La Piana Rotaliana e l’eredità linguistica longobarda
Conferenza «Nomi di origine longobarda in Piana Rotaliana» giovedì 14 gennaio per conoscere le proprie origini
Un inizio anno col brindisi, trattando un tema frizzante e di forte attualità. «Nomi di origine longobarda in Piana Rotaliana» è il titolo della conferenza, organizzata dall’associazione Castelli, giovedì 14 gennaio alle ore 20.30 nella sala civica di corso del popolo; a Mezzolombardo.
È sempre bello conoscere le proprie origini. Le radici delle persone, la provenienza di certi nomi, le bizzarre parole dei nostri dialetti.
Derivazioni ancora oggi diffuse in trentino e nell’Italia stessa. Una lezione «de sti ani» dove il tema dominante sono i toponimi longonbardi; la provenienza del vocabolario trentino.
Molte sono le parole del nostro dialetto (sghìt, dòia, ròste, banca, sbecar, scuro, pica, lea, scortolì, scornobòi…), altrettanti sono i lemmi che identificano località o territori.
In territorio rotaliano il più discusso è mezombàrt, dove ci sarebbe molto da dire sulla attuale grafia.
Durante tutta la serata, un altro argomento molto interessante, riguarderà la provenienza di certi cognomi; in tema di Mezzolombardo, Tait è il cognome più diffuso.
Non si sa molto sulle origini di questa famiglia; secondo le voci della gente avrebbe origini scozzesi.
La famiglia de Varda, oggi scomparsa dal paese, è un’altra icona importante.
Secondo vari studi e varie teorie, tutti questi termini hanno una cosa in comune.
Fino ad oggi si è creduto che venissero dal medio alto tedesco, in realtà potrebbero derivare da lingue vecchie di molti secoli.
Magari anch’esse reduci da evidenti e forti influssi come il gotico o l’antico sassone.
Una storia vecchia di secoli, raccontata in questa serata, dal professor Paolo Boschi e, da molti altri studiosi prima di lui.
Francesco Filosi fu il primo a compiere degli studi, nel 1830, su questa scienza, al tempo sconosciuta dalla massa.