Siria: è vera emergenza donne e bambini – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con l'Imam del Trentino Alto Adige dottor Aboulkheir Breigheche

>

Guerra in Siria: vittime innocenti dei bombardamenti e tra di loro molti sono bambini.
In occasione del 20 novembre, giornata internazionale dei Diritti dell'infanzia, le Nazioni Unite denunciano la strage di innocenti che continua nella Siria martoriata da una guerra senza alcuna pietà alla vita, mentre il mondo assiste silenzioso e impotente a questa carneficina.

Il sito web delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari offre una panoramica aggiornata della situazione in Siria, dove gli scontri tra i gruppi di opposizione e i lealisti del presidente Bashar al-Assad, iniziati nel marzo 2011, hanno causato più di 500.000 morti e strappato 6 milioni di persone dalle loro case, mentre le organizzazioni umanitarie hanno smesso di contare i bambini morti già nel 2013, quando erano circa 11mila.
Ad oggi si contano più di 12 milioni di siriani, circa la metà della popolazione tra residenti e immigrati, che hanno bisogno di urgente assistenza umanitaria; in particolare necessitano di aiuto donne e bambini.
Le agenzie dell'ONU stanno lavorando senza tregua per fornire loro provviste, cure mediche e servizi di prima necessità, ma violenza, instabilità politica e burocrazia eccessiva rallentano notevolmente la distribuzione degli aiuti: numerose zone sono ancora di difficile accesso, se non addirittura completamente isolate.
 

 
Particolare preoccupazione desta anche la questione dei rifugiati. L’Alto commissario delle Nazioni Unite, António Guterres, ha recentemente dichiarato che si tratta della più grave crisi umanitaria degli ultimi 25 anni e ha rivolto un appello ai paesi europei affinché si mostrino più generosi e coerenti nei confronti dei richiedenti asilo siriani.
La Siria, vive negli occhi le atrocità di una guerra giunta ormai al quinto anno. Ce le espone in un’intervista l'Imam del Trentino Alto Adige dottor Aboulkheir Breigheche.
«La situazione umanitaria, in particolare ad Aleppo, è straziante. Mancano elettricità e acqua, la gente vive continuamente sotto i bombardamenti.»
 

 
Quali sono le zone più colpite dal conflitto?
«Attualmente la città di Aleppo e suoi dintorni, ma ormai non esiste una zona risparmiata dai bombardamenti continui sugli agglomerati civili, mercati, scuole e ospedali.»
 

 
Quante sono le vittime della guerra? Riesce a fornirci qualche dato?
«Le Nazioni Unite hanno dichiarato che non possono più contare i morti, questo spiega l’enorme numero di vittime per la stragrande maggioranza civili che con la resistenza armata non hanno nulla a che fare.
«Ma numerosi fonti parlano di una cifra spaventosa: mezzo milione di vittime, per una popolazione di 25 milioni, enorme il numero delle vittime tra i bambini e le donne.»
 

 
I bombardamenti stanno continuando anche nelle zone dove arrivano gli aiuti?
«Numerosi convogli di aiuti umanitari sono presi di mira, forni per il pane, mercati popolari. Questo spiega la feroce aggressione del regime contro la gente inerme, situazione che molti hanno descritto senza mezzi termini come crimini di guerra e genocidio
 

 
Quali sono le principali difficoltà della popolazione e quali le emergenze?
«In moltissime zone della Siria ormai manca di tutto: alimenti, acqua potabile, elettricità, medicine. E quando si trova qualcosa i prezzi sono alle stelle, inaccessibili per la gente comune, provocando numerosi casi di decesso per denutrizione.
«Una delle emergenze più gravi è quella di non avere più un tetto dove rifugiarsi dopo la distruzione totale delle loro case o loro inagibilità per effetto dei continui bombardamenti del regime, dell’Iran prima e della Russia dopo.»
 

 
Come e da chi viene aiutata la gente e i bambini che hanno perso tutto?
«Gli aiuti che provengono dalle Nazioni Unite sono solo una piccola parte per due motivi: l’enorme difficoltà che incontrano, e perché questi aiuti finiscono presso i depositi del regime che li distribuisce ai suoi collaboratori.
«D’altra parte le associazioni di volontariato cercano di fare del loro meglio specialmente nelle zone liberate dalla resistenza, ma non sempre sono sufficienti.»
 
Quali sono le difficoltà che i volontari e gli operatori umanitari devono affrontare?
«Molte volte rischiano la vita e spesso le vittime sono proprio loro: medici e personale sanitario compresi.»
 

 
Com'è la situazione delle scuole in Siria e dell’educazione in generale? Si riesce comunque a dare istruzione ai bambini siriani nonostante la guerra?
«Si vive quasi dappertutto in un clima di emergenza, e le scuole purtroppo sono obiettivi preferito dall’aviazione del regime e della Russia.
«Ma nello stesso tempo c’è una forte determinazione di continuare a ricevere istruzione anche in situazioni molto precarie, tipo rifugi sotterranei dove sia gli alunni che gli insegnanti vivono in condizioni di enorme difficoltà.
«Il governo transitorio dell'opposizione, cerca di seguire la situazione e offrire maggiori servizi possibili.»
 

 
Cosa sta facendo l'Italia in proposito?
«Si cerca di offrire assistenza ai profughi tramite le associazioni di volontariato italiane accreditate e riconosciute. Si fornisce assistenza sia nei campi profughi nei paesi limitrofi che in quelli che arrivano in Italia come rifugiati.»
 
Le persone come immaginano il futuro della Siria?
«Noto una grande fiducia e determinazione di ricostruire la Siria da tutti i punti di vista.»
 

 
C’è spazio per sperare in Siria?
«I siriani dicono che se i giapponesi e i tedeschi sono riusciti a farcela dopo i disastri delle guerre mondiali, i siriani non saranno da meno. Anche se ci vorrà del tempo e molti sacrifici.»
 
Lei, in qualità di rappresentante della comunità islamica in Trentino, che cosa chiede all’Occidente e a ciascuno di noi?
«Di essere coerenti con se stessi: non si può continuare a guardare e fare del popolo siriano e della Siria una merce di scambio tra le forze in campo.»
 

 
Cosa è possibile fare nel concreto per aiutare la popolazione siriana? 
«Come comunità musulmana chiediamo di partecipare alle campagne di aiuti che prepariamo e spediremo in Siria con un container di vestiti invernali, coperte e pacchi alimentari a lunga scadenza che partirà da Milano fra pochi giorni. Non meno importante è la adozione di orfani a distanza.»
 

 
Nadia Clementi - [email protected]

Per qualsiasi informazione inviare mail a: [email protected].