Varata la riforma degli aiuti per gli investimenti delle imprese
Gli stanziamenti restano gli stessi, ma gli incentivi più mirati per la crescita e lo sviluppo e in particolare alla produzione di reddito

La Giunta provinciale, su proposta degli assessori Alessandro Olivi, Tiziano Mellarini e Franco Panizza, ha approvato i nuovi criteri per la concessione degli incentivi per gli investimenti fissi effettuati dalle imprese che operano in Trentino.
«La riforma – sottolinea l'assessore all'industria, artigianato e commercio, Alessandro Olivi – persegue l'obiettivo di selezionare gli investimenti agevolabili per stimolare la crescita e lo sviluppo, la competitività del sistema economico, e sostenere l'occupazione.»
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, il presidente Dellai ha precisato proprio che l'obbiettivo della Giunta è quello di incentivare il gettito fiscale, in modo che la stessa Provincia ne tragga un vantaggio diretto dal ritorno dei nove decimi che le spettano dallo Stato.
Insomma, nessuna piega sulla logica dell'iniziativa, perché è quella che abbiamo sempre sottolineato manchi al Governo Monti.
Il provvedimento approvato oggi, a seguito di un ampio e approfondito confronto con le Associazioni imprenditoriali e le Organizzazioni dei lavoratori e del parere favorevole della Seconda Commissione Permanente del Consiglio provinciale, si inserisce nel percorso della riforma degli incentivi alle imprese, che ha già interessato gli aiuti per i progetti di ricerca, la semplificazione delle procedure amministrative e l’introduzione degli incentivi a favore dell’imprenditorialità femminile e giovanile.
La novità più importante, come detto, è quella che concerne la selettività, ovvero le condizioni di accesso ai contributi.
Esse sono determinate da una griglia di priorità o criteri di accesso, che in sintesi possono essere individuati in questi punti: sviluppo di attività sostitutive e subentri in attività precedenti, nascita di nuove iniziative e riconversioni imprenditoriali, sviluppo di reti di imprese; miglioramento della qualità dell’impresa, innovazione aziendale, crescita dimensionale dell'azienda.
L'adozione di queste priorità consentirà di concentrare le risorse finanziarie su investimenti più strategici.
«I punti cardine della riforma degli incentivi per gli investimenti realizzati dalle imprese – sottolinea l'assessore Alessandro Olivi (nella foto, insieme con l'asessore Rossi) – possiamo riassumerli in aiuti meno numerosi e più mirati; stimolare l'innovazione anche nelle piccole e medie imprese, e nel coinvolgimento del sistema creditizio nel sostegno agli investimenti produttivi. Con queste nuove misure il fine che vogliamo perseguire è quello di orientare le aziende a ricorrere alla finanza pubblica per realizzare quegli investimenti che possono essere decisivi, e quindi non meramente automatici, per migliorare la propria efficienza e la propria competitività.
«Per evitare che l’effetto degli aiuti si trasferisca sui prezzi – ha aggiunto, – si è voluto che le agevolazioni per gli acquisti di immobili siano limitate soltanto a chi avvia una nuova iniziativa o sostituisce un’attività.
«Sul versante finanziario la riforma introduce una maggiore corresponsabilità della finanza privata negli investimenti agevolati. E’ previsto, infatti, che per gli investimenti di maggiore entità l’incentivo sia concesso nella forma del pacchetto integrato (contributo in conto capitale su metà investimento, mutuo parzialmente agevolato e garantito per il 50% sulla restante metà) e che per gli investimenti di importo superiore a 300 mila euro la valutazione economico-finanziaria sia svolta dalla banca finanziatrice.
«La bancabilità di metà del fabbisogno finanziario legato agli investimenti e la richiesta di requisiti patrimoniali (almeno il 20% del capitale investito coperto da mezzi propri) rispondono – sono parole di Olivi – all’obiettivo di dare un giusto equilibrio fra il rischio cui si espone la finanza pubblica con gli incentivi e quello cui si espongono gli altri investitori, in particolare la proprietà e le banche.»
Una ulteriore novità introdotta dalla riforma riguarda il rapporto tra gli aiuti e il fisco: per gli aiuti che vengono concessi con proceduta automatica si prevede che questi ultimi non possano superare l'ammontare di Irpef, Ires, Irap e IMU versate dall'azienda negli ultimi tre anni.
E’ pure previsto che per gli investimenti più consistenti (le domande di importo superiore a 2,5 milioni di euro) gli effetti economico-sociali per il territorio siano chiaramente evidenziati.
La procedura di valutazione di tali domande è particolamente articolata e prevede un coinvolgimento delle parti sociali.
«La qualità delle relazioni industriali – conclude l’assessore Olivi – rappresenta un mattone importante del nostro sistema sociale, fondato sulla coesione e sulla corresponsabilità dei lavoratori nelle strategie di sviluppo delle proprie aziende. La previsione di una fase di concertazione preventiva che coinvolga anche il mondo del lavoro rappresenta un’opportunità preziosa di condividere, al'insegna di una leale e responsabile collaborazione, i principali progetti di sviluppo.»
Sul fronte infine dell'innovazione l'assessore Olivi sottolinea come, recependo anche le utili osservazioni delle categorie interessate, si è cercato di coinvolgere la piccola impresa in processi di innovazione incrementale che possono riguardare tanto l'aspetto tecnologico quanto quello organizzativo e dei servizi.
Al fine di declinare l'innovazione nella microimpresa si prevede che l'investimento debba soddisfare alcune condizioni quali l'aumento di capacità produttiva, l'incremento occupazionale di almeno una unità lavorativa, il miglioramento degli standard ambientali e l'introduzione di nuovi macchinari non previsti a libro cespiti negli ultimi 3 anni.