In Nigeria è stato perpetrato un delitto contro l’Umanità
Mogherini: «Chiederò alla Ue un'azione politica per liberazione delle studentesse»
Il rapimento di 280 studentesse in un collegio della Nigeria effettuato da estremisti islamici è un delitto contro l’umanità.
Non lo dicono purtroppo coloro che dovrebbero denunciarlo, ma noi sosteniamo che qualsiasi delitto che venga commesso nel nome di una religione debba essere bollato come tale.
Questo perché la religione è una delle libertà fondamentali dell’uomo.
Solo così potrà venire combattuto senza quartiere e senza la necessità di una particolare condanna da parte di un organismo internazionale.
Come si ricorderà, il 14 aprile 280 ragazze di un collegio nel nordest della Nigeria sono state rapite da un gruppo di uomini armati.
Le ragazze stavano dormendo nel dormitorio della scuola secondaria femminile di Chibok, a circa 130 chilometri a ovest di Maiduguri, nello stato di Borno, quando i miliziani del gruppo islamico Boko haram (che in arabo significa «contro l'educazione occidentale») sono arrivati a bordo di camionette e autobus.
Secondo i testimoni e la polizia erano decine e prima di riuscire a caricare le giovani sui veicoli hanno scatenato una lunga sparatoria contro i soldati e gli agenti che sorvegliavano la scuola, uccidendone due.
Di questi giorni la notizia che verranno vendute come schiave, secondo la sharia. E quel che è penoso, a parte i genitori delle vittime, nessuno si sta dando troppo da fare per trovarle e stroncare l’infamia umana e religiosa.
Tra i pochi, il ministro degli Affari esteri italiano, Federica Mogherini, che ha auspicato una mobilitazione politica dell'Unione europea in sostegno agli sforzi per la liberazione delle studentesse rapite in Nigeria.
«È la volontà di impedire un futuro diverso per la Nigeria a colpire di più nel rapimento di 280 studentesse in un collegio del nord del Paese, a metà aprile, – ha dichiarato la Ministro. – Ancora una volta sono state prese di mira giovani donne che attraverso lo studio stavano tentando di cambiare il proprio destino e insieme quello del loro Paese.
«È necessario che la comunità internazionale si mobiliti, come ha chiesto il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, e per questo al prossimo consiglio Affari esteri chiederò all'Alto rappresentante, Catherine Ashton, e ai miei colleghi dell'Ue che vi sia una forte iniziativa politica in sostegno delle azioni volte alla liberazione delle ragazze.»