Si addensano nubi di guerra in Iraq – Di A. Ferrante e A. Miykova
Sembra quasi inarrestabile l’avanzata qaedista, con interi reparti dell’esercito regolare che si ritirano senza opporre resistenza
Mercoledì scorso, 11 giugno, in seguito alla presa di Mosul e dell’intera provincia di Ninive, nel nord dell’Iraq, i miliziani dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL), movimento di derivazione qaedista che opera anche in Siria, hanno esteso il loro controllo su una vasta area settentrionale del Paese che include le province di Salahuddin e Kirkuk.
Secondo quanto riferito dalla polizia, interi reparti dell’Esercito si sarebbero ritirati senza combattere a Tikrit, 150 km a nord di Baghdad, e Kirkuk, dove oltre 15 soldati iracheni sono stati giustiziati.
Il ripiegamento delle forze di sicurezza ha permesso ai ribelli jihadisti di prendere facilmente il controllo di diverse sedi amministrative locali e delle postazioni di polizia, abbandonate a seguito dell’ingresso dei guerriglieri in città.
ISIL ha cominciato la sua avanzata da inizio 2014 con la conquista di Falluja, nella provincia di Anbar, e a giudicare dalla rapida avanzata dei combattenti, giunti ormai a poche centinaia di chilometri dalla capitale, l’offensiva jihadista rappresenta un serio rischio per le strutture governative di Baghdad e per la sicurezza dell’intero Paese che è quasi al collasso.
Finora, infatti, il governo di Nouri al-Maliki non ha saputo opporre un’efficace resistenza militare e, di fronte all’incapacità di controllare il territorio, ha dichiarato lo Stato di emergenza promettendo di armare chiunque si offra volontario per combattere i miliziani jihadisti.
In questo contesto, la debolezza del governo centrale ha indubbiamente costituito terreno fertile per l’azione di ISIL, ma il sostanziale contributo alla rapida conquista delle province settentrionali a maggioranza sunnita sembrerebbe essere stato fornito dall’appoggio di gruppi baathisti, interessati a portare avanti la propria agenda politica contro al-Maliki.
Sin dalla caduta del regime di Saddam Hussein, infatti, queste formazioni hanno alimentato l’insorgenza sunnita con lo scopo di rovesciare il governo centrale, colpevole di aver attuato politiche settarie che hanno favorito la comunità sciita marginalizzando socialmente e politicamente quella sunnita.
In questo modo, in diverse città come Tikrit, dove nacque l’ex dittatore iracheno, la comunione d’intenti ha finito per compattare la lotta delle due fazioni contro il nemico comune.
Andrea Ferrante e Anna Miykova (Cesi)