Associazione Castelli del Trentino – Di Daniela Larentis
«Gli incontri del giovedì», il 9 novembre ospiti tre laureati in materie storiche: Sabrina Michelon parlerà del Castello di Monreale
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Il ciclo di serate predisposte dall’Associazione Castelli del Trentino, denominato «Gli incontri del giovedì», organizzato dal presidente Bruno Kaisermann e dal vicepresidente, il giornalista, storico e critico d’arte Pietro Marsilli, prosegue con l’appuntamento di giovedì prossimo, presso la Sala Civica di Mezzolombardo, Corso del Popolo 17.
Il 9 novembre alle 20.30 si parlerà di Christian Schneller, uno studioso di confine, della tradizione agiografica su San Romedio e del Castello di Monreale con tre laureati in materie storiche, rispettivamente con Sonia Forrer, Christian Giacomozzi e Sabrina Michelon.
Ricordiamo che tutti gli incontri in programma godono del patrocinio della Regione Trentino Alto-Adige, della Provincia Autonoma Trento, della Comunità Rotaliana-Koenisberg e del Comune di Mezzolombardo e della collaborazione dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, del Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina. Sono, inoltre, riconosciuti da IPRASE e validi ai fini dell’aggiornamento del personale docente della Provincia Autonoma di Trento.
Abbiamo avuto il piacere di porgere alcune domande a Sabrina Michelon, laureata in Scienze dei beni culturali, percorso storico- artistico, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università degli studi di Trento, con una tesi dal titolo: «Il castello di Königsberg-Monreale: ricerche sulla storia e sulla decorazione».
La relatrice parlerà di questo affascinante maniero, della sua storia, della sua arte e della sua architettura, immaginando una sorta di visita guidata e dando una breve descrizione delle decorazioni che vi sono al suo interno.
Il suo intervento verterà sul Castello di Königsberg-Monreale, può anticiparci qualche informazione per inquadrare l’argomento? A quando risale la sua costruzione?
«Durante la serata si parlerà del Castello attraverso la sua storia, la sua architettura e le decorazioni artistiche contenute all'interno: una specie di visita guidata virtuale con l'aiuto delle immagini.
«Il Castello è situato nel comune di Faedo e domina la Piana Rotaliana. Le sue origini sono oscure, tuttavia si ritiene che possa essere sorto probabilmente verso XII secolo come punto di controllo di persone e beni che transitavano sulla strategica via che collegava il mondo latino con quello germanico.»
Quali sono stati i principali ampliamenti che ha subito nel corso dei secoli?
«Sappiamo che nella seconda metà del 1400 vi era già l'ala orientale e nel corso del 1500 sono stati fatti i più importanti miglioramenti in stile rinascimentale.»
Dal punto di vista architettonico ce lo potrebbe descrivere brevemente?
«L'edificio è costruito su tre lati, orientati rispettivamente verso sud, in prossimità di un bosco da dove arriva la strada; verso ovest, sulla Piana Rotaliana (con tre corpi merlati è il lato più particolare, perché più visibile); verso nord- est vi è la facciata più semplice e lineare.
«A sud-est, ove vi è la stradicciola d’ingresso, spicca un mastio ettagonale. Il palazzo è costruito su due piani abitabili e si affaccia su un cortile interno.»
Qual è il nucleo più antico del maniero?
«Come nella maggior parte dei castelli la parte più antica è costituita dal mastio, la torre che dominava il territorio circostante. Questo è l'unico esempio in Trentino di mastio a sette lati.»
Qual è la parte di maggior interesse dal punto di vista artistico?
«La Sala dei Cavalieri e la Cappella, quest'ultima è la parte meglio conservata e di maggior pregio».
Il castello è appartenuto a diverse famiglie, potrebbe sinteticamente raccontarci qualcosa a riguardo?
«La prima famiglia che nei documenti appare legata ad esso è quella dei Conti di Appiano, vassalli dei vescovi di Trento; il castello passò poi ai Conti del Tirolo Mainardo II e ad Enrico di Eschenloch.
«Fino alla metà del 400 restò in mano a componenti della cerchia tirolese, per passare poi alla famiglia Thun (la più importante per le decorazioni e i rifacimenti rinascimentali).
«Durante i secoli successivi il castello si alternò tra i possedimenti thuniani e quelli tirolesi fino al 1648, quando passò alla famiglia veneta degli Zenobio. Rimase agli eredi di questa famiglia, tra cui gli Albrizzi e nel 1800 ai Rubin de Cervin fino al 1976.»
A chi appartiene attualmente?
«Alla famiglia Schmid.»
Da un punto di vista metodologico come ha condotto lo studio delle fonti?
«In principio ho effettuato una ricerca sulla storia del castello, rifacendomi ad uno studio già esistente e ricercando i particolari nei vari testi e archivi.
«La cosa che mi interessava maggiormente erano le notizie riguardanti le decorazioni, difficili da trovare o addirittura inesistenti.
«In seguito, le fotografie degli affreschi scattate da me al castello si sono rivelate la fonte principale dello studio da me condotto.»
Quali sono stati gli elementi principali del lavoro svolto, soprattutto della parte dedicata all’analisi e alla discussione delle decorazioni pittoriche ancora visibili all’interno del castello?
«Lo studio si è basato principalmente sulla descrizione delle decorazioni, per poi ricercare opere più importanti già esistenti, alle quali rifarsi per ipotizzare una datazione di esecuzione (un riferimento importante è stato sicuramente il Castello del Buonconsiglio di Trento).»
Quali sono state le principali difficoltà affrontate?
«Innanzitutto, lo stato conservativo del castello: essendo molto rovinato è stato difficoltoso leggere chiaramente le opere.
«La mancanza di una documentazione unica che racchiuda le informazioni generali del castello, e nello specifico non avere notizie certe sulle decorazioni (perciò né sui committenti né sulla datazione delle opere) sono altri esempi di difficoltà che ho dovuto affrontare.»
Il castello è visitabile, pur essendo di proprietà privata?
«Il castello viene aperto al pubblico in qualche occasione durante l'anno, per manifestazioni del Comune di Faedo o di alcune associazioni, per spettacoli teatrali, e annualmente durante le giornate dell'evento culturale trentino di Palazzi Aperti.»
Progetti futuri?
«Con il Comune di Faedo si sta lavorando alla pubblicazione di un libro sul castello, un volume che raccolga le informazioni generali, la storia e l'arte di questo maniero, solitamente visto e conosciuto solo all'esterno.»
Daniela Larentis - [email protected]