Storie di donne, letteratura di genere/ 57 – Di Luciana Grillo

Lidia Ravera, «Piangi pure»: ne è passato da quando scrisse «Porci con le ali»…

Titolo: Piangi pure
Autrice: Ravera Lidia
 
Editore: Bompiani 2013 (Narratori italiani)
Pagine: 366, brossura
 
Nota: Disponibile in eBook
Prezzo di copertina: € 18
 
Ne è passato di tempo da «Porci con le ali»… La Ravera ha continuato a scrivere ed è maturata, anche come scrittrice.
Questo romanzo ne è una prova schiacciante, non soltanto dal punto di vista della storia narrata, ma dal punto di vista della scrittura che è diventata via via, nel corso degli anni, sempre più incisiva.
Piangi pure è la storia di una donna ormai anziana, intelligente, curiosa, vitale, esattamente come qualunque altra donna, giovane o meno giovane.
Iris, per affrontare con dignità gli anni che ha davanti, decide di vendere la sua bella casa ai Parioli come «nuda proprietà».
È un attico elegante che ha comprato con i diritti d’autore di un suo romanzo (l’unico) che ha avuto successo.
Dunque, è un appartamento «tutto suo», che ama e del quale si libera, contando di vivere lì ancora per un bel po’ di tempo.
 
Iris non è sola, teoricamente: il marito, che una volta ha lasciato, dal quale è ritornata prima di una separazione definitiva, ora è adagiato in una vita senza memoria, curato dalla compagna Alina, una vedova polacca; la figlia Alice è una donna matura e problematica: come è stato difficile il rapporto con sua madre, ora è difficile, se non inesistente, quello con la sua bellissima figlia Melina.
Iris vende l’appartamento senza porsi il problema dell’eredità che probabilmente sua figlia e sua nipote si aspettano e, soprattutto dopo aver conosciuto gli acquirenti, comincia a pensare alla morte, che forse la giovane coppia si augura vicina.
«Se c’è un’attività insensata è pensare alla propria morte»…
Iris ha però un amico, più o meno coetaneo, che incontra tutti i giorni al bar.
È uno psicoterapeuta il cui studio è nel palazzo dove abita Iris.
Tutti i giorni lavorativi, alle due del pomeriggio, prendono insieme il caffè e alle otto, prima di tornare a casa, C. e Iris bevono lei il Pernod, lui uno spritz.
E quella volta che Iris gli dice di aver venduto la casa, quindi …«devo morire…da ieri c’è un giovanotto di 36 anni che mi augura una sincope al minuto»…C., sorridendo, le risponde che «se il giovanotto non è dotato di poteri paranormali…puoi stare tranquilla».
Le suggerisce di scrivere, di tenere un diario.
 
Iris comincia, racconta la sua vita, …«ho sposato un uomo che non amavo…ho messo al mondo una figlia che non volevo…ho lasciato l’uomo che non amavo per un uomo che non mi amava»…
Così noi apprendiamo che dopo essere stata lasciata da Michele, Iris è tornata a casa da Antonio ed Alice, per poi andare via di nuovo e rifugiarsi su un’isola dove apre una libreria, ben sapendo che …«nel teatro della nostra relazione ero io quella che dava scandalo, che infrangeva le regole, che si sottraeva ai suoi obblighi. L’impetuosa, l’irrequieta, l’egoista.»
Il diario va avanti, Iris ora affronta il passato, ora parla del presente, della nipote, del Natale a casa di Antonio e Alina, ora di C., l’uomo al quale si lega con sorpresa e pudore ogni giorno di più.
 
La Ravera ci descrive un delicato amore senile, senza ipocrisie e supposizioni banali: è questo sentimento che dà a Iris la voglia di ricominciare a vivere e a C. la dolcezza di un tramonto sereno, quando la malattia sembra cancellare in lui ogni forza vitale.
Leggendo, ci si affeziona a Iris, se ne apprezza la capacità di capire gli altri, di non giudicare, come fa – da nonna – nei confronti di Melina, donna libera e spregiudicata che «si è seduta per terra, ai miei piedi, ha appoggiato la testa sulle mie ginocchia. Ha incominciato a parlare.»
È moderna Iris, sa comprendere senza giudicare, vive il suo tempo… «ne ho viste tante. Le ho accettate tutte. Se non le accetti, le trasformazioni, le novità, se non riesci a farle diventare necessarie anche per te, come per tutti gli altri, resti indietro. E io non ho mai voluto restare indietro.»
 
A mio parere, in ciò sta il fascino di Iris, nella sua intelligenza, nella sua modernità, nel voler andare al passo coi tempi, nel voler essere sempre e soltanto se stessa, senza condizionamenti e senza finzioni.
Bisogna perciò apprezzare il lavoro di Lidia Ravera che ha scelto come protagonista una donna coraggiosa, pronta (alla soglia degli 80 anni) a comprare una nuova auto, ad offrire ospitalità a C., a trattare con rispetto e con lealtà la moglie di C., a vivere insomma nel suo mondo, che è anche il nostro, qualunque sia la nostra età anagrafica.
 
Luciana Grillo
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