Segnali di una timida ripresa si affacciano sull’economia trentina
Le imprese di costruzioni riprendono a tirare (+17%) trascinando un po’ tutto il resto: sono gli effetti degli incentivi della Provincia sulle ristrutturazioni

Prima di illustrare le risultanze dell’indagine che ogni tre mesi i tecnici della Camera di Commercio di Trento producono sullo stato dell’economia del Trentino, è bene annunciare che il dato che più risalta è la ripresa (17%) delle imprese di costruzioni. È un dato importante, in quanto – come si sa – quando tira il mattone tira l’economia. Ma poiché è in controtendenza con il resto del paese, è bene precisare alcuni aspetti. Anzitutto, si tratta di una percentuale molto piccola, soprattutto se rapportata alla verticalità del crollo del settore. Ma l’importante è che rappresenta pur sempre una inversione di tendenza. Per contro va ricordato che la Provincia autonoma di Trento ha investito un centinaio di milioni per sostenere la ripresa del settore, proponendo incentivi volti al miglioramento strutturale delle abitazioni. Per questo il dato è in controtendenza con il Paese. La considerazione da fare è dunque che da una parte la Provincia ha dato una mano alle imprese di costruzioni ma anche a quei cittadini che hanno voluto adeguare le proprie abitazioni secondo le norme del risparmio energetico e quant’altro. Se davvero, come si pensa, la crisi dovesse essere giunta al suo esaurimento, questo dato economico potrebbe segnare la partenza per l’auspicato rilancio. |
I risultati raccolti dall’indagine trimestrale sulla congiuntura in provincia di Trento, curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di Commercio, evidenziano che il fatturato complessivo realizzato dalle imprese trentine aumenta del 2,3% nel terzo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La fase congiunturale negativa iniziata negli ultimi mesi del 2011, e intensificatasi nel 2012, sembra quindi evidenziare i primi timidi segnali di inversione di tendenza.
La domanda interna passa da una tendenza decrescente a una stagnante (-0,8% il fatturato locale, +0,9% quello sul resto del territorio nazionale) mentre le esportazioni crescono nuovamente con intensità (+10,3%), dopo un anno in cui, pur mantenendo il segno positivo, avevano evidenziato variazioni più attenuate.
La domanda estera sembra quindi rappresentare ancora una volta l’elemento decisivo per dare sostegno a una ripresa che, allo stato attuale, appare ancora piuttosto debole.
Le imprese che evidenziano le performance migliori sono quelle più grandi (oltre 50 addetti) e quelle da 11 a 20 addetti il cui fatturato, su base annua, aumenta rispettivamente del 3,5% e del 3,3%.
Ancora in difficoltà le imprese delle altre classi dimensionali (1-4, 5-10 e 21-50 addetti) che registrano una riduzione del fatturato compresa tra l’1,1% e il 2,9%.
L’occupazione prosegue il suo andamento negativo, con gli addetti che diminuiscono su base annua dello 0,9%.
La contrazione risulta, però, meno marcata dei trimestri precedenti e parrebbe indicativa di una tendenza al miglioramento che potrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, se i risultati economici delle imprese confermassero il trend in ripresa.
Passando all'analisi per comparti, il settore delle costruzioni, pur in presenza di un’occupazione ancora in diminuzione, è quello che evidenzia i risultati economici migliori (+17%), grazie al contributo della domanda locale.
Anche i settori del manifatturiero (+2,4%), del commercio all’ingrosso (+2,3%) e dei trasporti (+9,7%) segnano variazioni positive del fatturato, determinate però, diversamente dal settore edile, dall’apporto decisivo delle vendite estere.
Il commercio al dettaglio, i servizi alle imprese e l’artigianato manifatturiero e dei servizi, che dipendono prevalentemente dalla domanda interna, permangono in una fase di difficoltà, più intensa per i primi due settori, e fanno registrare variazioni negative del fatturato.
Come per le costruzioni, anche il settore estrattivo conosce in questo trimestre un andamento decisamente migliore rispetto ai periodi precedenti, sul piano dei risultati economici.
Diversamente dall’edilizia, questo ambito non mostra però una chiara inversione di tendenza in senso positivo, ma solo una stagnazione (-0,1%) che segue una lunga fase di contrazione.
La variazione tendenziale della consistenza degli ordinativi risulta positiva e pari a +2,3%, grazie soprattutto al contributo di quelli riconducibili al comparto edile. Il dato si pone quindi a ulteriore conferma della fase di ripresa in atto e sembra indicare che essa sia destinata a proseguire anche nei prossimi mesi.
I giudizi degli imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica dell’azienda, pur mantenendo un orientamento ancora negativo, evidenziano un lieve miglioramento rispetto ai trimestri immediatamente precedenti.
«I dati – ha spiegato Adriano Dalpez, Presidente della Camera di Commercio – ci dicono che stiamo assistendo a una fase di stabilizzazione e di timida risalita dopo un lungo periodo di erosione delle quote di fatturato delle imprese e del potere d’acquisto delle famiglie.
«Non siamo stati catastrofisti in precedenza, non saremo dispensatori di facile ottimismo oggi. Con obiettività io credo che, per prima cosa, sia importante affermare che non ci troviamo di fronte a una ripresa vera e propria. Il calo degli investimenti (-11,4%) è preoccupante e molte delle nostre imprese devono fare i conti con grosse carenze di liquidità.
«Ritengo che i Consorzi fidi possano giocare un ruolo senza precedenti nel facilitare l’accesso al credito, specie nel caso in cui sia diretto a finanziare investimenti strutturali importanti.
«L’economia trentina – ha concluso il Presidente Dalpez – è un sistema di comparti strettamente interconnessi tra loro; se dunque ciascuno dei soggetti coinvolti pensa che si possa uscire dalla crisi, o ragionare sul Trentino di domani, esclusivamente giocando in proprio e sottovalutando la necessità di operare secondo una dimensione collettiva, sbaglia.»
«Questi dati – ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi – non bastano certo a farci calare la guardia, perché la partita è ancora in corso ed è assolutamente impegnativa. Ma sappiamo che per vincerla c'è bisogno di crederci fino in fondo ed i segnali che arrivano dall'indagine ci permettono di usare finalmente la parola fiducia.»
Rossi ha poi preso spunto dal «sentiment» degli imprenditori, comprensibilmente condizionato dal pessimismo scaturito dalle mille difficoltà del settore produttivo, ma ha contestualmente rilevato che è anche la mancanza di fiducia a frenare capacità di spesa e propensione all'investimento.
«Dobbiamo lavorare ancora di più insieme – ha detto il presidente della Provincia rivolgendosi ai vertici della Camera di Commercio, intesa come luogo dove idealmente le diverse componenti del mondo produttivo trentino possano riconoscersi come parti di un unico sistema.»
«I temi ai quali la Giunta ha già conferito i caratteri della priorità – ha concluso Rossi – sono quelli della tenuta occupazionale, dell'accesso al credito, del consolidamento delle imprese, dell'internazionalizzazione.
«Abbiamo strumenti già sperimentati da mettere in campo, ma ne utilizzeremo anche di nuovi, a partire dal fondo di rotazione su cui l'esecutivo ha già deliberato e che consentirà di movimentare nel complesso circa ottanta milioni di euro, metà pubblici, metà provenienti dal sistema del credito.»