Storie di donne, letteratura di genere/ 87 – Di Luciana Grillo
Janis Joyce, «Seconda stella a destra» – La storia di una studentessa universitaria veneta che ad un certo punto decide di trasferirsi in Australia»
Titolo: Seconda stella a destra
Autrice: Joyce Janis
Editore: Ad Est dell'Equatore, 2015
Collana: I virus
Pagine: 216, brossura
Prezzo di copertina: € 12
Ci vuole un bel coraggio a scegliere uno pseudonimo come questo: Janis Joyce evoca un Ulisse indimenticabile…
Bene, Laura Bettanin ha scelto proprio questo pseudonimo e ha pubblicato vari racconti, mentre lavorava in ambito cinematografico e documentaristico con personaggi del calibro di Lina Wertmuller, Luc Besson, Ermanno Olmi, Wim Wenders.
Il romanzo «Seconda stella a destra», dal titolo stranamente in sintonia con la casa editrice, racconta la storia di una giovane donna, Nico, studentessa universitaria veneta che, ad un certo punto della sua vita, decide di trasferirsi in Australia, proprio all’altro capo del mondo, lasciando al suo paesello una famiglia (piuttosto tiepida, forse poco attenta alle sue esigenze e ai suoi sogni), degli amici, forse persino un amore importante.
Dopo qualche tentativo lavorativo, Nico insegna italiano alla «Camberwell… I ragazzini della Camberwell erano tutti miliardari. Abitavano in ville con piscina, parco e campi da tennis e alla fine delle lezioni venivano prelevati da autisti asiatici in divisa. Io, che usavo il tram e abitavo a Carlton, ero la persona più stravagante che avessero mai visto».
Le giornate di Nico sembrano scorrerle addosso; il lavoro, l’ambiente e le persone che la circondano rimangono come sullo sfondo.
Al centro della sua vita – ma non al centro dei suoi pensieri – ci sono assatanati incontri sessuali spesso casuali e non coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Nico descrive in maniera estremamente esplicita questa serie di avventure con ragazzi appena conosciuti e con ragazze, senza falsi pudori.
Come se volesse farci capire che il sesso è solo un’occupazione marginale, per quanto lo si pratichi con frequenza e casualità.
Poi, forse, tra un dubbio e un incontro, arriva l’amore, un amore fatto di poche parole e pochissimi gesti, un amore che la distanza non scalfisce, che rimane sotteso e che Nico vuole ritrovare al ritorno.
«Lui era il mio pensiero fisso. Con chiunque parlassi, facevo sempre cadere il discorso sul tribunale. In un modo o nell’altro portavo i miei amici a quell’argomento lì. Senza mai cavarne una notizia. Nessuno di loro ne sapeva niente… A mezzogiorno, tutti i giorni, uscivo da Ca’ Foscari e andavo sotto casa sua. La quale, da quando era partito per Bologna, aveva ancora le imposte sbarrate.»
E mentre la vita di questa ragazza come tante passa da un continente all’altro con naturalezza, come da una storia di sesso ad un’altra, gli eventi che hanno caratterizzato la vita del nostro Paese e dell’Europa si susseguono, facendo per così dire da colonna sonora: nascono e si diffondono le televisioni libere, al governo vanno i socialisti di Bettino Craxi e Sandro Pertini diventa Presidente della Repubblica, mentre nel Regno Unito la signora Thatcher – la lady di ferro – domina la cronaca ed entra nella Storia.
L’Australia, i suoi deserti, il sole cattivo, la siccità, i grandi papaveri da oppio sono i luoghi dove Nico sperimenta amicizie e solitudini, come quando racconta il viaggio a Paradise Falls: «Togli quel braccio dal finestrino, mi aveva detto Tess, se non vuoi ritrovartelo a bolle entro un quarto d’ora… saremo mica in un forno crematorio… In fila indiana, a passo lento, sudati ancor prima di metterci in marcia, immersi nel frinire immobile di ciclopiche cicale, procedevamo cauti…»
Sembra una ragazza così superficiale, così estranea alla vita vera, ai sentimenti profondi, fin quando non trova il coraggio di ammettere che «…mi mancava tutta l’Italia. Tutta l’Europa mi mancava. Ero stufa marcia di quel posto in culo al mondo dove da qualsiasi parte ti muovessi non facevi altro che incontrare gente con le stesse abitudini, che parlava la stessa lingua e che per quanto mi riguardava non aveva saputo far altro che produrre i Bee Gees…»
E a chi le chiede: «Che cos’hai al posto del cuore? Io? Al posto del cuore? Ma se io ero fatta solo di cuore! Se io, per quanto ne sapevo, ero la persona al mondo che desiderava l’amore più di chiunque altro!
«Così tanto che avrei fatto il giro del mondo in ginocchio per averne e darne. Di quello vero, totale, puro, incondizionato, quello per cui mi sarei buttata nel fuoco.»
Nessun problema, Nico, non preoccuparti, torna in Italia.
Luciana Grillo
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