalla Cuvée Bianco Amos 2021, formato Magnum. Una bontà. Simpatico e peccaminoso anche l'uovo in camicia con il formaggio Grigio («Graukäse» della Valle Aurina) e il tortino di polenta di Maso Römerhof (un’antica varietà di mais coltivata dalla famiglia Giovanett a Termeno). Piatto abbinato allo Chardonnay Riserva Freienfeld 2020, formato Magnum.
 
Piatto forte della serata la coda di bue brasata su crema di patate, spinaci selvatici, salsa e scaglie di tartufo. Per questo piatto Andreas Kofler ha suggerito l'abbinamento con due rossi della cantina: il Merlot Riserva Brenntal 2020 e il Cabernet Sauvignon Riserva Freienfeld 2020, entrambi in formato Magnum. In chiusura passerella d'onore per alcuni formaggi di latte vaccino della Val di Fiemme accompagnati dal Passito bianco Mitterberg «Aruna» 2020, una cuvée di Gewürztraminer (70%) e Moscato Giallo (30%), un vino elegante, non stucchevole con buon equilibrio tra dolcezza e acidità.

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Giuseppe Casagrande - [email protected]