Vicenda dei marò illegalmente trattenuti in India
In un servizio Tv sulle reti Mediaset, anche il collega Toni Capuozzo dimostra l’estraneità dei nostri militari
Il reportage di Toni Capuozzo pubblicato in questi giorni dalle reti Mediaset sulla vicenda dei Marò ha messo in luce le contraddizioni che noi avevamo evidenziato fin dall’inizio.
Ci fa grande piacere che il tutto sia stato ripreso per voce di un esimio collega, perché quello che conta sono i risultati. Ma vediamo gli atti.
Assodato che i due marò non potevano essere processati dalla Giustizia Indiana sia perché si tratta di fatti accaduti in acque internazionali, sia perché i rapporti internazionali prevedono che i militari in servizio siano perseguibili solo dal Paese di appartenenza, la ricostruzione di quanto accaduto portava all’evidenza che i nostri due marò non potevano aver commesso i reati di cui sono stati accusati.
Il primo riguarda l’ora in cui sarebbe avvenuta la sparatoria. Secondo quanto registrato nei giornali di bordo, risulta che ci sono ben cinque ore di differenza tra l’episodio accaduto ai Marò e quello accaduto ai pescatori rimasti vittime.
Nello stesso momento in cui i pescatori venivano uccisi, si trovava in quelle acque una nave greca, la quale registrò nel giornale di bordo l’avvenuto attacco di presunti pirati.
Secondo tale ricostruzione, dunque, risulterebbe evidente che la responsabilità non sarebbe dei nostri militari, i quali dicono di aver sventato un attacco di pirati mediante l’uso «intimidatorio» delle armi automatiche, cioè con raffiche mirate a minacciare e non a neutralizzare la minaccia.
Per quanto riguarda le armi automatiche usate, secondo le analisi effettuate da esperti balistici (non italiani peraltro), risulta che si tratta di armi automatiche Beretta ARX-160. Questa sarebbe la versione più moderna dell’AR 70/90, attualmente in dotazione dei nostri marines.
L’arma verrà sostituita un po’ alla volta, ma al momento i nostri marò in servizio sulla nave incriminata non avevano in dotazione l’ARX-160.
Per contro, a quanto dicono gli esperti internazionali di armi, sono già in dotazione ad alcuni corpi di contractor. Non si possono trarre deduzioni senza prove, ma il sospetto che fossero in dotazione alla scorta della nave greca rimane finché non verrà dimostrata la verità.
La differenza che si nota nei proiettili esplosi da entrambe le carabine automatiche è minimale, ma ineccepibile. (Vedi articolo).
Le autorità indiane avevano addirittura ipotizzato che i nostri marò avessero gettato in mare le armi usate ne combattimento. (vedi articolo).