«Democrazia e Libertà», la testimonianza di Pierluigi Scaratti
La conferenza ha fatto scoprire un aspetto che i «nuovi trentini» non conoscevano: l’umanità dei nostri soldati all’estero
La serata è durata due ore, ma ne sarebbero servite di più se non altro per dare spazio a tutti i cittadini extracomunitari presenti in sala ad ascoltare il racconto affascinante di due persone che, su fronti diversi, si occupano di «Democrazia e libertà».
Parliamo dell’assessore provinciale Lia Beltrami e del colonnello Pierluigi Scaratti che ha comandato il 2° Reggimento Genio anche nei sei mesi in cui ha operato in Afghanistan alle dipendenze della Brigata Julia.
Ieri sera hanno raccontato la propria esperienza di democrazia e libertà nei paesi del Terzo mondo.
Come i nostri lettori sanno, l’assessore Beltrami si occupa della Cooperazione Internazionale che, per volontà di una legge provinciale, consiste nella gestione di fondi pari allo 0,25% del bilancio della Provincia autonoma di Trento.
E in occasione della missione del 2° Genio in Afghanistan, Lia Beltrami aveva affidato al colonnello Scaratti una piccola somma da investire in iniziative umanitarie in quel paese asiatico.
Bisogna precisare che un po’ tutti i Paesi della coalizione della missione ISAF destinano dei fondi a favore della popolazione civile, sia per motivi effettivamente umanitari che per ragioni di convenienza.
Tanto per fare degli esempi che noi abbiamo potuto toccare con mano, l’Italia ha costruito un fantastico ponte nella Zeerko Valley, che gli abitanti della zona difendono da possibili attentati con degli uomini armati che lo presidiano 24 ore su ventiquattro.
L’Europa ha costruito un carcere femminile a Herat, perché la popolazione locale non avrebbe speso un solo dollaro per migliorare lo status delle donne, solitamente in carcere per reati che da noi non esistono.
La stessa Nato ha unità che si occupano esclusivamente di realizzazioni civili, proprio per accompagnare la presenza militare con un certo tornaconto per la popolazione ospitante.
Come ha detto lo stesso Scaratti nel corso della conferenza, fa sempre comodo a un’unità militare operante all’estero disporre di – perdonateci il termine – di gadget per ottenere la benevolenza della gente locale che nel bene o nel male vede nei soldati stranieri qualcosa che non porta mai nulla di buono.
L’insegnamento lo hanno dato gli Americani nella Seconda guerra mondiale, quando con tavolette di cioccolata e calze da donna si sono ingraziati le popolazioni europee stremate dalla guerra.
Non ci vuole molto per essere benvoluti, anche se si rimane pur sempre stranieri in casa d’altri.
«Gli americani conoscono benissimo questo meccanismo – ha detto il colonnello Scaratti. – Viaggiano con valige di dollari che spendono a profusione. Noi non siamo così ricchi – ha aggiunto sorridendo. – Però siamo andati in Afghanistan con i soldi che ci ha messo in tasca il Trentino…»
La platea ha applaudito a questa battuta, perché metteva in luce un aspetto molto umano di tutto ciò. I nostri sondati chiedono, il nostro Trentino non si tira indietro, per quel poco che può.
Ma proprio questa trentinità ha aiutato il colonnello Scaratti nella realizzaizone del suo disegno.
«La zona in cui abbiamo ricostruito una scuola distrutta dai talebani e un acquedotto che serve 8.000 persone – ha aggiunto il colonnello del Genio – era la più difficile di tutto il territorio affidato all’Italia. D’altronde era proprio per questo che abbiamo voluto investire lì i soldi della Provincia.
«E non è stato facile convincere la gente locale ad accettare il regalo, – ha continuato – perché i talebani puniscono chi fraternizza con i soldati stranieri. Ce l’abbiamo fatta solo quando abbiamo detto loro che non erano soldi del nostro governo, ma della popolazione trentina.»
Questo aneddoto, che abbiamo già raccontato più di un anno fa al ritorno dalla nostra missione giornalistica in Afghanistan, è attestato da una lettera (l’unica scritta in tal senso, ci è stato detto) che il governatore del Gulistan ha inviato al governatore della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, «affinché ringraziasse il popolo trentino per il regalo fatto».
Il colonnello Scaratti ha ringraziato l’assessore Beltrami per le opportunità date al suo reggimento e a lui personalmente con l’invito a partecipare alla conferenza e trasferire ai presenti la propria esperienza.
In sala, oltre agli esponenti delle associazioni di volontariato che sono in contatto con l’assessorato alla Cooperazione internazionale, c’erano autorità civili e militari, tra i quali il senatore Andreolli e il presidente dell’Associazione Nazionale degli Alpini del Trentino Maurizio Pinamonti, che il colonnello Scaratti a personalmente ringraziato in quanto senza l’Ana non avrebbe tecnicamente potuto portare «i soldi del Trentino» in Afghanistan.
L’Assessore Lia Beltrami, tornata da un viaggio umanitario nei paesi africani dove più è impegnato il Trentino, ha fatto da spalla a Scaratti per dimostrare come le nostre Forze Armate siano animate dallo stesso spirito umanitario di sempre.
Il pubblico è stato grato di questo, perché ha scoperto nei nostri soldati l’altra faccia della stessa medaglia che si chiama cooperazione internazionale.