Roland Caramelle, affondo Sait su integrativo e licenziamenti
«Federazione complice del Consorzio: ad oggi nessuna ricollocazione né presa di posizione contro la disdetta»
Non poteva che partire dalla vertenza Sait il XV Congresso della Filcams del Trentino. Dopo quattro giorni di sciopero per la disdetta unilaterale del contratto integrativo e con la ferita ancora aperta per gli ottanta licenziamenti di sette mesi fa Roland Caramelle, segretario oggi riconfermato alla guida della categoria, non ha usato mezzi termini.
«Sono anni che il Sait si comporta nei confronti dei propri dipendenti peggio e con maggiore cattiveria che molti imprenditori e catene del commercio.
«In presenza di utili aziendali riduce il costo del lavoro e licenzia a man bassa, opera alla Marchionne relativamente al lavoro, disdettando la contrattazione integrativa e provando ad imporne modelli dove a pagare sono i lavoratori.
«In verità non ha un serio progetto industriale e di fronte alla concorrenza agisce come il peggiore dei padroni, facendo pagare ai lavoratori, in termini di riduzione dei salari, la sua profonda incapacità manageriale ed organizzativa.»
Caramelle non ha fatto sconti neanche alla Federazione né alla sua presidente Marina Mattarei.
Per la Federazione ha parlato di «silenzio e la complicità», sottolineando come ad oggi si sia dimostrato nullo l’impegno di ricollocare alcune dei dipendenti licenziati all’interno del mondo cooperativo.
«Nessuno è tornato a lavorare nella cooperazione. Eppure la Federazione è uno dei colossi economici di questa Provincia! Presidente ed ufficio sindacale della Federazione hanno sposato la linea del SAIT senza battere ciglio.»
Dunque Caramelle ammette di aver preso atto della posizione del nuovo vertice di Via Segantini che ieri ha invocato una ripresa del dialogo.
«Se il lavoro umano ha una dignità allora la presidente Mattarei, nel rispetto di quella dignità, avrebbe dovuto richiedere il ritiro della disdetta. Non si può pensare di dialogare con un coltello puntato alla schiena, si tratta se alle parti si riconosce pari dignità.»
Dunque ha attaccato sulle mancate ricollocazioni.
«Ad oggi sono passati sette mesi e nessuna ricollocazione. È opportuno che la presidente Mattarei si spenda per onorare questo impegno.»
Il segretario dunque ha rimarcato il divario con l’Alto Adige dove una politica migliore ha favorito migliore sviluppo.
Al contrario di quanto accaduto in Trentino «da una parte si è sperimentato e ricercato strade diverse, con lo scopo di cementare la coesione sociale, dall'altra è andato avanti un processo di venetizzazione che ora ha trovato anche rappresentanza politica ed istituzionale», – ha detto.
Dunque Caramelle si è soffermato sui settori che la Filcams rappresenta, dal turismo al pulimento, dal commercio ai servizi. Ha insistito sulla necessità di arrivare ad una contrattazione integrativa di secondo livello.
Sul turismo pur sottolineando il ruolo centrale del settore per l’economia provinciale, ha ribadito come resti un comparto critico per la qualità del lavoro.
«Manca una specifica strategia per i lavoratori in grado di attrarre, qualificare e trattenere professionisti capaci e qualificati. Una strategia che incida sulle modalità e sulle condizioni di lavoro.
«Perché questo è il vero problema dei lavoratori del turismo: orari disagiati, nastro lavorativo frammentato, lavoro straordinario e festivo non riconosciuto, quote di salario non corrisposte, diffuso utilizzo di forme contrattuali di estrema precarietà, esternalizzazioni con disinvolta gestione delle regole contrattuali e dei servizi.»
Condizioni che peggiorano per i lavoratori e le lavoratrici degli appalti e del pulimento, gli invisibili, spesso l’anello più debole e povero del mondo del lavoro, su cui si scaricano anche le esigenze di bilancio dei committenti pubblici.
«Come se intervenire sui servizi meno onerosi dati in appalto compensasse le invariate indennità dei politici, degli alti funzionari provinciali, spese per consulenze, insomma tutta quella fetta di spesa improduttiva.»
E questo senza pensare ai cambi di appalto dove si ricattano le lavoratrici in una guerra tra poveri mettendole davanti ad un bivio, o ridurre le ore con ricadute pesanti sui già bassi salari o mantenere le condizioni sapendo che un collega perderà il posto.
Sul commercio l’attacco contro la liberalizzazione di orari e aperture, che ha peggiorato le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici.
«Un decreto che i bocconiani sostenevano avrebbe aumentato l’occupazione e generato un calo dei prezzi al consumo! Invece dalla sua introduzione i prezzi sono aumentati oltre l’inflazione, l’occupazione è diminuita e le condizioni contrattuali dei lavoratori sono peggiorate, con disdette e attacchi mai subiti prima.»
E ha aggiunto: «Anche in questo caso la tanto decantata differenza positiva della nostra autonomia: l'assessore Olivi si è rifiutato di dare vita a una qualsiasi opposizione formale e giuridico al decreto Monti.»
Infine un passaggio sull’immigrazione. «“In molti lavori nel nostro settore la presenza dei migranti è consistente.
«Lo è nelle pulizie, nella ristorazione e negli alberghi. La Filcams è una categoria sindacale che fa della accoglienza e della solidarietà fra lavoratori una delle sue più importanti bandiere ed è per questo che ci sentiamo impegnati a sostenere politiche di accoglienza sul nostro territorio, politiche di governo della migrazione che abbiano nell'inserimento sociale l'obiettivo da perseguire», – ha concluso.
Oggi il XV congresso Filcams ha anche eletto la nuova assemblea generale e il nuovo direttivo della categoria.