Musei provinciali altoatesini: oltre 850.000 visite nel 2019
Dieci musei, oltre venti mostre permanenti e temporanee, conferenze, laboratori, manifestazioni all‘aperto, concerti e ricerca
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I Musei provinciali, quelli che la Provincia autonoma di Bolzano gestisce attraverso l’Azienda Musei provinciali, confermano quindi numericamente più o meno il risultato degli ultimi anni, la cifra si assesta quasi sempre tra le 800.000 und le 900.000 visite.
«Sono contento del successo di pubblico dei nostri musei provinciali nell’anno 2019, commenta il presidente della Provincia di Bolzano e assessore ai Musei, Arno Kompatscher, –perché conferma l’immagine dei musei come luoghi dell’arte apprezzati e di successo, i numeri quindi ci dicono, che siamo sulla strada giusta. – I nostri musei s’impegneranno sempre per una mediazione al passo coi tempi e innovativa, per offerte attraenti, per tutti i target e per tutte le età nonché per una corretta messa in sicurezza dei beni culturali ed una maggiore professionalizzazione in tutti i compiti museali.
«La riorganizzazione del mondo museale altoatesino, decisa recentemente, può contribuire a raggiungere questi obiettivi.»
Una panoramica dei numeri e dei principali temi dei Musei provinciali nel 2019
Con 294.748 visite il Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano con la sua star Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio, ha mancato di poco il suo miglior risultato di sempre dell’anno 2018.
Hanno contribuito a ció diverse letture, pomeriggi per famiglie, la manifestazione «Incontro tra culture» e «Ötzi & Hugo – l’aperitivo al museo», la «Science week», il festival archeologico «Ritorno alla preistoria» e la mostra temporanea «Lost & found – Archeologia in Alto Adige prima del 1919» con reperti archeologici trovati in Alto Adige prima del 1919 e immagazinati fuori dall’Alto Adige in archivi di tutto il mondo.
Il lavoro di ricerca invece si è concentrato ad esempio sulla provenienza del metallo nel caso di asce di rame, sulla Val Senales, dove recentemente sono stati trovati un focolare, un muro e fori di pali, motivo per cui ora l’intera valle viene esaminata sulla presenza dell’uomo nel periodo tra l’età della pietra e quella del bronzo, e sulla corda nella faretra di Ötzi, ritenuta quasi sicuramente essere la sua corda dell’arco e quindi l’esemplare conosciuto e conservato più antico del mondo.
Il Touriseum a Merano ha contato 193.690 visite.
Tra i punti salienti della scorsa stagione al Museo provinciale del turismo a Castel Trauttmansdorff spiccano presentazioni di libri sull’evoluzione di paesi alpini in luoghi di turismo invernale internazionale o sulle più suggestive passeggiate e i più bei scorci fotografici dell’Alto Adige, un praticantato del liceo Gandhi di Merano, durante il quale le ragazze e i ragazzi hanno organizzato delle visite guidate un po’ diverse dal solito con scene teatrali, quiz ed interviste, una pubblicazione sul personale degli alberghi e la terza edizione del Vintage Markets a novembre.
Il Museo provinciale Miniere ha richiamato nelle sue quattro sedi a Ridanna, sul Monteneve e in Valle Aurina complessivamente 92.628 persone, che si sono immerse nell’ambiente ostile e nella dura vita dei minatori di un tempo.
Gli appuntamenti principali dello scorso anno sono stati la mostra «Ritratti. Gente di miniera» con foto di uomini e donne, che hanno lavorato nelle miniere di Predoi e Ridanna/Monteneve, la nuova mostra permanente a Monteneve dedicata alla storia della miniera e la «Sfida dei minatori» con squadre dall’Alto Adige e dal Trentino, che si sono cimentate in varie prove di forza e abilità.
Nell’ambito dell‘attività di ricerca invece al museo ci si è occupati della storia mineraria in Vall’Aurina, della domanda cosa venne estratto nell’arco della storia e dove si trovavano i giacimenti, di fonti storiche, di microtoponimi nonché di giacimenti e gallerie ancora sconosciuti.
Il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano Castel Tirolo ha chiuso l’anno con 81.118 ingressi. Il museo, che gestisce anche Castel Velturno e la Cappella di Santo Stefano a Montani di Sopra, nei pressi di Laces, ha proposto tre mostre temporanee ovvero la mostra «Miti delle dittature» sul ruolo dell’arte del Tirolo storico nel fascismo e nel nazionalsocialismo, la mostra «La valigia delle Opzioni» con la storia di una famiglia di optanti e la mostra «Maximilianus. L’arte dell’imperatore», che racconta come l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo seppe interpretare il proprio ruolo come nessun altro prima di lui e per primo comprese l’importanza delle immagini per la propaganda politica.
Anche il tour virtuale nella Torre della memoria è figlio dell’anno scorso: Con esso si può scoprire la storia dell’Alto Adige nel XX secolo anche comodamente seduti a casa o in classe.
Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige di Bolzano ha totalizzato 74.506 ingressi.
