La leggenda e la realtà del Pettirosso – Di Nadia Clementi
Dal Trentino a San Giovanni Rotondo per far nascere «Il Pettirosso» specializzato nell’ospitalità del turismo sanitario
Sara Manti e Giuseppe Pennelli.
I fondatori di questa opera meritoria «Il Pettirosso» sono Giuseppe Pennelli e Sara Manti, due giovani che hanno deciso di mettere a frutto le esperienze sino ad ora maturate in Trentino, per rispondere ad un bisogno molto importante: offrire ospitalità a coloro che da diverse parti d’Italia e del mondo, raggiungono l’ospedale fondato da San Pio da Pietralcina a San Giovanni Rotondo, per ricevere una diagnosi e una cura alla malattia, soli o in compagnia dei propri cari.
Il motivo per cui questo progetto parta dal Trentino e arrivi a San Giovanni Rotondo merita una spiegazione.
Giuseppe ha lavorato nell'amministrazione del laboratorio di genetica MAGI’S LAB di Rovereto per cinque anni e lì ha conosciuto i bisogni e rafforzato il contatto con chi è affetto da malattie genetiche e rare e che in primo luogo sono costrette a viaggiare da una regione all’altra per poter trovare un centro o un dottore specialista in grado di riconoscere il loro problema.
È bene ricordare che le malattie genetiche e rare sono più di 6.000 e a volte esiste un solo esperto in tutta Italia in grado di riconoscere e curare una specifica patologia, obbligando a spostamenti spesso onerosi e faticosi.
Ciò comporta un'ulteriore necessità per il paziente, quella di individuare un luogo dove alloggiare, possibilmente accogliente, economico e il più possibile vicino all’ospedale.
Sara invece è un'effervescente consulente specializzata nello sviluppo del turismo che, dopo aver vissuto e lavorato in tutta Italia, coltiva da anni il sogno di creare un luogo ospitale tutto proprio con specifiche caratteristiche e modalità di accoglienza.
L’esperienza fatta da Sara in Trentino, come lei stessa orgogliosamente sostiene, è una fonte di competenze per eccellenza e la migliore da cui trarre ispirazione.
Ma veniamo ora a qualche domanda.
Giuseppe Pennelli chi è lei e perché ha deciso di costruire il suo progetto proprio a San Giovanni Rotondo in Puglia?
«Sono originario di San Giovanni Rotondo, qui vive tutta la mia famiglia a cui sono profondamente legato e qui ci sono le mie radici che proteggo con molta attenzione. Recenti avvenimenti familiari, mi hanno portato a rivalutare le mie priorità di vita, mettendo proprio al primo posto la famiglia.
«Ho cercato così di trasformare questo mio bisogno in un'opportunità che aiutasse non solo me stesso ma anche le altre persone dando uno scopo a questo grande cambiamento.
«Tornando a San Giovanni Rotondo l'obiettivo è stato, sin dal primo momento, molto chiaro: offrire ospitalità ed essere di sostegno a chi avesse bisogno del turismo sanitario unendo il mio bisogno (diventato ora motivazione) alla passione e alle competenze sia mie che di Sara per offrire un'accoglienza genuina e semplice e il lavoro alla MAGI’S LAB è stato per me fonte di ispirazione per questo progetto.
«Svolgendo le mie mansioni nel laboratorio di Rovereto ho avuto modo di capire il faticoso iter dei malati di malattie genetiche e rare che, dopo aver ricevuto il test genetico si recavano qui all’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo a ricevere le adeguate cure alla propria malattia.»
L’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza fondato da San Pio da Pietralcina a San Giovanni Rotondo.
Perché la vostra attività di ospitalità sanitaria è stato chiamata «Il Pettirosso»?
