Ottimo il taglio del cuneo fiscale: ora pensiamo alle partite Iva senza dipendenti

Il governo dimentica una larga fascia di finti imprenditori che hanno aperto la Partita Iva solo per poter lavorare senza essere assunti

Apprezziamo quello che Renzi sta provando a fare. Ha cambiato rotta e noi sosteniamo sempre chi cerca nuove strade quando quella corrente arriva a un punto morto. Ottima la decisione di tagliare il cuneo fiscale, perché così dà fiato all’economia che vive di consumi.
Resta il problema che in questa maniera non sono favoriti tutti quei lavoratori che hanno rapporti di lavoro praticamente dipendente senza essere assunti. Ci riferiamo a tutte le partite Iva aperte per poter lavorare, che - detto tra noi - è un vizio piuttosto diffuso, soprattutto nel mondo della stampa.
Infatti, sia con il taglio dell’Irpef, sia con la riduzione dell’Irap, le attività che non hanno dipendenti non godranno di alcun beneficio.
 
Si tratta, secondo la CGIA di Mestre che ha elaborato il ragionamento, di una platea molto vasta considerato che il 70 percento circa dei lavoratori autonomi non ha dipendenti.
Tra questi vi sono almeno 500.000 contribuenti la cui struttura è talmente esigua da dubitare che debbano pagare l’imposta.
 
«Alla luce di ciò – ricorda Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – chiediamo di accelerare l’entrata in vigore di quel provvedimento inizialmente incluso nella Legge di Stabilità del 2013 che prevedeva l’istituzione di un fondo finalizzato ad escludere dall’applicazione dell’Irap le imprese individuali e i liberi professionisti senza dipendenti e con una dotazione minima di beni strumentali.
«La soglia di questa dotazione doveva essere fissata con un successivo decreto del Ministero dell’economia e delle Finanze che non è mai stato approvato. Al fine di garantire la copertura del mancato gettito derivante dall’esclusione dell’Irap, la normativa ha attribuito a tale fondo una dimensione economica di 188 milioni di euro nel 2014, di 252 milioni di euro nel 2015 e di altri 242 milioni nel 2016.
«Risorse – ricorda Bortolussi – che, purtroppo, sono state impiegate in altre poste di spesa.»
 
La CGIA ricorda anche che negli ultimi anni in più di un’occasione la Corte di Cassazione ha dato ragione a quei lavoratori autonomi senza una struttura organizzativa che sono ricorsi contro l’Amministrazione finanziaria, ritenendo che il pagamento dell’Irap non fosse dovuto.
Una posizione, quella tenuta dalla Corte, che conferma la necessità di approvare quanto prima il provvedimento in oggetto.
«È vero – conclude Bortolussi – con la legge delega sul fisco approvata recentemente dal Parlamento ha delegato il Governo ad attivare questo fondo per tagliare definitivamente l’Irap per queste attività.
«Tuttavia, si prospettano dei tempi di attuazione molto lunghi che i lavoratori autonomi non possono aspettare.»