Merito della roccia lunare, proveniente dal Johnson Space Center della NASA, Houston (USA), che dall’agosto scorso fino al 22 febbraio prossimo è esposta nella mostra temporanea «Pazzi per la Luna»; quest’ultima è dedicata alla luna e alle missioni Apollo che ne permisero la conquista e si può visitare fino all’inizio di giugno di quest’anno. Inoltre sono state organizzate circa 30 conferenze su temi scientifici, 20 laboratori per bambine e bambini, escursioni a tema e mostre temporanee come la mostra «La casa principesca», che racconta la storia del palazzo, in cui oggi si trova il museo, e che oltre 500 anni fa l’imperatore Massimiliano I fece costruire per i suoi uffici amministrativi, della vita quotidiana al suo interno e del ruolo, che ebbe nello sviluppo commerciale di Bolzano come città commerciale e fieristica.
Per quanto riguarda la ricerca il museo ha analizzato ad esempio i nomi dialettali delle piante in Alto Adige, che accompagnano quelli scientifci, latini e quelli nella relativa lingua del paese (un esempio dal tedesco: L’erba trinità in tedesco si chiama «Gewöhnliches Leberblümchen», nel termine latino «Hepatica nobilis» e nel dialetto altoatesino «Pfrouslstaud»). Un altro progetto dal titolo «Atti Small Mammals – I casi irrisolti dei micromammiferi dell’Alto Adige» intende rispondere a quesiti ancora aperti circa la diffusione, le relazioni di parentela e la corretta attribuzione della specie di animali come il toporagno del Vallese, il mustiolo e la talpa cieca; il personale del museo raccoglie questi dati anche in collaborazione con persone interessate e scolaresche.
Quanto ai tre musei etnografici, il Museo provinciale degli usi e costumi di Teodone, il Museo provinciale della caccia e della pesca Castel Wolfsthurn di Mareta e il Museo provinciale del vino di Caldaro, riuniti sotto una direzione unica, hanno realizzato complessivamente 51.355 ingressi.
Al Museo degli usi e costumi hanno tenuto banco tra le altre cose le tradizionali manifestazioni in occasione dell’apertura del museo a Pasquetta e della Giornata internazionale dei musei, la giornata tematica sul lino con stand informativi e dimostrazioni, il programma estivo con dimostrazioni di artigianato, le giornate dei «Niggilan» – un dolce locale di pasta lievitata o quelle delle acconciature intrecciando i capelli.
L’autunno scorso infine è stato inaugurato un nuovo spazio all’interno della mostra permanente, dedicato alla storia della residenza barocca Mair am Hof, costruita alla fine del XVII secolo e che dalla fine degli anni 1980 è parte del museo.
Al Museo del vino, nel 2019 è continuato il lavoro di ricerca su una della figure più interessanti ed originali della storia della viticoltura: il guardiano dei campi e dei vigneti noto come «Saltner», una figura diffusa fino alla metà del XX secolo e riconoscibile dall’imponente copricapo ornato di penne e code di volpe.
Parallelamente si sono tenute visite guidate, manifestazioni in occasione della «Giornata del vino» e delle «Passeggiate tra atmosfera e gusto» di Caldaro, della Giornata internazionale dei musei e dei laboratori del bottaio e del vasaio.
L’offerta di Castel Wolfsthurn invece, sede del Museo della caccia e della pesca, si concentra soprattutto sui mesi estivi, quando vengono organizzati laboratori per bambine e bambini, visite guidate al castello e concerti nella sala da ballo.
E una curiosità: A giugno ha destato parecchio interesse la nascita di un daino nel recinto nei pressi del castello.
Nel suo terzo anno come Museo provinciale, il Forte di Fortezza vanta un’ulteriore crescita a 35.291 ingressi.
Oltre al programma ordinario, l’anno scorso il museo ha ospitato una lettura con l’autore austriaco Raoul Schrott, la biennale d’arte «50X50X50 Art Südtirol», che fornisce una panoramica dell’arte contemporanea in Alto Adige e la mostra «Studiato a Innsbruck. Ricordi di studentesse e studenti altoatesini», un omaggio ai 350 anni dell’Università di Innsbruck (visitabile fino al 3 maggio prossimo).
A fine anno invece si è ripetuto il percorso «Arte d’Avvento» con opere e installazioni di artiste ed artisti, che si confrontano criticamente col Natale e la sua commercializzazione.
Tra i progetti di ricerca del 2019 spicca invece quello sui valli alpini Littori della Seconda Guerra mondiale, che vuole fornire una panoramica sui documenti sparsi in diversi archivi all’estero.
Chiude questa panoramica il museo provinciale ladino con le sue due sedi: il Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino in Badia e il Museum Ladin Ursus ladinicus di San Cassiano nel 2019 insieme hanno realizzato 27.531 ingressi.
Gli eventi principali sono stati la mostra sulla scuola nella valli ladine e la sua didattica multilingue, il concorso d’arte e la relativa mostra Trienala ladina sull’arte nei territori ladini, una mostra fotografica a Selva di Val Gardena, una mostra a Predazzo sulle grotte delle Dolomiti di recente scoperta e sugli ultimi risultati della ricerca sul luogo di ritrovamento dell'Ursus ladinicus vissuto 40.000 anni fa in Val Badia, nonché le tradizionali manifestazioni dedicate alle Dolomiti e la loro geologia, alla cultura ladina, all’orso delle caverne Ursus ladinicus, attività per bambine e bambini e workshop.
In primavera otto dei dieci musei riapriranno i battenti per una nuova stagione, mentre il Museo Archeologico dell’Alto Adige ed il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige sono aperti tutto l’anno.
Informazioni sui Musei provinciali, sulle loro manifestazioni, orari, prezzi ecc., (nonché sugli altri musei dell’Alto Adige) sono online sul portale www.musei-altoadige.it.