La medicina nelle attività sportive amatoriali e agonistiche

Nadia Clementi ne parla con lo specialista in medicina dello sport e fisiatria Dott. Paolo Crepaz, Consulente del Centro Sanitario di Trento

Il nostro Paese possiede una delle legislazioni più avanzate per la tutela sanitaria delle attività sportive.
In Italia dal 1982 chiunque voglia iscriversi a un’associazione, o partecipare a una gara sportiva, ha l’obbligo di sottoporsi a una visita medica, in ottemperanza a specifici protocolli cardiologici che ne garantiscano l'idoneità sia a livello agonistico, che a livello amatoriale.
Il Dottor Paolo Crepaz, medico dello sport, ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande a riguardo.

 Paolo Crepaz
Medico chirurgo, specialista in medicina dello sport ed in fisiatria.
È delegato provinciale della Federazione Medico Sportiva Italiana e membro della Giunta del CONI Trentino.
È docente universitario a Venezia in pedagogia dello sport presso il master in psicologia dello sport.
Lavora come fisiatra nell'Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari a Levico ed a Borgo e svoge attività privatamente presso il Poliambulatorio Rosmini a Rovereto ed il Centro Sanitario Trento in Via Trener.

Dottore ci spiega brevemente di che cosa si occupa la medicina dello sport?
«La medicina dello sport è una branca della medicina che riguarda la prevenzione: essa si interessa della salute di coloro che fanno attività fisica e sportiva, dai bambini agli adulti, agli anziani, e li accompagna affinché possano comprenderne ed attingerne i benefici senza correre dei rischi per la salute.»
 
La visita sportiva in che cosa consiste? Quali sono i protocolli di visita medica?
«La visita di idoneità all'attività sportiva agonistica, regolamentata per Legge dall'82, è obbligatoria per quanti praticano attività sportiva cosiddetta di tipo agonistico.
«Sono le singole Federazione sportive a definire chi sono i soggetti agonisti della propria disciplina.
«La visita si svolge con modalità diverse a seconda dell'impegno cardiocircolatorio previsto da quella disciplina sportiva, ma in generale, oltre alla visita specialistica comprende elettrocardiogrammi a riposo, durante e dopo lo sforzo, spirometria ed esame urine.
«In Trentino, la visita è offerta gratuitamente ai minori dall'Azienda Sanitaria per i Servizi Sanitari nei propri ambulatori, mentre gli adulti vi devono ricorrere, a proprie spese, o sempre presso le strutture pubbliche o presso i medici, specialisti in medicina dello sport, autorizzati dalla Provincia.»
 
Qual è l'età giusta per cominciare a praticare uno sport?
«Dipende dalla disciplina: sport come la ginnastica artistica, il nuoto o il pattinaggio artistico si possono iniziare anche a 6 anni, mentre altri richiedono uno sviluppo fisico maggiore.
«Quello che è importante è che a queste età si dia spazio alla dimensione ludica e non a quella agonistica. L'abbandono precoce della pratica sportiva, già attorno ai 12, 13 anni da parte di tanti ragazzi, con conseguenze negative dal punto di vista della salute fisica e delle dinamiche relazionali, è legato in grande misura alla mancanza di soddisfazione nella pratica sportiva laddove l'unico obiettivo proposto è quello del risultato, a discapito del gusto e del divertimento della pratica in sé.»
 
Quali precauzioni mediche dovrebbero essere adottate qualora ci si accinga a fare sport amatoriale?
«Chi ha sempre praticato con regolarità fin da giovane l'attività fisica o sportiva, se in buona salute, non corre alcun rischio. Chi inizia, o reinizia, dopo un lungo periodo di sedentarietà, a far sport in età adulta, è bene si sottoponga ad una visita medico-sportiva a prescindere se intende fare attività agonistica o meno perché è bene conosca quali sono le potenzialità ed i rischi del proprio fisico.»
 

 
Quali sono gli esami che di solito possono essere prescritti a seguito della visita medico-sportiva?
«In alcuni casi gli accertamenti previsti di routine per Legge evidenziano delle situazioni che non permettono di rilasciare un'idoneità ed è necessario ricorrere ad accertamenti di secondo livello, in genere cardiologici, come ecocardiografia, test da sforzo al cicloergometro, ECG secondo Holter ed altri.
«Più raro è il ricorso ad altri esami di diagnostica per immagini (Rx, RMN eccetera) per problematiche specifiche.»
 
Quali sono i fattori di rischio e quanto influisce l’età?
«I fattori di rischio noti, ovvero cardiopatie, diabete, ipertensione eccetera, non devono rappresentare a priori una controindicazione all'attività fisica visto che da essa possono solo trarre miglioramento.
«È sufficiente che vengano svolte con la consulenza medica. L'età, di per sé, non rappresenta un fattore di rischio.»
 
Secondo lei, fa bene a tutti praticare uno sport, anche a livello amatoriale, e quale è la soglia di età oltre la quale fermarsi?
«L'attività fisica porta beneficio alla persona, a qualunque età: a mio giudizio, l'esagerata medicalizzazione dell'attività motoria è fonte di dubbi, oltre che essere una spesa, per chi invece è appena arrivato a comprendere la necessità di muoversi per mantenersi in salute.
«Il medico di famiglia è in grado di consigliare ai propri pazienti quale attività fisica svolgere o di prescrivere eventuali accertamenti necessari.
«Se invece il soggetto intende svolgere attività sportiva, ovvero muoversi in contesti organizzati, con tanto di pettorale e di classifiche, e soprattutto se l'attività è agonistica, è necessaria la consulenza del medico dello sport quale specialista dell'attività motoria.
«Non esiste un'età soglia: chi ha fatto attività fisica o sportiva tutta la vita può continuare a muoversi, usando il buon senso, secondo le sue possibilità.»
 

