La Comunità della Vallagarina con i terremotati di Cavezzo

È partita una catena di solidarietà che si sta adoperando per raccogliere i fondi per coprire il finanziamento della palestra del paese emiliano

Facevano ginnastica in strada e l’aula era dentro a una struttura mobile che aveva le pareti disegnate per terra con un nastro adesivo.
Succedeva questo a Cavezzo, paesino di 7.000 abitanti, toccato brutalmente dal terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel maggio dello scorso anno.
Immagini rievocate nell’incontro che si è svolto oggi presso la Comunità della Vallagarina, alla presenza del presidente Stefano Bisoffi, dell’assessore di Comunità Claudio Soini, di Alessandro Giori per il Comitato pro Cavezzo, l’assessore del Comune di Rovereto Leone Manfredi e alcuni presidenti di circoscrizione.
 
All’evento era presente la famiglia Malagoli che abitava a Cavezzo e in casa aveva anche il laboratorio di biciclette.
S’è ritrovata di colpo in bianco con un nulla in mano. A venire loro in soccorso sono stati alcuni parenti di Rovereto.
Da lì è nata una catena di solidarietà con la creazione del Comitato pro Cavezzo, che si sta adoperando per raccogliere i fondi per coprire il finanziamento della palestra del paese emiliano.
La palestra esiste già, è una sorta di pallone pressostatico identico a quelli che l'inverno proteggono i campi da tennis, per ora sono stati raccolti quasi 20 mila euro, ne mancano ancora 40 mila per coprire il costo complessivo che è di 60 mila euro.
 
Il presidente della Comunità Stefano Bisoffi ha raccontato come subito ci si è mossi nel solco della solidarietà, sostenendo varie iniziative.
Iniziative spiegate dall’assessore di Comunità Claudio Soini.
«Agli inizi abbiamo messo in campo assieme a tutti i Comuni della Vallagarina colonie e case vacanze per ospitare gli sfollati, poi però abbiamo compreso che molti di loro non volevano lasciare la loro terra. Allora abbiamo costituito un pool di aiuto in sostegno del Comitato pro Cavezzo insieme alla Casse Rurale di Lizzana e Rovereto per la realizzazione della paletra e nell’immediato abbiamo sostenuto l’alloggio per la famiglia Malagoli.»
 
Alessandro Giori presidente del Comitato ha ripercorso le fasi della nascita della catena di solidarietà.
«Siamo sbalorditi dalle adesioni avute. Si sono mossi in tanti, dalle bande, le filodrammatiche, le istituzioni… – Ha detto. – Sono state organizzate manifestazioni, iniziative, concerti, incontri e proprio in questi giorni vi è una mostra presso l'Urban Center di Rovereto con 31 quadri donati da artisti locali. Certo la strada è ancora lunga abbiamo raccolto circa 20 mila euro ma la palestra ne costa 60 mila.»
 
Paolo Malagoli che da Cavezzo si è trasferito con la famiglia a Marco di Rovereto dopo aver ringraziato tutti.
«Sono letteralmente senza parole, perché tutto ciò va al di là delle nostre aspettative, – ha raccontato quanto la sua terra sia rimasta ferita dal terremoto. – C’è bisogno di tutto e sono davvero tante le cose da fare. La Regione ha promesso di aiutare nella ricostruzione e si è in attesa.»
 
Poi Paolo Malagoli ha ricordato il grande abbraccio trovato in Vallagarina.
«Ci siamo sentiti circondati da amici, le mie figlie vanno a scuola e si trovano bene. È come essere a casa e desideriamo ringraziare tutti di cuore, anche se la nostra storia, la nostra identità, rimane là.»
Là dove il terremoto un anno fa ha mietuto 27 vittime e migliaia, migliaia di sfollati.
Per contribuire basta recarsi alla Cassa Rurale di Rovereto o di Lizzana e donare quello che si può. Le offerte sono esenti da spese.