Fugatti: «In Trentino danni dai 250 ai 300 milioni di euro»

Il presidente della Provincia ringrazia le Amminstrazioni precedenti per gli importanti lavori realizzati contro i danni da maltempo – Chiesto a Conte lo Stato di emergenza

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Se in Trentino i danni provocati dal maltempo sono «considerevoli» e quelli del Bellunese sono «apocalittici», il merito possiamo tranquillamente attribuirlo alle grandi opere di risanamento del territorio, dei bacini montani e delle opere di prevenzione che dai tempi dell’alluvione del 1966 non si è mai smesso di portare avanti.
Non sono queste le esatte parole pronunciate dai responsabili della Protezione Civile del Trentino, ma il significato è questo. Questa è la sostanziale differenza del significato di Autonomia.
In comune alle due province di Trento e di Belluno, purtroppo, c’è la caduta degli alberi. Solitamente sono proprio quelli a imbrigliare il territorio, stavolta hanno ceduto come stecchini. Si parla di un milione di metri cubi di legname nel solo Trentino.
Ma veniamo alla conferenza stampa, la prima da quando Fugatti è stato proclamato presidente della Provincia autonoma di Trento.
 

 
Ammonta complessivamente a 250/300 milioni la prima stima dei danni subiti dal Trentino a causa della recente, eccezionale ondata di maltempo: circa 100 milioni il danno patito da foreste e agricoltura, 25 dalle strade, 5 dagli impianti sciistici, e più di un centinaio da soggetti pubblici e privati (famiglie e imprese a causa della pioggia, del fango e degli scoperchiamenti.
La stima delle sofferenze patite dal territorio, peraltro non esaustiva - ad essa si aggiungeranno la spesa per la ricostruzione del patrimonio forestale andato perduto, circa 7.000 ettari di bosco, calcolata in 50 milioni di euro, il mancato guadagno derivante da questa perdita, «spalmato» sui prossimi 60 anni, e i danni subiti dalle reti pubbliche, ancora in fase di definizione - è contenuta nella lettera inviata in queste ore dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza.
 
Mercoledì si riunirà infatti il Consiglio dei Ministri, per decidere come sostenere i territori maggiormente colpiti dal maltempo: lo Stato di emergenza è condizione necessaria per poter accedere ai fondi statali eventualmente stanziati per la ricostruzione.
La Provincia ha anche deciso di sospendere la riscossione del saldo Imis di dicembre nei Comuni più sofferenti. Continuano intanto alacremente gli interventi su tutto il territorio provinciale, per ripristinare la viabilità, riparare i danni alle infrastrutture e non da ultimo garantire il regolare avvio della stagione invernale e lo svolgimento delle grandi manifestazioni previste prossimamente, come il passaggio del Giro d'Italia e la Marcialonga.
Nei prossimi giorni il presidente Fugatti convocherà infine anche le categorie economiche e sociali per concertare le misure necessarie per favorire la ripresa produttiva.
 

 
Vediamo in breve sintesi quali sono le voci considerate per arrivare a formulare al Governo una stima dei danni patiti dal Trentino in circa 250-300 milioni.
Per la sua quantificazione è stato necessario tener conto dei costi per ripristinare le condizioni preesistenti i danni immediati causati dal maltempo a soggetti pubblici e privati, dei costi delle opere da realizzare nel medio periodo e dei mancati guadagni determinati dalle perdite subite.
 
Foreste, agricoltura e bacini montani: 90/100 milioni (calcolando 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati, 4 volte il prelievo provinciale annuo, che comportano circa 60 milioni di mancati introiti causati dal deprezzamento del legname e dai costi di rimozione, a cui si aggiungono 10 milioni per il ripristino delle strade forestali, 5 milioni di danni in agricoltura, su stalle malghe, pescicolture ecc. e 12 milioni di danni patiti dai bacini montani).
I boschi sono per il 70% di proprietà pubblica (Comuni, Asuc, Regole e altre gestioni collettive) e per il 30% privata.
Dei 2 milioni di alberi schiantati, l'ipotesi è di riuscire ad immetterne sul mercato almeno il 50 per cento.
I Comuni maggiormente coinvolti sono quelli delle valli di Fiemme e Fassa, del Primiero, del Pinetano, dell'altipiano Vezzena-Grigno.
Una apposita task force, di cui farà parte anche il Consorzio dei Comuni, assieme alle strutture tecniche della provincia, si occuperà della gestione delle varie fasi della gestione dell'emergenza e del ripristino del patrimonio boschivo.
 
Infrastrutture: danni per circa 25 milioni, quasi esclusivamente concentrati sulla viabilità (117 gli interventi realizzati, 60 quelli già conclusi, la maggior parte sarà terminata entro fine novembre).
La problematica più complessa si registra in Val Cadino, dove verrà realizzata una viabilità provvisoria per la rimozione del legname, per un costo previsti di circa 2 milioni di euro (che potrà essere utilizzata anche per il Giro d'Italia).