 
Supponendo che a una persona sia stata riscontrata una qualsiasi patologia che gli impedisca di praticare sport a livello agonistico, è in grado comunque di fare attività fisica?
«Certo! L'attività fisica è la medicina più efficace e meno costosa che esista per moltissimi problemi di salute: riduce, fino al 50%, il rischio di morte prematura, di infarto o di malattie cardiache; previene o la riduce l’ipertensione fino al 30%; riduce il rischio, fino al 50%, dei tumori del seno e del colon; riduce il rischio, fino al 50%, di sviluppo di diabete di tipo 2, permette il controllo o il calo del peso con la diminuzione del rischio di obesità, con benefici del 50% rispetto a chi ha uno stile di vita sedentario; produce benefici per l’apparato muscolare e scheletrico: previene o riduce fino al 50% i dolori articolari, previene o riduce l’osteoporosi ed i rischi di frattura ad essa correlati; riduce fino al 50% i sintomi di ansia, stress, depressione, solitudine; previene i comportamenti a rischio, derivati dall’uso di tabacco e di alcool e da diete non sane; promuove il benessere globale della persona, migliora la qualità della vita, aiuta a socializzare, a divertirsi, a crescere nell'autostima; è il trattamento numero uno per la cura della fatica cronica; migliora l'attenzione, la memoria e le capacità cognitive. In sostanza è una medicina miracolosa e a costo zero.»
 
Riabilitazione fisica, come e quando è necessaria?
«Riabilitare significa riconsegnare ad una persona l'abilità fisica perduta per qualche problema di salute. E' un atto che nasce prima di tutto dalla volontà della persona di essere protagonista del proprio percorso riabilitativo.
«In campo ortopedico (una distorsione, una frattura, un dolore alla colonna...) sono infatti la terapia manuale, eseguita dal terapista, e l'esercizio attivo, proposto dallo stesso, le prime indispensabili risorse a cui attingere. Le terapie fisiche ed i farmaci possono essere un aiuto nel progetto riabilitativo.»
 

 
L’alimentazione è un fattore indispensabile per un’adeguata attività sportiva?
«Una corretta alimentazione è indispensabile per mantenere (o per costruire, nell’età evolutiva) il nostro organismo e per affrontare l’attività lavorativa e sportiva.
«Semplificando, solo per fare un esempio, in un’ora di corsa sostenuta possiamo consumare 400 – 500 calorie, l’equivalente delle calorie introdotte con un bel piatto di pasta al pomodoro.
«Se un’ora di corsa permette di bruciare circa 50 grammi di peso, ecco che un’attività fisica regolare contribuisce anche, validamente, unitamente ad una dieta adeguata, al calo ponderale. Indispensabile è l’apporto di liquidi durante l’attività fisica: la sete va prevenuta, bevendo con regolarità, prima di tutto acqua.»
 
Quali nutrienti non devono mancare nella dieta dello sportivo?
«A seconda dell’attività fisica o sportiva che svolgiamo, abbiamo necessità di adattare l’alimentazione in senso quantitativo e qualitativo. Ad esempio, gli sport di forza richiedono un apporto maggiore di proteine (carne, latte, formaggio, uova, pesce..), così come quelli di resistenza richiedono più carboidrati (pane, pasta, riso, patate…).
«Negli sport di resistenza è importante anche offrire un adeguato apporto calorico durante l’attività sportiva.»
 
Integratori alimentari, quando e come è bene farne uso e quali i più accreditati?
«Se ci si alimenta in modo corretto ed adeguato allo sforzo, gli integratori o le bevande sportive non sono indispensabili. Esse hanno però il pregio di saper offrire le sostanze nutritive giuste, in volumi piccoli, in modalità gradevole e digeribile, prima, dopo e durante lo sforzo fisico.
«A seconda dell’attività che si intende svolgere, sono oggi in commercio prodotti ottimali per ogni evenienza. Gli integratori di proteine, utili per migliorare la forza muscolare, vanno assunti con cautela e sotto controllo medico: alcuni di questi prodotti, specie se acquistati via internet, possono non essere puri e pericolosi per la salute, anche a motivo del fatto che possono contenere sostanze dopanti.» 
 

 
Concludendo, ci può dare qualche consiglio per rimanere in forma nel rispetto della propria salute?
«Attività fisica regolare, dall’età evolutiva fino alla vecchiaia, gradevole, ludica, divertente, magari in compagnia. La medicina chiamata attività fisica va assunta per produrre i suoi effetti benefici, secondo quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per 30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana.
«Ogni scusa deve diventare buona per muoversi: parcheggiare un po’ più lontano, salire le scale a piedi, andare a piedi a comperare il giornale. Lo sapevate che chi ha un cane e lo accompagna a fare un giretto tutti i giorni ha il 67% di probabilità in più, rispetto agli altri, di raggiungere i livelli minimi consigliati e che chi fa attività fisica regolare ed è normopeso ha un’aspettativa di vita di 5 anni superiore a chi è sedentario e sovrappeso? 
 
Dott. Paolo Crepaz - www.csttrento.it
Nadia Clementi - [email protected]