Presidenziali francesi, scongiurato un rinvio delle elezioni
Eva Joly, ex magistrato e candidata alle presidenziali per i Verdi, ricoverata per una caduta al cinema – Di Michele Soliani
Il mondo politico francese è rimasto per circa 24 ore preoccupato per via del ricovero di Eva Joly, candidata alle presidenziali per i Verdi (foto).
Domenica mentre si trovava al cinema, ha perso conoscenza ed è stata ricoverata presso l’ospedale Cochin per accertamenti medici.
All’inizio il principale dubbi riguardavano il cuore della sessantanovenne candidata, accertamenti hanno poi dimostrato che la causa è stata dovuta a fattori esterni.
Eva Joly, inciampando dalle scale,è caduta sbattendo con la testa. Questa è stata la causa dello svenimento.
In Francia si è tirato un sospiro di sollievo perché, se la candidata dei verdi fosse rimasta in ospedale, l’elezione poteva essere rinviata, come stabilisce la costituzione all’articolo 7, a un massimo di 35 giorni.
La Costituzione stabilisce, infatti, che l’incapacità di un candidato può infatti portare ad un rinvio delle elezioni presidenziali.
Si afferma che, nel caso in cui un candidato sia ammalato, il Consiglio costituzionale stabilisca, dopo richiesta fatta da questo, il suo effettivo impedimento e quindi rinviare le elezioni.
La giurisprudenza ha inoltre ribadito che, nel caso in cui si dovesse verificare un impedimento temporaneo, la durata del rinvio varierà a seconda dell’importanza del candidato.
Il ritardo quindi risulterebbe più lungo se gli interessati fossero Nicolas Sarkozy o Francois Hollande, a discapito dei candidati meno accreditati.
Procedura diversa è prevista nel caso in cui avvenga un decesso.
In questo caso, il Consiglio costituzionale porterà indietro l’intero processo elettorale alla fase di iscrizione dei candidati.
Stessa cosa nel caso di morte o incapacità di uno dei due candidati rimasti per il secondo turno.
Pochi giorni prima del suo improvviso ricovero, Eva Joly era stata coinvolta in un dibattito riguardo l’uso della cannabis.
Se tutti i candidati hanno espresso profonde perplessità sulla legalizzazione della marijuana, la candidata dei Verdi ha, invece, affermato il suo pieno appoggio a una simile proposta.
Hollande ha affermato invece la sua contrarietà anche se, tuttavia, ha appoggiato l’impianto sperimentale di «locali per il consumo» a Parigi e a Marsiglia, dove si garantisce agli eroinomani il consumo in condizioni igieniche.
Può apparire strana come cosa, ma in Francia il controllo di malattie venose, trasmesse tramite siringhe, è considerato, a oggi, un tabù.
Michele Soliani
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