Strage in Afghanistan. Chi sono i nostri quattro militari caduti
Sebastiano Ville Marco Pedone Gianmarco Manca Francesco Vannozzi
Oggi alle 9.45 locali, un ordigno
esploso al passaggio di un convoglio ha causato la morte di quattro
militari e il grave ferimento di un quinto, tutti di nazionalità
italiana. |
Questo è il comunicato inviato alle redazioni dal Maggiore Mario Renna, portavoce del Comandante del Regional Command West di ISAF, nel quale si ricostruisce tutta la vicenda.
Dopo aver informato i familiari, una nota ha riportato anche i nomi e i ruoli delle vittime dell'attentato accaduto stamattina in Afghanistan, che sono i seguenti.
Primo caporal maggiore Gianmarco Manca.
Primo caporal maggiore Francesco Vannozzi.
Primo caporal maggiore Sebastiano Ville.
Caporal maggiore Marco Pedone.
Il militare rimasto ferito è il Caporal maggiore scelto Luca Cornacchia, tutti in forza al 7° reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia.
La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) a Kabul ha dunque confermato la morte di quattro militari nell'Afghanistan occidentale.
I quattro militari italiani uccisi nell'attentato e il quinto rimasto ferito, si trovavano a bordo di un blindato «Lince», un Veicolo Tattico Leggero Multiruolo (Vtlm) a trazione integrale 4x4, che può essere impiegato in ogni ambiente operativo.
Il Lince ha una capacità di trasporto utile di circa 2,3 tonnellate.
L'equipaggio a bordo è composto da quattro uomini più il pilota, ha un peso di 6,5 tonnellate, una lunghezza di 4,8 metri, larghezza di 2 m, altezza di 2 m.
Ha un motore diesel common rail*** da 140 kw, può raggiungere una velocità massima di 130 km/h e ha un'autonomia di 500 km.
La pagina
facebook del militare ferito Luca
Cornacchia riporta quest'ultimo messaggio: «Mi sono rotto di
stare qua in Aghanistan, non si capisce un cazzo.» |
Con i quattro caduti di oggi, sale a 34 il numero delle vittime
italiane in Afghanistan dove operano oltre 3.500 militari italiani
impegnati nella missione della Nato Isaf.
Diventeranno 4.000 entro la fine dell'anno.
Il Governo ha infatti aderito alla richiesta della Nato di
incrementare il contingente ed ha disposto l'invio di mille uomini
in più nel corso del 2010.
Nel 2011, secondo quanto annunciato, dovrebbe iniziare la fase di
rientro.
La quasi totalità degli italiani (una piccola quota di un centinaio
di militari è schierata a Kabul nella sede del comando della
missione) si trova nella regione occidentale del Paese.
A Herat, vi è la sede del Comando regionale Ovest di Isaf.
Sotto la responsabilità italiana c'è un'area grande quanto il Nord
Italia, composto dalle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e
Farah.
Al comando del generale Claudio Berto c'è un contingente composto
complessivamente da 7.000 militari provenienti da 11 nazioni.
Tra qualche giorno il generale Berto lascerà il comando al generale
Marcello Bellacicco e la brigata Julia prenderà il posto della
Taurinense.
La componente principale delle forze nazionali è appunto costituita
attualmente dal personale proveniente dalla brigata alpina
Taurinense.
È presente inoltre un contributo di uomini e mezzi della Marina
Militare, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di
Finanza.Il contingente è organizzato attraverso quattro task force:
North, Center, South e la neocostituita Southest, ciascuna delle
quali articolata in una serie di Fob, cioè delle basi operative
avanzate.
L'Aviation Battalion è l'unità dell'Aviazione dell'Esercito che
gestisce gli elicotteri schierati in «teatro»: i CH47 Chinook e gli
AB 412, adibiti al trasporto del personale e dei rifornimenti, e i
Mangusta con compiti di esplorazione e scorta in supporto di fuoco
alle forze terrestri.
La Joint Air Task Force (Jatf) è invece l'unità che
gestisce tutti gli assetti dell'Aeronautica Militare: C130, C27,
Am-x e gli aerei senza pilota Predator.
C'è poi il Team di ricostruzione provinciale (Prt) che ha il
compito di sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo
insieme ad una componente civile rappresentata da un consigliere
del ministero Affari Esteri.
Presenti anche diversi Omlt, vale a dire team di istruttori che
addestrano, accompagnandoli anche nelle operazioni, le unità
dell'Esercito afghano.
Due reparti di carabinieri partecipano poi alla Nato training
mission con il compito di formare la polizia afgana.
L'immagine è ricavata da Google Earth.
*** Il common rail è
un sistema di alimentazione montato su motori diesel entrato in
produzione nel 1997 quasi contemporaneamente in Fiat ed in
Mercedes. |