Trento, Donne Sì… Donne No – Di Luciana Grillo

Fra tanti avvenimenti che stanno portando la donna al centro della vita, a intervistare l'artista Francesca Neri al MUSE era ancora... il solito uomo

>
A novembre si parla di donne per ricordare l’assassinio delle tre sorelle dominicane, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, dette «Las Marìposas», assassinate il 25 novembre del 1960 da agenti del servizio segreto militare sotto la dittatura di Rafael Trujillo.
Questa data, il 25 novembre, è stata designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite «Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne».
Si ricorda che tante di esse sono vittime di violenza, si suggerisce di denunciare gli uomini violenti, si espongono scarpe rosse e, alla maniera di Greta, bla bla bla…
 
A Trento, alcuni eventi importanti, che hanno concretamente messo la donna al centro dell’attenzione mediatica, ci sono stati: nel Consiglio regionale del Trentino Alto Adige Sudtirolo dell’Ordine dei Giornalisti è stata eletta Presidente Elizabeth Anna Mair.
È la prima volta in quasi cinquanta anni di esistenza dell’OdG TAA che sia stata scelta una donna; ma è anche la prima e unica donna eletta presidente di un Ordine regionale in Italia.
Sono state elette, inoltre, componenti del Consiglio regionale Isabella Cherubini, giornalista Rai Bolzano, Alessandra Saletti, capo Ufficio Stampa dell’Università di Trento e Giuseppina di Gesaro, giornalista pubblicista bolzanina.
Paola Sembenotti, storica segretaria dell’Ordine, pubblicista, è stata confermata nell’incarico.
 
Un bel successo, forse inatteso: abbiamo cinque donne su nove componenti!
Da tutt’altra parte, a Sanbàpolis, il Funambolo, organizzando la XIV edizione del Festival CinemaZero, ha dato spazio e visibilità a registe non ancora abbastanza note al grande pubblico, dotate di talento, intuito e capacità tecniche: la prima è Margot Benacerraf, venezuelana nata negli anni ’20, vivente, di famiglia ebraico-marocchina.
È stata tra le prime filmmaker sudamericane, ha prodotto i suoi film documentari in modalità totalmente indipendente.
CinemaZero ha proiettato Araya, girato nel 1959, con una troupe formata da due persone; anche il fotografo, Giuseppe Nisoli, non era un professionista, solo un appassionato: racconta con immagini forti e limpide la vita durissima di una piccola comunità che vive su un’isola e sopravvive grazie al sale e alla pesca.
 
Questo film, presentato al 12° Festival di Cannes, ottenne il Premio della Critica Cinematografica insieme a Hiroshima mon amour di A. Resnais.
Altra regista presentata è Eléonore Weber, francese, che lavorando su immagini di origine militare, dimostra nel film «Il n’y aura plus de la nuit» come chi guarda dall’alto di un velivolo abbia una visione limitata e alterata, per cui si finisce col colpire ragazzi che giocano a palla o civili al lavoro nei campi, piuttosto che bersagli pericolosi.
Infine, è stata la volta di Lizzie Borden, americana femminista, che in Born in Flames riprende le attività e le vicende di un gruppo di anarco-femministe in lotta con una società caratterizzata fortemente dal maschilismo.
 
E ora, arrivano le dolenti note… Al Muse, museo della scienza di grande fascino, che ha dedicato alcune aule didattiche a note scienziate, in cui lavorano molte donne, e tra esse anche la Presidente dell’E.P.W.S. (European Platform of Women Scientists), dottoressa Lucia Martinelli, componente del Direttivo dell’Associazione Nazionale Donne e Scienza, è stato presentato il libro autobiografico di Francesca Neri, attrice trentina, «Come carne viva».
È la storia dolorosa di una donna che ritorna all’infanzia, al rapporto complesso con sua madre, ai ricordi di un padre che ha cominciato a dirle «ti voglio bene» quando era già adulta; è il calvario di una malattia, di anni trascorsi in casa, di cure mediche e para mediche, di tentativi; ma è anche la vicenda di una donna di successo, moglie di Claudio - come ha ripetuto più volte l’intervistatore - e madre di Rocco, che ha avuto la possibilità di conoscere e lavorare con grandi attori e registi, dal discusso Bigas Luna a Almodovar, a Troisi.
 
È stato un incontro di tipo amichevole, di una donna adulta andata via da Trento quando era molto giovane e ora tornata a casa.
A intervistarla un professionista del giornalismo e delle interviste, Alberto Faustini, uomo.
Non sarebbe stato più opportuno che al suo fianco Francesca avesse una donna?
Forse si sarebbe sciolta di più, forse la conversazione sarebbe stata più profonda, forse ci sarebbero stati meno sorrisi e più intensità…
 
E non è finita! Al Palazzo delle Albere è stata inaugurata recentemente una Mostra voluta da Stefano Zecchi e curata (udite! udite!) da una donna, Beatrice Mosca: Il viaggio meraviglioso tra scienza e filosofia.
La Mostra si snoda nelle varie sale del bellissimo palazzo, attraverso un percorso guidato fatto di luci, immagini, personaggi, voci.
È un viaggio al maschile, ci sono pannelli con citazioni di Pavese e Cocteau, Baudelaire e Aristotele, Platone, Sant’Agostino, Dante, Brecht e…Cristina di Svezia, unica voce femminile.
 
Le installazioni multimediali parlano di Euridice e Calipso, ma subito dopo il Mito, la Ragione, la Teologia, l’Umanesimo, le Scienze moderne, la Filosofia contemporanea evocano Galileo, Cartesio, Newton, Hawking e a volte sono ingentiliti dalle figure femminili che baciano o danzano.
Un po’ poco, in verità.