«È stato chiamato così per via della leggenda da cui si dice ebbe origine il nome pettirosso, che sembra aver consolato Gesù sulla Croce. La leggenda vuole che il pettirosso tentò di togliere con il suo becco le spine della corona che stringevano la fronte del Cristo per sollevarlo da quei dolori. Nel fare questo però si macchiò le piume del petto del sangue di Gesù in modo indelebile e venne così chiamato pettirosso.
«Questo animale inoltre è l’unico fra gli uccelli che difende strenuamente e con intenso attaccamento il suo nido e in particolare gli uccellini più piccoli e indifesi del nido stesso. Questo rappresenta la nostra missione: far sentire a casa tutti i nostri ospiti, compresi i malati ed i loro familiari che vengono qui a San Giovanni Rotondo per curarsi, o per assistere i loro malati presso l’ospedale.
«Noi ci prendiamo davvero cura di queste persone accompagnandole se serve alla stazione del treno o dell’autobus o all’ospedale ed andandoli poi a riprendere. Nel periodo in cui soggiornano qui al Pettirosso, cerchiamo di creare un'atmosfera di casa, calorosa e accogliente il più possibile.
«Sin dal buffet delle prime colazioni prepariamo personalmente torte fatte in casa e ci assicuriamo di poter soddisfare le esigenze di chi soffre di allergie o intolleranze alimentari con le dovute accortezze. Sappiamo che questo non li guarirà, ma certamente questa attenzione e cura li aiuterà a sentirsi meglio ed affrontare le cure in ospedale.
«Infine il nome il Pettirosso vuole ricordare il tempo in cui a San Giovanni Rotondo c’erano molti di questi piccoli uccellini che segnavano l’arrivo della neve in inverno ed erano anche la testimonianza di un periodo dove si era molto più uniti e si viveva di cose semplici e di rapporti veri, quelli che cerchiamo di ricostruire noi ora con questo progetto di accoglienza.»
Sopra, la sala da pranzo de Il Pettirosso. Sotto, il soggiorno de Il Pettirosso.
Sara, dalla sua esperienza cosa ci può dire del turismo sanitario?
«L’eccellenza delle cure made in Italy è data da medici e ospedali che spesso all’estero ci invidiano, una riprova viene dal primato italiano nella classifica europea degli ospedali che hanno conquistato il sigillo d’oro della qualità, assegnato dalla prestigiosa Joint Commission International.
«Uno studio della Deloitte calcola che ogni anno nel mondo sette milioni di persone si mettono in viaggio per motivi di salute, generando già oggi un introito notevole. Secondo le stime dell’Osservatorio OCPS-SDA Bocconi, l’Italia ha oggi il 17% della quota del turismo sanitario europeo, che secondo gli osservatori internazionali potrebbero raddoppiare se si implementasse l’offerta di servizi sanitari e turistici-sanitari. Del resto recenti indagini dicono che il 53% dei cittadini europei è disposto a farsi curare in altri Paesi UE.
«Da questi presupposti mi sento di dire che il turismo sanitario è un settore in forte espansione e che a San Giovanni Rotondo ci siano basi concrete per uno sviluppo solido e duraturo. Personalmente crediamo che certe attività siano diverse dalle classiche commerciali, se è pur vero che ogni lavoro va fatto con onestà e rispetto delle persone, questa attività è sensibile quanto quella sanitaria e oltre all’onestà e al rispetto ci vuole una buona dose di spirito cristiano di servizio e umanità.
«Tante volte diciamo: e se fossimo noi a dover andare in un’altra città per curare nostro figlio come vorremmo essere accolti? la risposta cerchiamo di darla ogni giorno con il nostro lavoro al Il Pettirosso di San Giovanni Rotondo e nei sorrisi che dedichiamo ai nostri ospiti.»
Nadia Clementi: [email protected]
B&B Il Pettirosso – specializzato nel turismo sanitario
Gestito dai Signori Giuseppe Pennelli e Sara Manti
Via Santa Chiara 47, 71013 San Giovanni Rotondo FG
Tel. 0882.21.40.50